Se siete in cerca di un film thriller da vedere, «The Lincoln Lawyer» potrebbe fare al caso vostro. Crime drama diretto da Brad Furman e adattato dal best seller del 2005 scritto da Michael Connelly, il film poggia su due attori come Matthew McConaughey e Marisa Tomei per raccontare la storia di un avvocato che si guadagna da vivere difendendo spacciatori, prostitute e criminali di ogni genere e affiancandosi a un investigatore di sua fiducia che lo aiuta a risolvere tutti i suoi casi. Sebbene i suoi metodi e le sue scelte siano discutibili, Mickey Haller (Matthew McConaughey) si troverà, a un certo punto, alle prese con un dilemma personale quando accetterà di difendere il ricco rampollo di una famiglia della Los Angeles per bene.
«La difesa di un cliente innocente è la situazione più pericolosa per un avvocato. Se l’avvocato commette un errore e il cliente finisce in prigione, l’esperienza lo segna per tutta la vita». Pronunciata a circa mezz'ora dall'inizio del film, questa frase introduce alla perfezione il personaggio di Mickey Haller (Matthew McConaughey), avvocato che si sente molto a più a suo agio a difendere i delinquenti piuttosto che gli innocenti. Se la paura iniziale di Haller è così quella di non riuscire a riconoscere un vero innocente, cosa accadrà quando si troverà davanti il diavolo in carne e ossa? Non vi resta che scoprirlo guardando il film...
«The Lincoln Lawyer» è un film avvincente, ricco di punti di svolta e colpi di scena. Il film si sviluppa intorno a diversi livelli narrativi che si incrociano man mano che la storia va avanti, aprendo scenari nuovi e svelando allo spettatore informazioni inaspettate. Diretto da Brad Furman («The Take», «Runner Runner»), il film mette i personaggi di fronte a delle complicazioni che li costringono a fare delle scelte ben precise. La trama si fa ricca, la tensione cresce, la dinamica sempre più inaspettata e poggia su personaggi credibili e ben sfaccettati e su un cast composto inoltre da William H.Macy, Ryan Phillippe, John Leguizamo, Brian Cranston e Michael Parè.
Inutile sottolineare il talento dell’attore che ci ha da tempo abituato a straordinarie intepretazioni. Dopo essersi svincolato dal ruolo di belloccio protagonista di commedie romantiche, Matthew McConaughey ha scelto ruoli sempre più raffinati e impegnativi. In questo film interpreta un avvocato senza scrupoli, subito intenzionato a mollare un suo cliente in carcere perché non paga, e pronto a difendere qualsiasi delinquente che gli possa assicurare un buon guadagno e tornare utile in caso di necessità. A un certo punto, però, Haller si trova alle prese con un cliente molto diverso da tutti gli altri. Credibile e intensa l’interpretazione dell’attore, qui diviso tra due mondi molto diversi: quello marcio della Los Angeles ricca e disagiata, dove non tutto può risolversi con un compromesso, e quello più intimo e accogliente dove a dare speranza sono l’ex moglie e la figlia.
Mickey Haller (Matthew McConaughey) si muove a bordo di una Lincoln scura con una targa, dove si legge chiaramente NTGUILTY, che è tutto un programma e la dice lunga sulla sua personalità. Ed è bordo della sua Lincoln, fedelmente guidata dall’autista e amico Earl, che Haller gira tra i quartieri di Los Angeles. Quella che vediamo non è però la Los Angeles di Hollywood o Beverly Hills, ma quella di Boyle Heights, di Lincoln Heights, di Echo Park e dei quartieri di Lynwood e Inglewood. Il regista si sposta così tra varie location, mostrando allo spettatore sia la Los Angeles maestosa, come quella del Trump Golf Course in Palos Verdes, dove si ammira a bocca aperta l'Oceano Pacifico, o quella più grigia e malfamata. Attraverso il netto contrasto tra bello e brutto, la città diviene così molto più che un semplice elemento di contorno e serve la narrazione, invitando lo spettatore a entrare nella dinamica raccontata. La Los Angeles che vediamo ci invita a stare attenti, ad esser vigili e a guardarci le spalle e si fa specchio e metafora del racconto che ha per protagonista un avvocato, un uomo complicato e opportunista, consapevole del suo ruolo eppure cosciente che spesso è necessario infrangere delle regole per ottenere giustizia. Se sia accettabile o meno, lo lasciamo giudicare a voi.
Oltre alla città c’è un altro elemento molto forte a fare da contorno a questa storia. Si tratta della colonna sonora del film, mix di diversi generi musicali che servono a dare ritmo alla vicenda e a tenere viva l’attenzione dello spettatore. Pensata da Cliff Martinez, le musiche del film non fanno che sottolineare i momenti più drammatici e aumentano la tensione della vicenda. Il film si apre con «Ain’t no love in the heart of the city», cantata da Bobby “Blue” Bland, ma non mancano canzoni rap come «Music» di Erick Sermon ft Marvin Gaye, musiche dance, come «Now» di Ari Hest e «107 Degrees» di Citizen Cope o quelle più soul come «Bobblehead Girl», cantata da Danny Chaimson e la indie band The 11th Hour.
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