È in uscita il 2 giugno prossimo Fury, l’atteso film di David Ayer con Brad Pitt e Shia LaBeouf ambientato durante gli scontri della Seconda Guerra Mondiale.
La pellicola è solo l’ultima di una lunga serie di film che hollywood ha dedicato, negli ultimi quarant’anni, alle vicende belliche - dalla prima guerra mondiale ad oggi - sviscerate, guardate, interpretate e raccontate da punti di vista sempre nuovi, e con risultati per la maggior parte delle volte da Oscar.
Se siete amanti del genere, o se solo volete avvicinarvici, ecco 10 film sulla guerra che dovete assolutamente vedere.
Salvate il soldato Ryan, II Guerra Mondiale, Francia - Steven Spielberg, 1998
Uno dei film di guerra migliori che sia mai stato girato, e non solo per i 5 Oscar vinti. I primi 21 minuti, quelli dello sbarco in Normandia, sono la rappresentazione più veritiera e particolareggiata della guerra dell’intera storia del cinema, così reale da disturbare fra mutilazioni, morti, feriti, braccia che cadono e viscere in bella mostra. Un vero shock per lo spettatore che è poi attenuato nel resto della pellicola, quando si passa alla vera e propria ricerca del soldato Ryan. Ecco allora comparire lo spazio per l’elaborazione, per la riflessione, per un po’ di immancabile patriottismo e per quel tanto di sentimentalismo di cui, dopo 21 minuti di massacro, abbiamo bisogno. Fratellanza, tragedia, momenti quasi divertenti, scene memorabili e dialoghi epici ne fanno uno dei capolavori del cinema. Da vedere.
Full Metal Jacket, Vietnam - Stanley Kubrick, 1987
Un film sulla guerra, ma anche su quello che la precede: giovani reclute addestrate duramente dall’ormai leggendario sergente istruttore Hartman in quello che dovrebbe essere un protettivo seppur duro campo militare in patria - siamo a Parris Island nella Carolina del Sud - ma diventa come e peggio del fronte. O almeno è quello che si è portati a pensare fino a che, in Vietnam, ci arriviamo davvero. I suoi protagonisti, il già citato sergente istruttore, il giornalista “Joker” o l’indimenticabile “Palla di lardo” sono una delle più riuscite metafore sulla disgrazia della guerra, sulla stupidità umana e sulla de-umanizzazione dell’uomo stesso. La regia, se serve ricordarlo, è di Stanley Kubrick.
La sottile linea rossa, Guerra del Pacifico, Isole Salomone - Terrence Malick, 1998
Un film di guerra intenso, crudo, fortemente introspettivo, senza eroi. La presenza di Malick è davvero incombente e la sua concezione artistica rarefatta, quasi galleggiante, fatta di silenzi e voci fuori campo a rappresentare pensieri forse forzatamente poetici, addolcisce solo in apparenza l’immagine della guerra. Che c’è, ed è forte, spietata, angosciosa al limite del disagio. Le scene d'azione sulla collina con la telecamera che striscia attraverso i fili d’erba, dietro ad alberi e pietre e poi corre giù per il pendio sono da manuale. E non si dimenticano.
Platoon, Vietnam - Oliver Stone, 1986
Fortemente autobiografico: la giovane recluta volontaria Chris Taylor, interpretata da Charlie Sheen è chiaramente modellata sul regista Oliver Stone e sulla sua reale esperienza durante il conflitto. Il Vietnam raccontato da chi c’è stato? Sì, ma non solo. L’intera pellicola è una triste e amara riflessione sulla sconfitta dell’uomo e sulla sua bestialità in situazioni disumane come le guerre. Memorabile la frase del Soldato Chris Taylor: “C’è stato qualcuno che ha scritto: L'inferno è l'impossibilità della ragione. Questo posto è così, è l'inferno”. Buona visione.
Lettere da Iwo Jima, Guerra del Pacifico - Clint Eastwood, 2007
Finalmente la Guerra del Pacifico da un punto di vista diverso, opposto a quello solitamente scelto da Hollywood. I “nemici” giapponesi acquistano colori, volti, storie, tragedie e umanità come nessun'altro film prima d’ora ha saputo fare. La particolarità di questa pellicola è che nasce e si sviluppa specularmente ad un’altro film di Eastwood, Flags of Our Fathers che lo precede di un anno nelle sale. E per chi ha già visto questa prima pellicola l’effetto è straniante: come guardare lo stesso film dal lato opposto dello schermo.
The hurt locker, Iraq - Kathryn Bigelow, 2008
La guerra non si fa solo con i fucili in mano. Si fa anche lanciando e disinnescando ordigni. Se però pensate che questo sia unicamente un film “sulle bombe” toglietevelo dalla testa. Suspance e thriller certo non mancano, così come l’orrore e la violenza. Questo film di guerra però non sembra tanto voler parlare del conflitto, quanto piuttosto analizzare la vera e propria dipendenza che questo (ovunque esso sia) crea nei soldati. Una riflessione comune a molte pellicole del genere - prima fra tutte Apocalypse Now - ma che qui diventa tema centrale che si incolla addosso come la polvere del deserto e non lascia i pensieri nemmeno quando lo schermo del cinema si è spento.
Bastardi senza gloria, II guerra mondiale, Francia - Quentin Tarantino, 2009
La guerra secondo Tarantino: crudele, a tratti comica. Visivamente potente e con un cast superlativo - primo fra tutti Christoph Waltz dell’interpretazione del colonnello “sterminatore di ebrei” Hans Landa - questa pellicola riesce nel difficile compito di proporre la Storia, quella con la S maiuscola, da un punto di vista del tutto nuovo, che fa riflettere sulla sottilissima precarietà di quegli eventi, fatti e conclusioni che avrebbero potuto prendere una piega ben differente. Se solo ci fosse stato davvero un Tenente 'yankee', Aldo Raine (Brad Pitt)…
Apocalypse Now, Vietnam - Francis Ford Coppola, 1979
“Amo l’odore del Napalm di mattina”. Questa celebre frase, pronunciata dal Colonnello Kilgore (Robert Duvall) esprime alla perfezione quello che questa pellicola riesce ad essere: ambiziosa, delirante, filosofica, roboante, liberatoria, deviante, teatrale, folle. Un film carico al massimo sotto tutti i punti di vista, un’odissea - la ricerca del misterioso colonnello Berretto Verde, Walter Kurtz (Marlon Brando) - piena di situazioni, e personaggi tanto assurdi quanto, drammaticamente, realistici.
Zero Dark Thirty, Guerra in Afghanistan - Kathryn Bigelow, 2012
Le guerre moderne si combattono a colpi di “intelligence”? Ecco allora che Kathryn Bigelow ne tira fuori un film raro e imperdibile che ripercorre con pathos, veridicità e nessuna retorica uno dei fatti di cronaca bellica più rilevanti - e conosciuti - degli ultimi 20 anni: la cattura di Osama Bin Laden, nel 2005. Non ci è risparmiato nulla - non la polvere, non la ferocia, non la violenza, non la morte - perché nulla è dato per scontato. La perfetta protagonista Jessica Chastain ne è solo la ciliegina sulla torta.
American Sniper, Afghanistan - Clint Eastwood, 2015
Eastwood torna a raccontarci la guerra, questa volta quella più vicina a noi in medioriente, scegliendo un protagonista dalla realtà e trasformandolo in un eroe. Parliamo di Chris Kyle, il più letale cecchino dei famosi Navy Seal. Che lo si giudichi positivamente - come il film suggerisce - o no, resta il fatto che narrando la storia di quest’uomo Clint Eastwood è riuscito a mostrarci come nessun’altra pellicola prima la realtà di un conflitto ingiusto e la condizione di chi, questo conflitto, ha dovuto combatterlo. Quel che è certo è che, ripulito da una certa retorica yankee e da tanto, tanto patriottismo, American Sniper resta una pellicola lucida, sobria e vera fino al midollo.
A poche settimane dall’11 settembre, la missione della squadra speciale americana dietro le linee nemiche tratta dal libro "Horse Soldiers" del giornalista Doug Stanton