Dodici film diversi adatti a tutti i tipi di mamma, da quella protettiva a quella coraggiosa, da guardare quando si è in dolce attesa
La dolce attesa è sempre un momento emozionalmente complicato per chi lo vive, sia che si tratti di casualità, sia nel caso in cui ci sia della premeditazione: si immagina il futuro, ci si dimentica il passato, si è preoccupati per il presente.
A noi, le donne incinte piacciono molto (non solo dal punto di vista estetico), e ci piace immaginarle sul divano mentre, ormai in maternità obbligatoria e prive di preoccupazioni lavorative, si accarezzano la pancia, mangiano gelati al mango e guardano decine e decine di film.
Per questa ragione vorremmo consigliare qualche film da guardare in gravidanza, che le possano aiutare a passare del tempo piacevole e, perché no, anche riflettere sulla vita e sulla loro condizione.
Dato che l'occhio vuole la sua parte, vi faremo vedere gente come Hugh Grant, John Travolta e Clive Owen, dando spazio a commedie burlone e divertenti come Molto incinta, ma anche al thriller (senza eccedere) e a qualche momento di commozione come con La vita è bella.
Ecco dodici film da vedere in gravidanza, cercate di non perdervene nessuno.
Senti chi parla, Amy Heckerling (1989)
Per mamme single.
Mollie (Kirstie Alley) è una donna rimasta incinta in seguito a una relazione con un suo collega di cui era follemente innamorata. Nonostante egli abbia appena lasciato la moglie proprio per Mollie, quando scopre che la sua fiamma aspetta un bambino, se la dà a gambe. Inizia quindi la disperata ricerca di un padre per il piccolo Micky, che nel frattempo è nato e -ecco l'originale intuizione del film- è capace di pensieri complessi che noi riusciamo a sentire attraverso la voce di Paolo Villaggio (nell'originale il doppiatore del bambino è Bruce Willis). Domanda per voi: dite che un John Travolta giovane, bello, simpatico e di buon cuore riuscirà a spuntarla sposando Mollie e diventando padre de facto di Micky?
Film che contribuì a segnare il passaggio dagli Anni '80 agli Anni '90, con due interpreti ben amalgamati e decisamente nel personaggio (soprattutto lui, che ci sguazza in quella parte). Piacevole commedia leggera e senza pretese, ma anche senza sbavature.
Juno, Jason Reitman (2007)
Per mamme indecise.
Film-caso su cui si è già detto molto e che lanciò due interessanti promesse del Cinema come Diablo Cody (che con questo film esordì alla sceneggiatura per il grande schermo) e Jason Reitman (al suo secondo film dopo Thank You for Smoking), una ventata d'aria fresca per il Cinema indipendente dell'epoca. Juno (perfetta e giovanissima Ellen Page) è una ragazza del liceo che rimane incinta immediatamente dopo il suo primo e unico rapporto sessuale; troppo giovane per pensare di fare la madre, valuta diverse opzioni, fino a scegliere quella che più la convince. Colonna sonora bellissima, regia intuitiva. Da segnalare Michael Cera nei panni della schiappa (che è anche malauguratamente responsabile maschile della gravidanza) e il buon J.K. Simmons a fare da padre alla giovane irriverente e simpatica Juno. Meglio vederlo in lingua originale, perché spesso lo slang giovanile ha poca resa nel doppiaggio italiano.
...e ora parliamo di Kevin, Lynne Ramsay (2011)
Per mamme coraggiose.
Avete mai pensato che potreste diventare madri di un mostro? Per carità, non nel senso estetico del termine, ma nel ben più preoccupante senso morale della parola, quello per cui potreste vedere vostro figlio in possesso dell'inspiegabile gene del male assoluto, che coltiverà e porterà avanti crudamente crescendo. E' questo che accade alla povera Tilda Swinton in questo film sottovalutato nel nostro Paese, ma che è meravigliosamente colorato e geometrico, in una assurda follia crescente, preannunciata solo dalla prima memorabile scena della battaglia di arance. Il padre è un fantastico John C. Really e il figlio (da grande) è Ezra Miller, il ragazzo queer apprezzato nel successivo Noi siamo infinito.
I figli degli uomini, Alfonso Cuarón (2006)
Per mamme indifese.
Film di fantascienza che ci porta in un futuro prossimo in cui l'umanità non procrea più (non nascono bambini già da 18 anni) e si trova dunque destinata all'estinzione. Lotte tra bande, immigrati e autoctoni sono all'ordine del giorno, ma arriverà un eroe: interpretato da Cliwe Owen, Theo è un ex-amante dell'attivismo politico che, rapito da un gruppo di azione (i Pesci) ritroverà la sua ex-moglie e prenderà parte ad un battaglia di importanza vitale (letteralmente). Uno dei migliori film di fantascienza per quanto riguarda le idee e il modo in cui è in grado sia di far riflettere, che di far aggrovigliare le budella; purtroppo non fu molto considerato quando uscì, almeno fino a che il suo regista non vinse quel doppio Oscar (regia e montaggio) per Gravity, grazie al quale lo si è incominciato a osservare con più attenzione.
Casomai, Alessandro D'Alatri (2002)
Per mamme trentenni.
Trentanni esatti per Fabio Volo (qui al suo fortunato esordio cinematografico) e trentuno per Stefania Rocca, entrambi coinvolti in una storia d'amore, la loro, bellissima e speciale fin dal primo momento, ma che inizierà a diventare una storia come tante altre, di quelle che non vanno niente bene e fanno imprecare contro l'amore coniugale. Li seguiamo dal primo incontro, fino alla nascita del bambino e alcuni problemi economici (seppur non gravi) che altro non faranno che complicare le cose. Film squisitamente reale, che per quanto provi a concludere in bellezza, non ci fa dimenticare il sano pessimismo di fondo su cui si regge la narrazione. Trent'anni come momento di indecisioni, di prendere o lasciare, di vita che si perde e vita nuova che arriva.
Molto incinta, Judd Apatow (2007)
Per mamme-per-caso.
Il genio comico di Judd Apatow -regista in ultimo di Un disastro di ragazza, e anche sceneggiatore della serie Love che sta spopolando tra i vostri amici- qui in uno dei suoi migliori film. Ragazza trentenne in carriera (Katherine Heigl) incontra perdigiorno di ventitrè anni a una festa e, dopo una notte brava ricca di alcol e finita nel letto di lui, scopre di essere incinta. Dopo una serie di contrattazioni, i due finiranno per provare a stare insieme, ma i caratteri sono davvero incompatibili per stare insieme, soprattutto per l'immaturità di lui (che è Seth Rogen, giusto per farvi capire che tipo di personaggio può essere).
Commedia brillante con qualche nota di pura comicità, ricca di camei divertenti e importanti (avviene spesso con Apatow), in cui Rogen emerge al di sopra della sua compagna femminile, confermandosi quale figura centrale della comicità ebraico-hollywoodiana degli anni Duemila.
Nine Months, Chris Columbus (1995)
Per mamme che stanno con un cretino.
Uno Hugh Grant non ancora all'apice della carriera (che raggiungerà con Notting Hill e, poi, con i primi anni Duemila), ma già reduce della commedia di culto Quattro matrimoni e un funerale e accompagnato dall'allora trentacinquenne Julienne Moore. I due sono fidanzati, ma mentre lei ha i progetti tipici della famiglia tradizionale e sente l'orologio biologico correre, lui è contrario ai legami istituzionalizzati e coltiva la buona vecchia sindrome di Peter Pan, condita con un acceso rifiuto delle responsabilità. La gravidanza rovinerà il rapporto e farà sì che i due si separeranno, dando però vita a una serie di tentativi del nostro ragazzaccio di riconquistare la sua amata. Commedia pura, più romantica che sentimentale e giocata tutta sulla differenza di maturità tra i due sessi. Finale abbastanza scontato, ma narrazione simpatica tenuta in piedi alla grande dall'attore inglese. Da non perdere per chi lo ama, da evitare per chi lo tollera a fatica.
La vita è bella, Roberto Benigni (1997)
Per mamme protettive.
Film importantissimo, che riportò l'Oscar al Miglior Film Straniero in Italia, dopo i precedenti successi di Nuovo Cinema Paradiso e Mediterraneo (ma questa volta le statuette saranno tre, contando anche quella al Miglior Attore Protagonista e alla Colonna sonora). Roberto Benigni fa il bello e il cattivo tempo, riuscendo a mischiare la sua abilità (e del co-sceneggiatore Vincenzo Cerami) nel gioco dell'equivoco -già emersa in Johnny Stecchino e ne Il mostro- con i temi dell'Olocausto tanto cari all'Academy. Ne esce un film divertente e struggente, che racconta il sacrificio di un padre ebreo deportato insieme al figlio e allo zio, ma anche la storia d'amore tra il protagonista e la moglie. Diviso in due parti molto diverse tra loro (più divertente la prima, più triste la seconda), ma tutto torna e l'architettura è perfetta.
Ma come fa a far tutto?, Douglas McGrath (2011)
Per mamme in carriera.
Film che è un inno alle donne multitasking nelle cui vite gli uomini giocano ruoli di secondo piano (e tendenzialmente complicano le cose, invece di essere d'aiuto). Sarah Jessica Parker è mamma di due figli, ma anche grande lavoratrice nel campo finaziario, oltre che moglie devota -e, perché no, felice- di Richard (Greg Kinnear), un architetto che lavora in proprio e maritino modello. Tutto esplode quando entra in gioco un nuovo cliente della mamma tuttofare, Jack (Pierce Brosnan). A questo punto la protagonista sarà costretta a rimettere ordine nella sua vita, prendere decisioni difficili e riconsiderare tutta la sua scala di valori.
Film decisamente femminista, per lo meno nelle intenzioni, che è basato sul romanzo di successo di Allison Pearson, ma che non ebbe grande successo ai botteghini. Nonostante questo, è un film carino e divertente, con diverse battute riuscite (quasi tutte a spese degli ometti protegonisti).
Missione tata, Adam Shankman (2005)
Per mamme molto impegnate.
Come già avvenne agli amati eroi dell'azione Schwarzenegger e Stallone (rispettivamente con Un poliziotto alle elementari e Fermati o mamma spara), anche per Vin Diesel -indimenticato Dominic Toretto di Fast and Furious e Riddick di Pitch Black- venne, nel 2005, il momento di provare la strada della commedia, di quel tipo di commedia che pone omaccioni muscolosi e audaci in contesti da mamme-casalinghe, nei quali non possono fare a meno che divertirci con le loro inadeguatezze di uomini di casa. Ed ecco Missione tata, un film in cui l'agente del Navy SEAL Shane Wolfe (Vin Diesel), viene incaricato di proteggere la famiglia di uno scienziato governativo appena assassinato, trovandosi a comprendere come la parte più complicata della missione sia proprio quella delle relazioni umane con i figli del defunto: non solo i due adolescenti rivoltosi, ma anche le tre piccole canaglie più giovani. Commedia per famiglie classica e piacevole; onore al merito del signor Vin Diesel, che anche se non spicca per espressività, ironizza con piacere sulla sua figura di eroe del Cinema e risulta una scelta azzeccata.
Bugiardo bugiardo, Tom Shadyac (1997)
Per mamme divorziate.
Dopo l'anno mirabilis 1994 (Ace Ventura, The Mask, Scemo e più scemo), l'apparizione in Batman Forever (1995) e il controverso Il Rompiscatole (1996), Jim Carrey approda nel mondo degli umani, nel senso che per la prima volta interpreta un personaggio verosimile e senza trucco e parrucco, grazie al quale porrà una bella ipoteca per la sua partecipazione al successivo e ormai storico The Truman Show. In questo Bugiardo bugiardo è Fletcher Reede, un avvocato di grande successo che ha il vizio di usare la menzogna come sua arma segreta (cosa che funziona molto bene nel suo lavoro, ma che gli complica la vita quotidiana). Un bel giorno, stanco delle bugie del padre, il figlio Max (che vive con la madre e il nuovo compagno) esprime un desiderio per cui il malcapitato Fletcher non riuscirà più a mentire per 24 ore: la sua vita si trasformerà in un inferno (e per noi in momenti di comicità impareggiabile). Tutta la sequenza del processo è da infarto per quanto è divertente e per come Jim Carrey è in grado di prendere il film in mano e modellarlo a suo piacimento. Un incontenibile fiume in piena, che questa volta, però, dimostra anche di saper restare serio per qualche minuto.
I ragazzi stanno bene, Lisa Cholodenko (2010)
Per mamme omosessuali.
Film pioniere sul filone della famiglie con genitori omosessuali, che vede Julianne Moore e Annette Bening solida coppia di donne con due figli a carico (una ragazza di diciotto anni e un ragazzo di quindici), entrambi concepiti tramite inseminazione artificiale dallo stesso (sconosciuto) donatore. Tutto bene, tutto fila giustamente liscio, ma con la maggior età della ragazza, i due giovani decidono di scoprire chi è il loro padre biologico e lo trovano in un quarantenne piacione con moto, giacca di pelle, donne di bell'aspetto che gli ronzano intorno e ristorante di proprietà (ha le sembianze di Mark Ruffalo). L'incontro cambierà per sempre la vita dei due ragazzi, ma anche, inevitabilmente, quella delle due madri.
Commedia familiare con passaggi interessanti, in cui tutti e tre gli attori adulti fanno la loro parte egregiamente e in cui la presenza del nuovo e dell'estraneo destabilizza e sorprende continuamente.