Da Trainspotting a Non essere cattivo, dieci pellicole da vedere e commentare insieme ai giovani


Trainspotting, Danny Boyle (1996)
Due anni dopo l'interessante esordio con Piccoli omicidi tra amici (1994), Danny Boyle fa il colpaccio con Trainspotting, la cui originalità risiede nel raccontare la storia di un gruppo di tossici dal loro punto di vista, senza giudicarne unilateralmente le azioni, ma anche senza far loro sconti quando si tratta di mostrare il loro lato più crudo. Siamo nei sobborghi di Edimburgo, alle prese con una sorta di racconto di formazione, in cui i protagonisti vivono schiavi della droga più subdola e crudele, l'eroina. I nostri si barcamenano come possono tra le varie vicende familiari e i rapporti con il mondo, ma il loro chiodo fisso è la droga, insieme all'odio e all'amore che provano per questa: siamo dentro il proverbiale 'tunnel' per uscire dal quale ci vuole grande forza di volontà, che però si manifesta solo tra alti e bassi, talvolta giungendo a perdere quella che viene riconosciuta come dignità umana. Film che lanciò il protagonista Ewan McGregor (e anche, seppur in modo diverso, Robert Carlyle)

Non essere cattivo, Claudio Caligari (2015)
Film sulla droga che ha fatto innamorare mezzo Lido di Venezia al Festival del 2015, Non essere cattivo è il terzo ed ultimo film di Claudio Caligari (che ahinoi è deceduto poco dopo la fine delle riprese). E' un film Pasoliniano per i luoghi e il ceto sociale che rappresenta, ma aggiornato a una o due generazioni successive rispetto a quella che presentava il maestro-regista di Accattone (1961), a cui questo film esplicitamente si richiama (e guarda caso il personaggio di Alessandro Borghi si chiama Vittorio). Siamo in una Ostia marcatamente sottoproletaria, nel 1995, anno in cui (in certi ambienti) l'eroina per endovena inizia ad essere abbandonata in favore delle droghe sintetiche e della cocaina, per poi tornare. Personaggi sporchi, che spacciano, si drogano e perdono le loro giornate in ambienti sporchi: uno dei due (Vittorio), proverà a chiamarsene fuori cercando di dedicarsi al lavoro da muratore, ma la vita reale è molto più complessa e invasiva di quanto si possa immaginare. Caligari non giudica, ma osserva; non punta il dito contro qualcuno (o qualcosa), ma semplicemente mostra la deriva dei suoi personaggi, che non è facile amare, ma che contemporaneamente attraggono. Fantastico Luca Marinelli.

Radiofreccia, Luciano LIgabue (1998)
Il film si apre con la morte di Ivan Benassi, detto Freccia per via di una strana voglia sulla tempia sinistra. Il racconto è narrato da Bruno, colui che vent'anni prima aveva fondato Radio Raptus (poi diventata Radiofreccia, proprio in onore del povero amico) e che rendiconta tramite voce fuori-campo la nascita della sua radio e, contemporaneamente e inevitabilmente, la vita del manipolo di amici a cui si accompagnava ai bei tempi (Boris, Tito, Iena e Freccia). Siamo in un piccolo borgo dell'Emilia, nella seconda metà degli anni Settanta, ai tempi delle 'radio libere', ma anche del Rock e dell'eroina come droga in espansione. Seguiamo le vicende dei cinque ragazzi per diversi anni, tra matrimoni, fidanzamenti, drammi familiari di vario tipo, serate passate al bar con gli amici (il barista è Francesco Guccini) e la voglia di scappare (per alcuni), o di vivere una vita normale (per altri). Davvero un buon film, piccolo nell'oggetto che osserva, ma ben scritto, sincero e anche divertente. Ligabue non riuscì più a ripetersi a questi livelli come regista, Stefano Accorsi, invece (perfetto nei panni di Freccia), trovò in questo bel prodotto un trampolino di lancio di quelli da cui non si torna più indietro.

Limitless, Neil Burger (2011)
In questo caso la droga che sconvolge la vita del protagonista è una sostanza nootropa (ovvero di quelle che fanno aumentare le facoltà cerebrali di chi la assume, come nel film Lucy di Luc Besson) dal nome NZT-48. Lo sperimentatore è il quasi-fallito scrittore Edward Morra (Bradley Cooper) che viene a conoscenza della sostanza tramite l'ex cognato, il quale la spaccia, ma sembra avere una vita davvero complicata. Grazie all'utilizzo della miracolosa NZT, il buon Eddie riuscirà a scrivere un libro sul quale era bloccato in una notte, portarsi a letto la vicina di casa grazie alla sua irresistibile brillantezza, imparare lingue sconosciute semplicemente ascoltandole e diventare un abile pianista. Come potrete immaginare, la questione gli sfuggirà di mano, non solo perché egli inizia a non poterne più fare a meno, ma anche perché scopre che il suo stato di drogato-intelligente può fargli guadagnare un sacco di soldi. Film interessante (tratto da un romanzo del 2001) che riesce a coniugare l'azione con la complessità, pur restando senza mai abbandonare la sua vocazione di film piacevole. Bravo Bradley Cooper, c'è anche Robert De Niro.

Traffic, Steven Soderbergh (2000)
Storie intrecciate (lo sceneggiatore è lo stesso di Syriana con George Clooney) attraverso le quali seguiamo tutto il percorso del traffico di droga tra Messico e Stati Uniti, dai cartelli produttori a Tijuana, ai distributori di San Diego, fino al vertice della lotta alla droga di Washington, la cui figlia è inevitambilmente consumatrice finale delle sostanze che egli cerca di combattere. Cast infinito e di altissimo livello (su tutti Michael Douglas e Benicio Del Toro, ma anche Catherine Z Jones, Don Cheadle e Dennis Quaid) per un film che gioca sui colori (ogni sottotrama ha un colore di riferimento diverso) e su una ammiccante complessità della trama, e che fu un caso ai tempi in cui uscì (quattro Oscar, compresi Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura e Miglior Attore non protagonista per l'ottimo Benicio Del Toro). Da sottolineare anche la presenza di Thomas Milian (irriconoscibile per chi lo ricorda nelle vesti del Monnezza), qui a interpretare il pericolosissimo Comandante Salazar.

Belli e dannati, Gus Van Sant (1991)
Film culto che regalò la Coppa Volpi a River Phoenix (già uno dei ragazzini di Stand by me e già Oscar l'anno precedente per Vivere in fuga), facendogli fare il salto da riconosciuta giovane promessa di talento a star e sex simbol internazionale di livello massimo e ricercatissimo. Qui interpreta uno scappato di casa che si guadagna da vivere (e da drogarsi) prostituendosi con uomini e donne, sempre accompagnato dal suo amico Scott (Keanu Reeves), ribelle figlio del sindaco di Portland che abbraccia quella vita da deragliato quasi per fare un dispetto al padre. Film duro e molto cupo, in cui la violenza di quel modo di vivere non è mai esplicita, ma è presente sottotraccia in ogni singola scena, creando un senso di soffocamento; uno dei due riuscirà a uscirne, l'altro resterà solo.
Curiosamente (e tragicamente) il povero River Phoenix, due anni più tardi, morì nel corso di una serata in cui avrebbe dovuto suonare al Viper Room (con Johnny Depp e Flea dei Red Hot Chili Peppers) a causa di un letale mix di sostanze stupefacenti. Aveva ventitré anni e si dice che avrebbe iniziato a fare un uso importante di droghe pesanti proprio durante le riprese di questo film.

Amore tossico, Claudio Caligari (1983)
Primo film di Caligari, che come il suo ultimo è debitore del Pasoliano Accattone (i tre film nell'idea del regista rappresenterebbero una sorta di trilogia eterodiretta). Siamo tra Ostia e Centocelle e i protagonisti, tutti dipendenti da eroina, vivono alla giornata tra micro-delinquenza, infinite dosi quotidiane e piccoli ma disperati litigi tra loro. Quasi un documentario, poiché gli attori erano tutti ragazzi di vita davvero tossicodipendenti, ma la sceneggiatura è originale (scritta dal sociologo Guido Blumir). A rendere ancor più tragico e reale il tutto, c'è il fatto che la maggior parte degli attori morì qualche anno dopo, proprio in seguito alle conseguenze dell'uso di eroina.

Christiane F,. Uli Edel (1981)
Tratto dal romanzo di enorme successo I ragazzi dello zoo di Berlino, un libro che hanno letto tutti coloro che sono stati adolescenti tra il 1978 e oggi (e non solo loro). Storia vera di Christiane F. (protagonista del film e autrice del romanzo) nel periodo in cui, quattordicenne, frequentava la stazione di Berlino in compagnia dei suoi amici e di Detlef, una specie di fidanzato con cui condivideva la dipendenza e, talvolta, il letto. Erano anni complessi nelle periferie di Berlino, anni di prostituzione giovanile e di droga fuori controllo per quei giovanissimi ragazzi incoscenti e inconsapevoli di quello a cui andavano incontro. Christiane F. e Detlef sono oggi ancora in vita (anche se non si frequentano da quei tempi), mentre alcuni loro compagni di sventura sono morti nel 1977, ovviamente di overdose (Babsi aveva quattordici anni). A loro e "agli altri cui mancarono la forza e la fortuna per sopravvivere" è dedicato questo film, che è molto meno complicato del libro nella costruzione della trama e nell'importanza di alcuni personaggi, ma è altrettanto forte e significativo.

Paradiso + Inferno, Neil Armfield (2006)
Melodramma giovanile su due artisti belli e innamorati (lui è il povero Heath Ledger, lei Abbie Cornish) che vivono le tappe del loro amore in una caduta inesorabile causata dalla droga, di cui i due fanno uso quotidiano (anche in questo caso si tratta di eroina). Film diviso in tre parti, dai primi passi ("paradiso") dell'amore, del matrimonio e del piacere dello stra-farsi insieme, passando per i primi problemi ("terra") e la costrizione di lei a prostituirsi per mantenersi, fino al tracollo ("inferno") che porterà i due ad allontanarsi. Film bello -forse anche troppo sottovalutato- e crudo, con momenti di tensione altissima e dialoghi serrati (soprattutto nei momenti di crisi dei due).

Drugstore Cowboy, Gus Van Sant (1989)
Nel 1989 è all'apice della sua bellezza e notorietà, e Gus Van Sant lo sceglie per girare questo film sulla vita dannata di quattro tossicodipendenti che negli Anni Settanta usavano rapinare farmacie per procurarsi droghe facili (e di qualità); dopo la morte di una di loro, Nadine (Heather Graham), le cose si complicano per tutti, e Bob (proprio Matt Dillon) deciderà di iniziare a tentare di disintossicarsi di nascosto dagl-i altri. Non finirà bene per nessuno, anche perché la tesi del film è che una volta inziata con l'eroina le possibilità solo solo tre: morire presto, disintossicarsi e nutrirsi di incubi fino alla morte, oppure continuare a drogarsi, provare a sopravvivere e vivere alla giornata, perdendo inevitabilmente tutto e tutti.