«Il cittadino illustre», 7 motivi per vedere il film argentino
Presentato alla 73esima Mostra del cinema di Venezia, il film argentino arriva nei cinema italiani per divertire e commuovere con un grande Oscar Martinez
Forse avrebbe dovuto fare come Bob Dylan rendendosi irreperibile. Forse sarebbe stato meglio così per Daniel Mantovani, neo premio Nobel per la letteratura che lo condannerà ad un’esistenza ormai solo costituita dai ricordi dei successi delle sue vecchie opere. Ma, come scoprirà presto, la sua carriera non è destinata a terminare perché grazie a un invito inatteso ritroverà quella voglia di scrivere che l’ha portato alla fama mondiale.
Esatto, questa è la trama di un film e, no, non preoccupatevi se non avete mai sentito né letto qualcosa di Daniel Mantovani, interpretato magistralmente dal grande Oscar Martínez. Piuttosto ci sarebbe da preoccuparsi se non avete mai sentito parlare de «Il cittadino illustre», grande film passato per il Festival del cinema di Venezia di quest’anno. Ma potete rimediare andando al cinema nei prossimi giorni per vederlo.
Ecco, le sette ragioni per cui «Il cittadino illustre» è un film che non potete perdere.
Oscar Martínez è il grande attore che presta volto, movenze e voce a Daniel Mantovani, scrittore annoiato, eccessivamente borghese, saccente e irritante. Il tutto condito da massicce dosi di ironia e sarcasmo in grado di strappare una risata anche ai più seriosi. Una interpretazioneincredibile di un bravissimo attore che trascina gli spettatori in un viaggio emotivo in continua evoluzione, consentendo loro di affezionarsi, di odiarlo, di provare compassione e di volerlo frequentare per una sera sorseggiando una birra al bar del paese. Insomma, Oscar Martinez è la prima grande motivazione che già da sola dovrebbe bastare.
Un discorso magistrale di Mantovani davanti alla platea di Stoccolma durante la consegna del premio Nobel per la letteratura, che basterebbe per rendere questa pellicola una grande opera, dà il via ad una storia totalmente impossibile da prevedere grazie a un ottimo lavoro da parte di Andrés Duprat, lo sceneggiatore, e Gastón Duprat assieme a Mariano Cohn, i registi. Continui colpi di scena, introduzione di personaggi tanto inquietanti quanto affettuosi e un umorismo sfrenato che raggiunge il suo apice con una delle presentazioni video più belle della storia del cinema. Vedere per credere.
Perché un'Argentina così difficilmente la ritroverete in un film
L’evento che sconvolge la vita di Daniel Mantovani è l’invito da parte della sua cittadina natale, Salas, in Argentina, a ritornare per una serie di lezioni e di incontri celebrativi. Dopo qualche tentennamento iniziale, Daniel decide di tornare dopo trent’anni di assenza. E Salas è deserta, popolata da bizzarri soggetti pronti ad esplicitare qualsiasi richiesta al famoso scrittore e che si aggirano per le strade vuote contornate da attività commerciali fallite a causa della grossa crisi economica. Una sorta di regno fatato colpito da una pestilenza, un ambiente post-apocalittico popolato da zombie esilaranti.
Va bene la grande interpretazione diMartínez e d’accordo che la sceneggiatura è praticamente a prova di bomba ma tanto del merito della riuscita di questo film va anche alla coppia di registi composta da Gastón Duprat e Mariano Cohn. Apparentemente sciatti e amatoriali, Duprat e Cohn giocanocon lo spettatore, lo prendono in giro, gli fanno continuamente credere di aver capito cosa sta per succedere salvo poi stupirlo con poche semplici mosse. Grandi idee accompagnate da una notevole conoscenza tecnica, caratteristica fondamentale che aggiunge quel sapore in più a già un’ottima ricetta cinematografica.
Se c’è una cosa di cui nessuno poteva aspettarsi, leggendo la sinossi di questa pellicola era la quantità di risate che avrebbe provocato. Si poteva intravedere un dramma esistenziale o un qualcosa di simile e mai nessuna previsione sarebbe stata più sbagliata. Una comicità mai volgare, mai esagerata, sapientemente e costantemente dosata lungo l’intera durata della pellicola in grado di provocare mal di pancia e lacrime agli occhi grazie ad incredibili sequenze (l’intervista della tv locale a Daniel e il concorso d’arte cittadino su tutte) e a personaggi fenomenali come il sindaco e un uomo che tenta in tutti i modi di invitare a cena Daniel.
Perché a Venezia si sono accorti che è un grande film
Se seguite un minimo l'andamento dei festival cinematografici mondiali ne avrete sentito parlare. «Il cittadino illustre», presentato durante la 73esima Mostra del cinema di Venezia ha riscosso un grande successo tra critica e pubblico riuscendo anche a convincere la giuria a premiare la fenomenale performance di Oscar Martínez con la Coppa Volpi per il miglior attore. Ora l'Argentina ha scelto proprio questa pellicola per bussare alla porta dell'Academy statunitense sperando che almeno questo grande film rientri tra le nomination ufficiali per gli Oscar. Sarebbe già un grande traguardo.
Sul serio, si ride tanto. Ma non solo. Ci si commuove, ci si sente confusi e pure inquietati nel finale scioccante di un film che cambia direzione ogni pochi minuti senza mai risultare caotico e mal costruito. Insomma, «Il cittadino illustre»è una pellicola che dovreste vedere. Un'opera magistralmente realizzata che meriterebbe un piccolo spazio nel cuore di ogni amante del cinema. Quindi cercate il cinema più vicino in cui lo proiettano, uscite di casa e sedetevi in sala per gustarvi uno dei migliori film che vedrete quest'anno.
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