Innanzitutto ci sono due miti da sfatare: Tim Burton non ha diretto Nightmare before Christmas né la Disney lo ha prodotto. Il più gotico dei registi statunitensi contemporanei, però, ne aveva scritto la storia, proprio mentre lavorava negli Studios di zio Walt come animatore: un poemetto su un negoziante che rimuove gli addobbi natalizi. La Disney si occupò della ri-distribuzione della pellicola in 3D, nel 2007, quando il nome di Timothy Walter Burton era diventato ormai un'istituzione, e pure un aggettivo: "burtoniano".
Sono "burtoniane" le ambientazioni dark, kitsch e fiabesche, le risate argute in mezzo ai drammi esistenziali e romantici, i personaggi outsider, diversi, incompresi, con le mani di forbice o con una curiosità tale da cascare attraverso lo specchio. E sono "burtoniane" anche due persone: la prima è Helena Bonham Carter, attrice inglese che lui incontra sul set de Il pianeta delle scimmie nel 2001, tra i due nasceranno: una relazione sentimentale, un sodalizio artistico e due figli, Billy Ray e Nell, rispettivamente 15 e 11 anni. La seconda persona è il loro padrino Johnny Depp, che con Burton ha girato otto film tra il 1990 e il 2012, e che ha scritto nella prefazione alla sua biografia: «È un fratello, un amico, qualcuno per il quale andrei ai confini della Terra». E adesso, con il sodalizio Disney rinnovato, torneranno a essere burtoniani altri tre attori: Danny De Vito, Eva Green e Michael Keaton, collaboratori già degli esordi del regista di Burbank. La pellicola che li vede riuniti è Dumbo, attesissima versione live-action del quarto classico Disney, al cinema dal 28 marzo.
Passati i sessant'anni Tim può contare su un Leone d'Oro alla Carriera, ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia 2007, diventando il più giovane regista ad essere insignito di questo riconoscimento; sul Golden Globe vinto l'anno successivo, con il miglior film musicale Sweeney Todd, e su un Emmy. Le uniche due nomination ai Premi Oscar, però, sono arrivate solo per la produzione dei due film animati: La sposa cadavere e Frankenweenie, adattamento in stop-motion di un cortometraggio omonimo che aveva diretto nel 1984. Il prossimo 27 marzo sarà premiato a Roma con un David di Donatello alla carriera.
E poi Henry Selick (è lui che ha diretto Nightmare before Christmas) ha dichiarato che sarebbe ben disposto a essere il regista di un sequel, se Burton lo scrivesse. E pure Wynona Ryder pare stia tornando nella schiera dei burtoniani, negli stessi panni di Lydia Deetz dopo ben vent'anni. Certo rimane ancora l'amaro in bocca per non aver realizzato Maleficent né un'altra versione de La famiglia Addams, ma come si dice: il passato può essere stato tenebroso, ma il futuro sembra luminosissimo.
Beetlejuice (1988)
Geena Davis e Alec Baldwin sono marito e moglie che tornano, fantasmi, nella casa del New England in cui hanno abitato, ma ci trovano una famiglia di snob fastidiosi. Per spaventarli assoldano così lo spiritello Michael Keaton, detto "Beetle Juice", succo di scarafaggio: la piccola Winona Ryder, però, pare più interessata alla morte che alla vita. Il secondo film di Tim Burton è un Ghostbusters al contrario: vinse l'Oscar per il trucco, diventò una serie animata e potrebbe tornare sul grande schermo con Beetlejuice 2.
Batman (1989)
A cinquant'anni dalla nascita del fumetto di Bob Kane, approda sul grande schermo il miliardario mascherato Bruce Wayne: manca Robin, ma c'è Kim Basinger. Fu il secondo film più visto dell'89, fra Indiana Jones e Ritorno al futuro 2. Oscar alle scenografie, nomination al Golden Globe per Jack Nicholson come attore protagonista nei panni del Joker, 6 candidature ai BAFTA. Ebbe tre sequel: il primo ancora di Burton, Batman - Il ritorno del 1992, i successivi Batman forever e Batman & Robin diretti da Joel Schumacher.
Edward Mani di Forbice (1990)
Lo scienziato Vincent Price crea una macchina umana, ma viene a mancare prima di potergli innestare le mani: saranno sostituite da forbici. La creatura viene adottata da una classica famiglia americana in un classico quartiere color pastello: dopo le prime moine, però, i vicini si scateneranno contro il diverso. La 19enne Winona Ryder è già all'ottavo film, il secondo con Burton. BAFTA per le scenografie, nomination all'Oscar per il trucco, Johnny Depp ottiene la sua prima nomination al Golden Globe come miglior attore comedy.
Nightmare before Christmas (1993)
Jack Skeletron, autorità di Halloweentown, stufo di spaventare solo e soltanto bambini, incappa nel Paese del Natale e si imbatte in Santa Claus: decide di rapirlo e prenderne il posto, andando in giro a regalare mostriciattoli. In origine ha la voce di Danny Elfman, compositore celeberrimo e candidato a 4 Oscar: in italiano lo sostituisce Renato Zero. Basato su una storia di Tim Burton risalente agli anni Disney, è diretto dall'Henry Selick di Coraline. Ancora non c'era la categoria del miglior film animato agli Oscar: candidato per gli effetti visivi.
Ed Wood (1994)
È passato alla Storia come il peggior regista del mondo, ma fu anche pornografo alcolizzato, eterosessuale con la passione del travestitismo, produttore di pellicole senza costo. Edward D. Wood Jr. detto Ed Wood, morto a 54 anni nel '78 dopo aver diretto una quarantina di titoli: lo interpreta Johnny Depp negli anni Cinquanta, da Glen or Glenda a Plan 9 from outer space. Oscar e Golden Globe, però, vanno a Martin Landau, miglior attore non protagonista nella parte di Bela Lugosi. Una statuetta anche per il trucco.
Il mistero di Sleepy Hollow (1999)
Dopo Mars attacks! Tim Burton può contare per la terza volta su Johnny Depp, investigatore nella New York del 1799 alle prese con un serial killer fanatico di decapitazioni. Intuisce che il crimine ruota attorno alla ricca famiglia di Michael Gambon, la cui figlia Christina Ricci (all'epoca diciannovenne) potrebbe essere una strega. Basato sulla Leggenda della valle addormentata, vinse due BAFTA (scenografie e costumi), un Oscar (scenografie), e fu candidato anche per la fotografia del messicano-dei-record Emmanuel Lubezki.
Big fish (2003)
Storia delle storie che un padre ha sempre raccontato al figlio: giganti affamati, lupi mannari, sorelle siamesi che scappano dalla Corea. Forse è tutto falso, forse è verosimile. Secondo film di Burton con Helena Bonham Carter dopo Il pianeta delle scimmie ed è il meno gotico della carriera. 7 nomination ai BAFTA, tra cui la migliore performance di supporto di Albert Finney, 4 candidature al Golden Globe (una per Finney e un'altra per la canzone originale di Eddie Vedder), ma agli Oscar arrivò solo la colonna sonora di Danny Elfman.
La fabbrica di cioccolato (2005)
Il piccolo Charlie (che sparisce dal titolo italiano) trova uno dei cinque biglietti d'oro che gli permettono di fare visita alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka (che sparisce dal titolo originale): era già successo nel 1971, sempre dal romanzo di Roald Dahl, ma in questa versione cinematografica compaiono numeri musicali, colori allucinogeni e l'indiano Deep Roy che interpreta tutti gli Oompa Loompa. Premio dei Giovani ai BAFTA, una nomination per Johnny Depp ai Golden Globe e una agli Oscar per i costumi della nostra Gabriella Pescucci.
La sposa cadavere (2005)
Victor Van Dort, voce e fattezze ancora di Johnny Depp, è promesso sposo a Victoria Everglot, figlia di nobili decaduti, ma mentre lui ripassa la formula del rito nuziale in un cimitero dell'ultimo Ottocento la sposa cadavere Helena Bonham Carter lo trascina nel mondo dei morti confondendolo per il suo consorte. 120 pupazzi, 36 set, 3 anni di lavoro senza macchine da presa ma con fotocamere in grado di catturare ogni frazione di secondo dello stop-motion. Diretto da Burton con l'animatore Mike Johnson, vinse il Premio del Futuro a Venezia 64.
Sweeney Todd (2007)
Leggenda narra che in Fleet Street, a Londra, il barbiere Sweeney Todd tagliò la gola a 160 clienti, regalando i loro corpi alla vedova di un fornaio, al piano di sotto, bisognosa di carne per i suoi famosi pasticci. Dalla prima fonte di questo mito, risalente al 1846, la storia arrivò a Broadway nel 1979. La colonna sonora con i brani interpretati dagli attori fu nominata al Grammy. Johnny Depp porta finalmente a casa il suo primo Golden Globe, Helena Bonham Carter resta a bocca asciutta. Oscar alle scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Alice in Wonderland (2010)
La sceneggiatrice Linda Woolverton attinge al Paese delle meraviglie e ad Alice attraverso lo specchio, ma cede il secondo titolo al film del 2016 diretto da James Bobin, che del romanzo di Carroll non ha più niente. Tim Burton fa del suo meglio in questo disordine affidandosi sempre alla coppia Depp-Bonham Carter, alla 21enne Mia Wasikowska, alle musiche di Elfman, ai costumi di Colleen Atwood (premiati con l'Oscar insieme alle scenografie) e a un tripudio di effetti visivi. Incassò più di un miliardo di dollari e fu il secondo film più visto dell'anno.