In sala esce Everest e potremo accompagnare Jake Gyllenhaal nella scalata della cima più alta del mondo, una missione che difficilmente intraprenderemmo altrimenti! Una vetta altissima, un uomo armato solo di scarponi e tanta forza di volontà. Quasi tutti i film di montagna parlano di questa sfida tra uomo e natura, alcuni insistono sulla pericolosità dell’alpinismo, tutti ci lasciano a bocca aperta per le location scelte! E a quel punto, se non abbiamo mai preso una picozza in mano, riusciamo a intuire che cosa ci stiamo perdendo. Se, dopo la visione di Everest, sentirete come un languorino d’alta quota, ecco per voi una lista di 10 film sulla montagna che vi porteranno sui tetti del mondo!
K2 – L’ultima sfida (Frank Roddam, 1991)
Ispirato ai primi due americani che, nel 1978, hanno raggiunto la cima del K2, ovvero del secondo rilievo più alto del pianeta, il film presenta la struttura tipica del genere: progetto ambizioso, difficoltà, disgrazia, successo. L’aspetto forse più interessante è quello legato agli affetti: uno dei due è sposato e neo-padre ed è costretto a partire lasciando la moglie col broncio, una situazione comune a molti alpinisti. È vero che la signora in questione aveva tutti i motivi per trattenere il marito, ma è altrettanto vero che chi ama la montagna difficilmente riesce a stare lontano da certe tentazioni...
Alive – Sopravvissuti (Frank Marshall, 1993)
Una storia vera che ancora lascia sbalorditi: nel 1972 un aereo uruguaiano, con a bordo una squadra di giocatori di rugby, accompagnati da parenti e amici, si schianta sulla cordigliera delle Ande. Passano giorni, settimane, addirittura due mesi, i sopravvissuti sono sempre di meno ed è chiaro che i soccorsi non arriveranno più... Ma non tutto è perduto: Nando Parrado e Roberto Canessa (Ethan Hawke e Josh Hamilton) decidono di provare ad attraversare le Ande in cerca d’aiuto. Se siete tra i pochissimi che ancora non l’hanno mai visto, tirate pure un sospiro di sollievo: la loro scarpinata durerà 10 giorni ma alla fine riusciranno nell’impresa!
Cliffhanger (Renny Harlin, 1993)
Gabe (Sylvester Stallone) è un operatore di soccorso delle Montagne Rocciose, un uomo ragno che si arrampica sulle rocce con una velocità sorprendente ma che, in seguito a un brutto incidente in cui una ragazza rimane uccisa, pensa di abbandonare il lavoro. Si troverà però costretto a soccorrere un nuovo gruppo di alpinisti, che si dimostreranno però individui ben poco raccomandibili... Un thriller ad alta quota (e ad alta tensione) che già dalla prima scena promette di lasciare il pubblico senza fiato. Le location poi sono meravigliose e se volete vederle da vicino non dovete neanche attraversare l’oceano: il film è infatti stato interamente girato in Italia, un po’ a Cortina, un po’ in Trentino!
Vertical Limit (Martin Campbell, 2000)
Ancora il K2: un team di alpinisti rimasto sepolto sotto un crepaccio, una squadra di soccorritori pronta a tutto per salvarli... O almeno sembrerebbe: in realtà uno di loro cerca l’estrema occasione di vendetta. Concepito più come un action-thriller ambientato sulla neve che come un film di montagna, Vertical Limit piace agli spettatori in cerca di adrenalina (un po’ meno ai cultori dell’alta quota), ma se non altro ha il pregio di aver fatto affacciare una fettina di pubblico su un mondo – quello dell’alpinismo – tutto da scoprire!
La morte sospesa (Kevin Macdonald, 2003)
Il film sulla montagna preferito dai veri alpinisti! È la storia di una scalata, ma anche di una grande amicizia: Joe Simpson e Simon Yates vogliono conquistare la parete ovest della Siula Grande, sulle Ande peruviane. Tutto fila più liscio del previsto, ma sulla via del ritorno Simpson si frattura una gamba e dunque Yates è costretto a trascinarlo finchè un ennesimo incidente non costringe l’uomo a tagliare la corda che lo lega all’amico ferito, per evitare di sprofondare entrambi in un crepaccio. Il rientro per Yates è durissimo, ma non sa che Simpson è ancora vivo. Una storia vera e incredibile, che restituisce perfettamente l’esperienza alpinistica, fatta di silenzi, di vedute meravigliose, ma anche di fatica, paura e coraggio.
North Face (Philipp Stolzl, 2008)
1936 – Alpi Bernesi: torniamo sull’Eiger, stavolta per raccontare la storica scalata alla parete nord. A cimentarsi in questa pericolosissima avventura, già costata la vita a tanti alpinisti, Toni Kurz e Andreas Hinterstoisser che mirano a conquistare vetta, onori del Terzo Reich e medaglia olimpica in un colpo solo. La parete però è davvero impegnativa e se prima i due alpinisti avrebbero dato qualunque cosa pur di superarla, ora darebbero molto di più pur di tornare a casa. Un film che ha fatto manbassa di premi in patria e che ha avuto una piccola distribuzione in Italia: se amate la – e il brivido, prendetevi il DVD!
Nanga Parbat (Joseph Vilsmaier, 2010)
Nel 1970 Reinhold Messner e suo fratello Gunther parteciparono a una spedizione per conquistare il Nanga Parbat, (una vetta che si trova in Pakistan, anche nota come “montagna assassina”) passando per una parete fino ad allora inviolata. Sono entrati nella storia dell’alpinismo, ma il povero Gunther non tornò più a casa. Intrecciando l’infanzia dei due fratelli con la vicenda che ha segnato i loro destini, Nanga Parbat non racconta solo un’impresa, ma una passione - quella per la montagna - che si contrae da piccoli e dalla quale non si guarisce più. E, dopo aver visto il film, anche chi si credeva immune dovrà ricredersi!
La sfida del terzo uomo (Ken Annakin, 1959)
Ambientato nel 1865, in Svizzera, il film ci racconta la storia di un ragazzo che - assieme alla sua ragazza e a uno scalatore di esperienza - vuole conquistare una cima che costò cara a suo padre, morto nel tentativo di raggiungerla. C’è poi uno zio, che non sottovaluta il pericolo dell’impresa e che insegue il protagonista per fermarlo: è lui il terzo uomo sulla montagna! Un film della Disney che all’epoca ebbe un ottimo successo, tanto da ispirare l’attrazione “Matterhorn bobsleds” ancora oggi fruibile a Disneyland in California, e che ben racconta l’epoca dei pionieri dell’alpinismo, poco raccontata sul grande schermo.
Assassinio sull’Eiger (Clint Eastwood. 1975)
Immaginatevi una cordata di quattro uomini su una delle vette più ostiche delle Alpi Bernesi, aggiungete un incidente che causa il ferimento di uno di loro e poi, visto che potrebbe andare peggio, un imprevisto maltempo. La situazione sembra già abbastanza grave, ma non vi abbiamo detto le cosa più importante: uno dei quattro è un assassino e un altro (Clint Eastwood) il sicario che deve ucciderlo, dopo averne individuato l’identità. Un gioiellino che quest’anno compie 40 anni e che andrebbe riscoperto... e poi – diciamocelo – Clint in scarponi e caschetto è imperdibile!
Grido di pietra (Werner Herzog, 1991)
Un alpinista (Vittorio Mezzogiorno) e un campione di arrampicata sportiva si sfidano a conquistare Cerro Torre, una delle cime più spettacolari e inaccessibile della Patagonia: da qualunque parte si voglia passare per raggiungerla bisogna affrontare una parete che si stende per circa 900 metri. Parzialmente ispirato a una storia vera - pare che una sfida del genere si sia davvero disputata nel 1959 - questo film sulla montagna si basa su un soggetto scritto da un superesperto, ovvero Reinhold Messner! C’è chi storce il naso perché tutto questo antagonismo tra rocciatori e free climber non è credibile, ma al di là dell’intreccio resta il cinema di Herzog, capace di evocare sacralità e mistero ad ogni inquadratura.