Chi di noi non si è mai trovato, al buio di una sala cinematografica, solo in quel rapporto esclusivo che si crea fra film e spettatore, a pensare di partire per visitare, questa volta di persona, paesi lontani, scenari mozzafiato e location fino ad allora nemmeno prese in considerazione?
Perché sì, poche cose sono in grado di far “viaggiare” la nostra fantasia quanto il caro, vecchio, cinematografo. E allora godetevi questa carrellata di film e location davvero spettacolari. Le vacanze non sono poi così lontane.
Che le lontane, esotiche Hawaii esercitino su noi europei un fascino misterioso, quasi ancestrale, è innegabile. Che questo film abbia il merito - o demerito - di suscitare nello spettatore un bisogno quasi fisico di visitarle al più presto lo è altrettanto. E non importa se la vicenda narrata - la perdita di una persona cara - sia quello che c’è di più lontano dall’idea di una vacanza da sogno, non importa se il nostro George Clooney non perde occasione per sottolineare quanto quel paradiso sia appunto “amaro”, la bellezza dei paesaggi verdi e incontaminati dell’isola di Kauai è talmente abbagliante da far dimenticare tutto. E da farci prenotare immediatamente un volo aereo Milano - Honolulu.
Il Signore degli Anelli - Nuova Zelanda, Peter Jackson, 2001/2013
Non c’è che dire, Peter Jackson, neozelandese doc, ha fatto davvero un bel regalo al suo paese: lo ha reso una delle location cinematografiche più desiderate e visitate della storia del cinema. E non potrebbe essere altrimenti. Dalle prime scene de La Compagnia dell’Anello nelle verdi colline della Contea a Hobbiville (che, udite, udite, esiste davvero a Matamata, a due ore di auto da Auckland), passando per gli incontaminati paesaggi della Terra di Mezzo, la Nuova Zelanda si è naturalmente prestata ad essere la location ideale per le avventure di Frodo & Co. I fan della saga non rimarranno certo delusi. E per concludere il viaggio in bellezza immancabile la visita al Monte Ngauruhoe, ovvero il Monte Fato, dove tutto comincia e tutto finisce.
Lost in Traslation - Giappone, Sofia Coppola, 2003
Un film che vuole rendere il senso di distacco, di straniamento fra cultura orientale e occidentale, e che ci riesce benissimo. Proprio per questo, al di là della trama e della vicenda dei protagonisti, questo film riesce a regalarci, a farci vivere e sentire la realtà del Giappone di oggi - della capitale Tokyo in particolare - come nessun’altro. Nessuna sviolinata, intendiamoci, solo quotidiana realtà, nel bene e nel male. Meglio di un documentario insomma. La maggior parte delle scene in esterna è girata fra i famosi quartieri di Shinjuku e Shibuya, mentre l’hotel degli interni, se per caso voleste prenotare, è il Park Hyatt.
Il film dedicato alla pittrice Frida Kahlo è un tripudio di forme, colori, sensazioni. Quelli dei suoi famosi quadri certo, ma anche e non secondariamente quelli del suo amato Messico. Dal famoso incontro con Diego Rivera alla tormentata e precoce morte le vicende appassionate della vita di Frida si dipanano sullo sfondo di una Città del Messico post rivoluzionaria, fra i palazzi governativi decorati da lui e le residenze private forzatamente vissute da lei. E la sua stessa persona, con l’eccentricità e l’unicità dei vestiti tradizionali ostinatamente indossati al di là e nonostante le mode, sono un invito a conoscere un paese unico e meraviglioso così come lo era la sua più grande ambasciatrice.
Se il paradiso esiste, ha probabilmente le sembianze di Maya Bay. La spiaggia, questa spiaggia, è la vera protagonista della pellicola. Intorno a lei e alla sua incontaminata bellezza ruotano come comparse i personaggi, DiCaprio compreso. Le immagini, scontato dirlo, lasciano letteralmente senza fiato e non è difficile comprendere e giustificare il vero boom di visite che vive da allora la piccola isola thailandese di Ko Phi Phi Leh, teatro naturale del film, fascino che nemmeno il devastante tsunami del 2004 ha minimamente scalfito. Certo DiCaprio/Richard non sarà contento che la sua isola “segreta” sia oggi così famosa. Voi non curatevene e prenotate immediatamente. Ne vale la pena.
Mangia, Prega, Ama - Bali, Ryan Murphy, 2010
Diciamoci la verità, chi non avrebbe voluto trovarsi al posto di Elizabeth Gilbert/Julia Roberts, nel suo anno “sabbatico” di cibo, spiritualità e amore? Ma senza nulla togliere all’Italia e all’India - rispettivamente il “mangia” e il “prega” del titolo - è la verde e lussureggiante Bali a rubarci il cuore. In particolare Ubud, piccola cittadina e centro culturale del paese. Immersa tra verdi colline e risaie a terrazza, a circa un'ora d'auto dal capoluogo Denpasar, è un luogo magico che offre un colpo d’occhio unico al mondo. Dopo il successo del film alcuni tour operator organizzano viaggi di meditazione all inclusive. Cosa state aspettando?
Un film che racconta l’esplorazione di un paese lontano e sconosciuto - il Tibet - ma anche il percorso di consapevolezza che porta il protagonista Heinrich Harrer, egregiamente interpretato da un giovane Brad Pitt, a guardare se stesso e il mondo con occhi nuovi. E sono proprio i paesaggi, gli scenari incontaminati delle pendici dell’Himalaya edell’altopioano del Tibet, i cieli rosa e le improvvise aperture di campo a regalarci l’emozione più vivida. E la voglia, irrefrenabile, di partire.
Il viaggio di Julia Roberts tra Italia, dove si abbandona ai piaceri del palato, India e Indonesia, per guarire la tristezza nel cuore e imparare ad amare di nuovo
Fino al 3 giugno 2018 al MUDEC, Museo delle Culture di Milano. Curata dallo storico dell’arte Diego Sileo, l’esposizione raccoglie oltre 100 opere, tra dipinti, fotografie e disegni