Al festival di Venezia abbiamo ammirato dive elegantissime. Ma c’era molto di più: ecco alcune curiosità di cui sono stato testimone quest’anno

Al festival di Venezia abbiamo ammirato dive elegantissime. Ma c’era molto di più: ecco alcune curiosità di cui sono stato testimone quest’anno.
Frasi da ricordare
Tra tutte quelle che abbiamo ascoltato nelle conferenze stampa ne scegliamo tre. Jude Law: «La cosa più difficile nel fare il papa è che il personaggio è molto più intelligente di me».John Malkovich: «Più che un’icona, mi sento lo scemo del villaggio».
Brad Pitt: «Il mondo ci chiede di nascondere le nostre debolezze, ma quando le ho guardate in faccia ho migliorato il rapporto con i familiari e con me stesso».
L’importante è esagerare
Il valore del cineasta si misura di fronte ai film estremi. Esagitati o glaciali, l’importante è esagerare. Se in “Ema” del cileno Pablo Larraín la protagonista gira con un lanciafiamme per incendiare Valparaiso (e non parliamo dei suoi furori erotici), in «Sull’infinito» dello svedese Roy Andersson i personaggi a malapena si muovono e parlano, in una serie di scene che sembrano quasi più dipinti che cinema. Spettatori basiti all’uscita da entrambe le sale.
Eccesso di sicurezza?
E fuori li aspetta sempre la polizia, che è dappertutto per assicurare la nostra sicurezza. Con qualche inconveniente, tipo dover aprire lo zaino 20 volte per i controlli. Per non parlare dei grandi cinefili “annusati” dall’unità cinofila.
Troppo vestito
Pausa per il pranzo. Per sfuggire alle tragiche file dei self-service della Mostra (e agli ancor più tragici prezzi dei ristoranti vicini) ho scovato una mensa per i turisti in spiaggia. Il problema è essere vestiti di tutto punto in mezzo a gente in costume che mi guarda come si guarda un nudista in Piazza San Marco.
Ho visto cose...
Altre scene da ricordare: l’agghiacciante risata di Joaquin Phoenix in “Joker”; i vigili che tagliano in fretta e furia due alberi distrutti dal maltempo poche ore prima dell’inaugurazione; i fan col telefonino alzato per filmare i divi coprendo la visuale a chiunque stia dietro.
La conversione di Paolo
Chi mi ha sorpreso di più, comunque, è Paolo Sorrentino. Sarà che a Venezia presentava la serie tv “The New Pope”, ma il regista va controcorrente. Altro che “crisi dei cinema”: «Amo la sala, ma sono troppo giovane per averne nostalgia. Non è insostituibile, quel che conta davvero è la distanza dalle immagini. Stare a due metri da una tv da 50 pollici permette di gustare i dettagli come quando stai a 20 metri dal grande schermo. E poi sento ripetere che i film sono un rito collettivo e vanno guardati insieme. Sicuri? Io invece consiglio di vederli da soli, rapiti dalla storia, senza il vicino che ti distrae con i suoi commenti o mangiando popcorn!». Sì, ma poi ai festival chi ci va più?