Secret window, Prometheus, Gravity, ecco alcuni celebri epiloghi che hanno spiazzato - e non positivamente - il pubblico

‘Bel film, peccato per il finale’. Quante volte vi è capitato di dirlo usciti dal cinema?
In qualsiasi storia, la chiusura è un momento fondamentale della narrazione, quello dello scioglimento, quello che spesso ti rimane in mente più di tutto il resto: sbagliarlo, al cinema, vuol dire spesso annullare qualsiasi effetto il film abbia avuto fino a quel momento sullo spettatore. Perfino ad autori incensurati come Hitchcock è capitato di sbagliare: in Psycho (1960), dopo un climax di suspense, ci propone un interminabile e noioso discorso del Dr. Richmond sul matricidio. E che dire del povero M. Night Shyamalan (The Village, Lady in the Water, Signs, Il Sesto Senso) che sembra non imbroccarne mai uno?
La lista potrebbe essere lunghissima, ma ecco i nostri dieci ‘peggiori finali cinematografici di sempre’.
Attenzione: se non avete mai visto i film, il rischio spoiler è assicurato.

A.I. - Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg, 2001
La trama del film è nota: siamo in un imprecisato futuro, dove l’ex bambino prodigio ora dimenticato cicciottello Haley Joel Osment interpreta David, uno degli ultimi robot che è anche in grado di amare. Affidato ad una coppia con un bambino malato, David riesce a guadagnarsi l'affetto dei genitori adottivi, ma quando il figlio naturale si riprende, tutto viene rimesso in discussione. A.I. - Intelligenza Artificiale è Pinocchio rivisitato in chiave robot: David vuole diventare un bambino vero per farsi amare e passerà il film alla ricerca di una fantomatica Fata Turchina. Sul finale, lo vediamo intrappolato sul fondo del mare con la statua della Fata che ha tanto cercato. Potrebbe finire qui. E invece no. 2000 anni dopo degli alieni lo svegliano e riportano la sua mamma in vita per un giorno. Se l’intento erano le lacrime, ciò che abbiamo ottenuto sono stati solo tanti sbadigli.

L.A. Confidential di Curtis Hanson, 1997
Cast stellare per questo poliziesco tratto dall’omonimo romanzo di James Ellroy: Kim Basinger, Kevin Spacey, Russell Crowe, Guy Pearce, Danny De Vito. La trama è un intreccio di giochi di potere, indagini e corruzioni tra un giro di malavitosi e la Polizia stessa. Come in ogni film di questo tipo che si rispetti, c’è la squadra degli agenti cattivi e quella dei buoni: quest’ultima è capitanata dal violento Bud White (Crowe) e dal Detective Edmund Jennings (Pearce). I due vogliono la stessa donna, la bellissima Lyn (Basinger) e per questo all’inizio non si stanno tanto simpatici, ma poi decidono di collaborare e portare a galla cosa sta accadendo nel loro dipartimento. Il film è un cult, ma il finale è assurdo: dopo che crediamo - d’altronde non potrebbe essere altrimenti - Bud morto, ricompare in macchina, muto, con la bionda che si è decisa a stare con lui e promette di fargli da balia a vita, mentre ‘Mr. Integrità - Jennings’ nel frattempo si è lasciato corrompere dalla Polizia e dice una battuta tipo ‘finché dura, me la godo’. I due si danno il cinque. Mah…

Indiana Jones e Il Regno del Teschio di Cristallo di Steven Spielberg, 2008
Secondo film in lista del comunque leggendario Spielberg, a dimostrazione che anche i migliori possono sbagliare, e sbagliare, e di nuovo… Riassumere Indiana Jones, se non ne avete mai sentito parlare, risulterebbe un po’ impegnativo e prolisso: sappiate solo che il leggendario eroe con frusta e cappello interpretato da Harrison Ford, questa volta ha a che fare con la Guerra Fredda, i russi e il conflitto nucleare. L’ultimo episodio della saga d’avventura più famosa del cinema, risaliva al 1989 - Indiana Jones e L’Ultima Crociata, ed erano molte le aspettative su questo capitolo, in gran parte non disattese. Peccato solo per il finale, dove il nostro amato Spielberg, per fare le cose in grande, si è reso un po’ ridicolo: una sorta di piramide di teschi di cristallo prende vita a mo’ di astronave, girando attorno a se stessa e mietendo vittime prima di sparire verso altri universi. Chi per dieci minuti, al cinema, si era assentato per andare in bagno, rientrando avrà pensato di aver sbagliato sala e di essere finito a Gardaland.

Secret Window di David Koepp, 2004
Se non fosse per Johnny Depp, diciamocelo, pochi sarebbero i motivi per avvicinarsi a questo thriller a sfondo letterario. Uno scrittore appena divorziato si ritira in una casa isolata per cercare l’ispirazione che però sembra non arrivare. Un giorno compare alla sua porta il misterioso John Shooter (Turturro) che lo accusa, manoscritti alla mano, di aver copiato tutti i suoi precedenti successi. Tratto da Stephen King, il film è già abbastanza noioso, visto che il protagonista in pratica dorme tutto il giorno, ma a coronare il tutto arriva il telefonatissimo finale, dove viene svelato che Shooter è frutto della sua immaginazione, atta a creare una storia da scrivere. È il classico finale a sorpresa che ormai non sorprende più nessuno.

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno di Christopher Nolan, 2012
Ultimo capitolo della saga cinematografica di Batman firmata Christopher Nolan, Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno è un film cupo e violento, anche a livello introspettivo. Batman - Wayne, infatti, deve combattere contro se stesso e contro i dolori fisici che non gli permettono di agire come vorrebbe. Sono questi i motivi che lo costringono ad una prigionia domestica da cui non riesce ad uscire, mentre Bane (Tom Hardy) fa piazza pulita dei suoi averi economici e tenta di instaurare una tirannia a Gotham. Sebbene questo sia il meno riuscito degli episodi affidati a Nolan, ha un suo perché anche solo per intrattenimento, fino al finale da soap in un ristorante, dove Alfred si gusta un Montenegro, sperando di intravedere tra la gente Wayne che fa coppia con Catwoman - Anne Hathaway.

Prometheus di Ridley Scott, 2012
C’è qualcosa di davvero inquietante in questo film di fantascienza di Ridley Scott: sarà la rappresentazione della razza aliena, sarà il mistero creato attorno a questa fantomatica futura civiltà scomparsa nata dalla mente di Damon Lindelof (uno degli autori di Lost) o semplicemente la scelta di rendere platino e robotico Michael Fassbender. Sta di fatto che il finale è proprio il coronamento di questa operazione di terrore portata avanti nel film: la testa del biondissimo Fassbender viene scardinata e la compagna Elizabeth (Noomi Rapace) la impacchetta in una borsa. Ovviamente, dopo una scena strappalacrime. Vi sembra normale tutto questo?

The Departed di Martin Scorsese, 2006
A parte sul finale, non possiamo dire nulla di cattivo su questo poliziesco firmato Martin Scorsese e interpretato da attori del calibro di Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Martin Sheen, solo per dirne alcuni. Il film dura 149 minuti di puro intrattenimento intelligente, in cui le storie dei due poliziotti Billy Costigan - Leonardo DiCaprio e Colin Sullivan - Matt Damon, si incontrano e si scontrano in un gioco di ruoli e poteri. La domanda che a questo punto ci viene da farci sui titoli di coda è: perché proprio Mark Wahlberg?

Non è un paese per vecchi di Joel e Ethan Coen, 2007
Narrativamente e registicamente parlando, Non è un paese per vecchi è un film quasi impeccabile. Tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, racconta il mondo di frontiera d’oggi (quello ad Ovest, con il Messico). È un moderno thriller con declinazioni western in cui al centro c’è un bottino trovato, un dubbio sul soddisfare o meno un'ancestrale fama di ricchezza, con tutti i guai che ne possono succedere. Questa incredibile storia è supportata dall’ottima recitazione di Tommy Lee Jones, Javier Bardem e Josh Brolin, ma… non si chiude. I Coen lasciano il finale aperto, che a noi proprio non piace. Ci vuole coraggio dall’inizio alla fine nel raccontare una storia: il finale aperto è una dichiarata mancanza nel prendere posizioni.

(500) Giorni Insieme di Marc Webb, 2009
(500) Giorni Insieme è uno dei film romantici più carini e originali degli ultimi anni. Indelebili nelle nostre menti rimarranno la colonna sonora con i The Smiths, il musical improvvisato di Joseph Gordon-Levitt dopo aver fatto sesso la prima volta con l’amata, la simpatia di Summer - Zooey Deschanel, l’atmosfera, le battute… tutto. Ad eccezione del finale ovviamente, dove lo sceneggiatore non si capisce bene cosa avesse per la testa, quando ha deciso di far incontrare al protagonista maschile una ragazza ‘scacciapensieri’ di nome… Autumn. Davvero!?!

Gravity di Alfonso Cuarón, 2013
Film da Oscar, con riprese incredibili, scenari mozzafiato e ben recitato da un’insospettabile Sandra Bullock, Gravity è un film-metafora sulla nascita-rinascita. Lo spazio come incubatore dove far emergere il problema che tedia la protagonista, il fluttuare come un feto (anche in locandina), il venire al mondo attraverso un’esperienza molto forte, la luce, sono tutti gli elementi che vanno a comporre il quadro. In tutto questo, per renderci ancora più evidente che proprio di quello stavi parlando, Cuarón, dovevi catapultarla sulla Terra con una navicella a forma d’uovo, che finisce nell’acqua, da cui emerge come a dare il primo respiro? Didascalico.