Dall'irresistibile Frankenstein Junior di Mel Brooks a Scary Movie: ecco le divertenti pellicole che si prendono gioco del cinema
La parodia consiste nel proporre una versione comica e/o caricaturale di un'opera pre-esistente.
Nel Cinema la parodia è un genere che si sviluppa a partire dalla seconda metà degli Anni '70, con la sua punta di diamante nel riconosciuto e amato Frankenstein Junior, dell'ormai immortale Mel Brooks.
Successivamente, il genere parodistico si è concentrato sullo schernire dei film in particolare (spesso grandi successi internazionali), come i due Hot Shots!, che scherzano sulle assurdità machiste di Top Gun e Rambo II; poi, dopo qualche anno, il campo d'azione si è allargato a interi generi specifici, come fece ormai sedici anni fa Scary Movie con un certo tipo di l'horror.
Gli attori tipici sono svariati, da Gene Wilder all'enorme e onnipresente Charlie Sheen, a Samuel L. Jackson prima che diventasse un mostro sacro. Ma vediamo i dieci film parodia da vedere che abbiamo scelto per voi.
Hot Shots! (1 & 2), Jim Abrahams (1991 & 1993)
Due film divertenti che consacrano l'attore Charlie Sheen come uno dei massimi esponenti del genere demeziale; una svolta decisa nella sua carriera, dopo che negli anni '80 (in particolar modo con Platoon e Wall Street), il figlio d'arte aveva perso la competizione diretta con il coetaneo Tom Cruise quale attore piglia-tutto del cinema hollywoodiano. Ed è proprio Top Gun, il film trampolino per antonomasia di Cruise, a essere sbeffeggiato nel primo Hot Shots!, parodia irresistibile della pellicola cult di Tony Scott, in cui Sheen interpreta Topper Harley, un formidabile pilota un po' ribelle che perderà la testa per Ramada (Valeria Golino) ed entrerà in conflitto con il collega ed ex fidanzato di lei Kent (un perfetto Cary Elwes). Indimenticabile la sequenza della prima notte d'amore tra i due, oltre a quella del bar (con comparsata di Mr. Charles Barkley).
Hot Shots! 2, invece, parodizza Rambo (principalmente il II), in un'improbabile missione in Iraq in cui Topper dovrà cercare di salvare alcuni prigionieri americani (geniale anche la sequenza in cui si scherza su Kickboxing - Nuovo guerriero). Più estremo e, se possibile, ancora più divertente del primo episodio, ritrova la coppia Sheen-Golino, ma il personaggio di cui più vi innamorerete resta il Presidente degli Stati Uniti, interpretato da Lloyd Bridges, già l'Ammiraglio Benson di Hot Shots! e, soprattutto, padre di Jeff Bridges.
Frankenstein Junior, Mel Brooks (1974)
Il momento più alto e raffinato della carriera di Mel Brooks, che però contemporaneamente riesce a mantenere una comicità molto popolare e a tutti comprensibile. Omaggio al cinema Anni '30 nelle scenografie, nella scelta del bianco e nero e nelle citazioni colte, Frankenstein Junior racconta la storia di Federick Frankenstein (un perfetto Gene Wilder), nipote del ben più famoso e controverso Victor Von Frankenstein (il novello Prometeo del romanzo di Mary Shelley): chiamato in Romania, ove ha ereditato un castello di proprietà del nonno, si troverà tra un improbabile aiutante (indimenticabile Marty Feldman) e una serie di personaggi assurdi, a comporre un quadro d'eventi che hanno molto del comico, ma rimangono sempre di un'intelligenza sopraffina. Nonostante l'iniziale rifiuto per l'operato del suo avo, Federick si farà affascinare e proverà a riprendere gli esperimenti per la costruzione del mostro del nonno. Film obbligatorio per gli amanti del genere, ma non solo. Un film da cui alcuni storici del Cinema fanno derivare il post-moderno nel grande schermo.
Il silenzio dei prosciutti, Ezio Greggio (1994)
Ebbene si, Ezio Greggio. Girato a Hollywood con un cast quasi esclusivamente americano, Il silenzio dei prosciutti ricalca le premesse e la trama de Il silenzio degli innocenti (che in inglese fa 'The silence of the lambs', sostituito da 'hams' nel titolo originale di questa parodia), intrecciandola, poi, con gli esiti del lato più giallo di Psycho. Protagonista è Jo Dee Foster (Billy Zane, ben prima di Titanic), un agente dell'FBI che è sulle tracce di un serial killer e, per farsi aiutare, si rivolge al maniaco Animal Cannibal Pizza (Dom DeLuise), rinchiuso in un manicomio di massima sicurezza. Da qui una serie di fatti che si sovrapporranno e che sono impreziositi da decine di riferimenti e citazioni di film classici e non (da Prendi i soldi e scappa a Il lungo braccio della legge, passando per Proposta indecente e molti altri), personaggi meta-cinematografici (il detective Balsam, il Ranger) e battute tipiche della grammatica del demenziale. Chi ama questo genere di cose non può assolutamente perderselo: una vera chicca da recuperare e non dimenticare.
Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, Mel Brooks (1993)
Ancora Mel Brooks, re quasi indiscusso del genere, questa volta nel suo film più pop e scanzonato. Apparentemente, per tempi di uscita, una istant-parodia del film Robin Hood - Il principe dei ladri, una delle pellicole con il maggiore incasso del 1991 (quello con Kevin Costner), in realtà si tratta di un film che riprende idee già raccolte da Mel Brooks nel 1975: la trama è abbastanza aderente a quella della storia originale del principe dei ladri, ma i personaggi sono totalmente smitizzati e hanno caratteristiche peculiari, grazie alle quali la narrazione andrà irrimediabilmente nella direzione del ridicolo e dell'assurdo (su tutti Bellosguardo, il servitore cieco di Robin). Divertente in ogni sua parte, politicamente scorretto come spesso accade nella Hollywood di matrice ebraica; c'è spazio anche per qualche siparietto in stile musical. Protagonista assoluto l'ottimo Cary Elwes.
Chicken Park, Jerry Calà (1994)
La scena finale de Il silenzio dei prosciutti, vede Ezio Greggio nella locandina di una pellicola dal nome 'Jurassic Pork', film che non venne mai girato né scritto, forse anche per l'uscita di questo Chicken Park, che ironizzando sul campione di incassi spielberghiano uscito l'anno precedente, vede Jerry Calà (al suo esordio in regia) nei panni di Vladimiro, il padrone di un gallo da combattimento che viene rapito a Santo Domingo; sulle tracce del suo piccolo amico, il nostro finirà in un parco di polli giganti modificati geneticamente dal temibile Mr. Eggs. Infinite allusioni sessuali -non solo per la giovane Alessia Marcuzzi, ma anche per la presenza politically uncorrect del pollo gay con l'orecchino- il film (in linea con il genere) è anche pieno di riferimenti ad altre opere, su tutti Il cacciatore (il cui riferimento è forse la scena migliore del film), ma anche il pioniere Hot Shots!, Lo Squalo, La famiglia Addams e Mamma ho perso l'aereo.
Balle Spaziali, Mel Brooks (1987)
Dopo l'enorme successo di film di fantascienza come Star Wars, Alien e Il pianeta delle scimmie, come avrebbe potuto Mel Brooks esimersi dal farne una parodia generale? E infatti ecco qua Balle spaziali, che scherza proprio rifacendosi a quei mondi fantastici e alieni di cui il Cinema si nutre spesso e volentieri. Si ride sull'eccesso, ma anche sulla naturale (e voluta) illogicità dei meccanismi che guidano la narrazione. Inserito nel genere della parodia fantascientifica (o fantastica?), il genio di Brooks, che partecipa anche da attore interpretando il Presidente Scrocco, è libero di inventare senza freni ed è in grado di presentarci dei personaggi raramente così macchiettistici, da Lord Casco (Rick Moranis) al cane-uomo Ruttolomeo, interpretato da un ottimo John Candy. Salvatore della galassia è un biondissimo Bill Pullman.
Il fuggitivo della missione impossibile, Pat Proft (1998)
Come si evince dal titolo (che in originale è semplicemente Wrongfully Accused), questa parodia si avvale del plot de Il fuggitivo, inserendo infiniti altri riferimenti a film di allora, tra cui l'indimenticabile scena in cui si prende in giro la sequenza più famosa del primo Mission: Impossible, ma anche la citazione del finale de I soliti sospetti, ovviamente con esito di immancabile e altissima comicità. Al pari di Spia e lascia spiare, sempre con protagonista l'irraggiungibile Leslie Nielsen, questo film riesce anche ad essere un vero e proprio thriller, senza mai dimenticarsi di rompere la tensione con improvvisi colpi di genio che riportano rapidamente lo spettatore nel meraviglioso mondo della farsa parodistica. Chi adora questo attore, scomparso nel 2010, non può perdersi la trilogia de Una pallottola spuntata, né L'aereo più pazzo del mondo, esclusi da questa lista solo in virtù del fatto che si avvalgono di una trama propria (quindi sono grottesco-demenziali, ma non vere e proprie parodie).
Palle in canna, Gene Quintano (1993)
Questa volta la vittima sacrificale della parodia è Arma letale. Oltre alla trama, però, si ironizza anche sulla costruzione dei personaggi: il poliziotto bianco che nell'originale è il duro e spaccone Mel Gibson, è qui interpretato da Emilio Estevez (fratello di Charlie Sheen, tanto per farvi capire fino a che punto è arrivato il citazionismo in questo genere), un completo e imprevedibile ribelle (e imbecille) con qualche debolezza di troppo; per quanto riguarda il poliziotto di colore, invece, Danny Glover è impersonato da Samuel L. Jackson (l'anno prima di Pulp Fiction), che al contrario del compagno è un precisino amante dell'ordine, ma capace di andare completamente fuori di testa se si mettono in discussione i suoi schemi mentali. Film tra i più noti del genere, vede tra le battute migliori l'identikit e l'arresto di Faccia di Patata.
Scary Movie, Keenen Ivory Wayans (2000)
Anno domini 2000 d.C., la parodia scende in campo contro (si fa per dire) il genere horror e lo rende oggetto di derisione (cosa che a loro modo avevano già fatto Gianni e Pinotto, a dirla tutta). A quattro anni dallo straordinario successo di Scream (Wes Craven, 1996), nel pieno e conseguente fermento del teen-horror, arriva questo dissacrante Scary Movie, in cui molti sono i riferimenti, non solo al suo obiettivo principale (lo stesso Scream e So cos'hai fatto), ma anche agli slasher Anni '70 come Venerdì 13, oppure grandi classici come Shining e Le colline hanno gli occhi. Bravissimi gli sceneggiatori, che non hanno nulla da invidiare ai maestri del genere parodistico come Jim Abrahams. Peccato che i successivi episodi (ormai siamo oltre il quinto) non siano all'altezza del primo, fatta eccezione per il secondo, che è molto divertente.
L'alba dei morti dementi, Edgar Wright (2004)
Richiamando evidentemente il titolo de L'alba dei morti viventi (2004), remake di Zombi (film di Romero del 1978), questo film (sempre del 2004) potrebbe essere definita una parodia in versione british. Innazitutto la parodia non è più indirizzata a un particolare film, ma a un sotto-genere nel suo insieme, quello degli zombie-movie. La comicità e l'intreccio sono originali, tanto che il film potrebbe essere considerato una 'commedia romantica con gli zombi' (come da sottotitolo del film), ma le citazioni a Romero sono precise e pungenti e l'intento parodistico è decisamente voluto e riuscito. Questo film, tra le altre cose, è piaciuto moltissimo ai critici (Miglior Sceneggiatura ai British Indipendent Film Awards) e quindi sdogana e innalza il genere di cui fa parte a livello quasi autoriale, cosa che in passato era riuscita praticamente solo a Frankenstein Junior, mentre tutti gli altri film erano stati relegati a cinema tendenzialmente di serie B (o tutt'al più di puro consumo come Scary Movie).