Indagine su “Maigret”, commissario buongustaio

Arriva nei cinema un nuovo film sul poliziotto creato da Georges Simenon. E ora noi andiamo a caccia dei suoi segreti...

15 Settembre 2022 alle 08:15

Arriva nei cinema dal 15 settembre un “nuovo” commissario Maigret, il celeberrimo personaggio nato dalla penna di Georges Simenon (scrittore molto amato anche in Italia) che ha il volto e il “corpaccione” di Gérard Depardieu. L’accoppiata Depardieu-Maigret si annuncia fortissima, ma l’attore francese è soltanto l’ultimo di una lunga serie (circa una quarantina) di interpreti che si sono misurati nel ruolo, dal giapponese Kinya Aikawa al sovietico Borin Tenin, passando per Rowan “Mr. Bean” Atkinson, Jean Gabin. E poi, naturalmente, gli italiani Sergio Castellitto e Gino Cervi, il Maigret dei nostri ricordi televisivi in bianco e nero che lo stesso Simenon giudicò credibilissimo. Ma chi sarà poi questo favoloso Maigret che tanto ha indagato in un fiume di opere (75 romanzi e 28 racconti) scritte tra il 1931 e il 1972? Abbiamo indagato anche noi, in quel mare di indizi contraddittori che uniscono storia e leggenda.

Il figlio del castellano

Jules Maigret nasce attorno al 1885 a Saint-Fiacre, un paesino (inventato) nell’Allier, nel cuore della Francia, dove suo padre Evariste amministrava il castello dei conti di Saint-Fiacre. Georges Simenon lo “incontra” nella sua fantasia nel 1929. Da personaggio di contorno in quattro romanzi scritti con lo pseudonimo Christian Brulls (il primo, “Train de nuit”, esce nel 1930) diventa subito protagonista: la sua prima indagine è “Pietr il lettone” ed esce nel 1931. Non stupiscano i cinque libri pubblicati in un anno: Simenon scriveva incessantemente.

Quel Maigret mi ricorda...

Maigret e Simenon forse si conobbero davvero. Ma Maigret non era il “nostro”, bensì un Arnold Maigret, funzionario di polizia a Liegi, città belga dove lo scrittore era nato nel 1903 e dove a 16 anni aveva iniziato a lavorare come cronista.

Doveva fare il medico

Nel 1909 Maigret lascia gli studi universitari di Medicina a Nantes, va a Parigi e si arruola in polizia. Inizia come agente ciclista e scala, caso dopo caso, quasi tutta la gerarchia. A tre anni dalla pensione, infatti, rifiuta la nomina a capo della Polizia giudiziaria per poter continuare a indagare: lo scopriamo in “Maigret e il signor Charles”, l’ultimo romanzo che Simenon gli dedicò nel 1972.

La signora Maigret e i suoi eredi

Nel 1912 Maigret conosce e sposa la donna della sua vita: Louise Léonard, la signora Maigret. Hanno una figlia, ma muore in tenera età, sicché il commissario troverà i suoi “eredi” professionali tra i figli delle sorelle di Louise: Philippe Lauer e Jérome Lacroix (ispettori a Parigi) e Paul Vinchon (ispettore della polizia di frontiera).

Le tre case

Gli sposini Jules e Louise vanno ad abitare, in affitto, in Boulevard Richard-Lenoir 132 (la vedete nella foto qui accanto); lasciano l’appartamento solo durante la ristrutturazione del palazzo e si trasferiscono in Place des Vosges 21 (dove abitò veramente Georges Simenon). Dopo la pensione, i Maigret preferiranno vivere in una casa comprata all’asta nel villaggio di Meung-sur-Loire. Ma non si possono dimenticare le ore trascorse nella sede della polizia, in Quai des Orfèvres 36 (il suo ufficio era l’unico in cui funzionasse ancora la vecchia stufa di ghisa: non amava il riscaldamento centralizzato).

L’esordio in società

Ovviamente all’insaputa di Maigret, il fantasioso Simenon volle per lui un vero “esordio in società”. Per lanciare il personaggio, il 20 febbraio 1931 organizzò il Bal Anthropométrique, una festa da ballo per un migliaio di invitati nel locale notturno parigino La Boule Blanche, in Rue Vavin, opportunamente “decorato” con immagini di manette, poliziotti e cadaveri.

Le “armi” di Maigret

Maigret non ama le armi: addirittura riesce a farsi rubare una pistola da un ragazzo che va a cercarlo a casa per parlargli (succede nel romanzo “La rivoltella di Maigret”)! Le sue vere “armi” sono la pipa che non abbandona mai (probabilmente fuma il tabacco francese più a buon mercato e popolare, lo Scaferlati Caporal Gris) e una convinzione: «Comprendere e non giudicare: ci sono soltanto vittime e non colpevoli». Ovvero quella regola di vita che Simenon definì come l’unica cosa “sua” che avesse mai trasferito a Maigret.

La birra

Maigret non perde mai l’occasione di una mangiata sostanziosa, accompagnata da una birra. Perché sempre birra? Simenon rispose così: «Non potrebbe fare altro: ce lo vedete a bersi una menta o dell’anisetta?». Il suo locale preferito è la Brasserie Dauphine, a due passi del Quai des Orfèvres: è un ristorantino di fantasia, ispirato a un caffè oggi scomparso, l’Aux Tres Marches in Rue de Harlay, a pochi passi da Place Dauphine.

La doppia pensione

Simenon manda in pensione Maigret per due volte. Nel romanzo “Maigret” del 1934 troviamo il commissario pensionato da anni: con 19 romanzi usciti in tre anni alle spalle, Simenon pensava di abbandonare il personaggio. Invece visto lo straordinario successo lo riprenderà e lo “pensionerà” sul serio solo nel 1972, quando uscirà il 75° e ultimo romanzo a lui dedicato, “Maigret e il signor Charles”.

Il vero volto di Maigret è...

Simenon non ha mai detto in modo chiaro quale fosse il suo preferito tra gli attori che aveva visto interpretare Maigret. Rimase però molto colpito da Rupert Davies, che interpretò Maigret in una serie per la Bbc tra il 1960 e il 1963. Incontrandolo prima delle riprese, lo scrittore gli chiese come il suo Maigret avrebbe salutato la moglie rientrando a casa: allora Rupert Davies diede un buffetto sul sedere della cuoca di Simenon. E Simenon approvò...

Depardieu cerca l’assassino di una ragazza misteriosa

A Place Vintimille c’è un cadavere. È una ragazza in abito da sera. Altro non si sa. Chi è? Chi l’ha accoltellata? Perché? A queste domande può rispondere solo il commissario Maigret. Ma lui è stanco, forse malato: il medico gli ha perfino proibito la pipa e gli consiglia di andare in ferie o addirittura in pensione. Quando il medico gli chiede come si sente senza la pipa, il commissario risponde: «Nudo».

Ma nonostante tutto Maigret accetta di indagare sul caso e scopre che... beh, non vi vogliamo rovinare le sorprese di questo film tratto dal romanzo di Georges Simenon “Maigret e la giovane morta” (del 1954), che sarà nei cinema dal 15 settembre, con un nuovo commissario che ha il volto e il “corpaccione” di Gérard Depardieu. La regia è di Patrice Leconte, che ha diretto tanti film di successo, tra cui “Il marito della parrucchiera”, “Ridicule” e “La ragazza sul ponte”.

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