Guida a Tim Burton: il regista in 11 film

Le fiabe, gli incubi, i personaggi, gli amori e gli interpreti di una delle filmografie di culto degli ultimi trent'anni

Tim Burton fra le opere di Margaret Keane, protagonista del film «Big eyes»  Credit: © 2014 The Weinstein Company. All rights reserved / Foto di Leah Gallo
18 Marzo 2019 alle 16:28

Innanzitutto ci sono due miti da sfatare: Tim Burton non ha diretto Nightmare before Christmas né la Disney lo ha prodotto. Il più gotico dei registi statunitensi contemporanei, però, ne aveva scritto la storia, proprio mentre lavorava negli Studios di zio Walt come animatore: un poemetto su un negoziante che rimuove gli addobbi natalizi. La Disney si occupò della ri-distribuzione della pellicola in 3D, nel 2007, quando il nome di Timothy Walter Burton era diventato ormai un'istituzione, e pure un aggettivo: "burtoniano".

Sono "burtoniane" le ambientazioni dark, kitsch e fiabesche, le risate argute in mezzo ai drammi esistenziali e romantici, i personaggi outsider, diversi, incompresi, con le mani di forbice o con una curiosità tale da cascare attraverso lo specchio. E sono "burtoniane" anche due persone: la prima è Helena Bonham Carter, attrice inglese che lui incontra sul set de Il pianeta delle scimmie nel 2001, tra i due nasceranno: una relazione sentimentale, un sodalizio artistico e due figli, Billy Ray e Nell, rispettivamente 15 e 11 anni. La seconda persona è il loro padrino Johnny Depp, che con Burton ha girato otto film tra il 1990 e il 2012, e che ha scritto nella prefazione alla sua biografia: «È un fratello, un amico, qualcuno per il quale andrei ai confini della Terra». E adesso, con il sodalizio Disney rinnovato, torneranno a essere burtoniani altri tre attori: Danny De Vito, Eva Green e Michael Keaton, collaboratori già degli esordi del regista di Burbank. La pellicola che li vede riuniti è Dumbo, attesissima versione live-action del quarto classico Disney, al cinema dal 28 marzo.

Passati i sessant'anni Tim può contare su un Leone d'Oro alla Carriera, ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia 2007, diventando il più giovane regista ad essere insignito di questo riconoscimento; sul Golden Globe vinto l'anno successivo, con il miglior film musicale Sweeney Todd, e su un Emmy. Le uniche due nomination ai Premi Oscar, però, sono arrivate solo per la produzione dei due film animati: La sposa cadavere e Frankenweenie, adattamento in stop-motion di un cortometraggio omonimo che aveva diretto nel 1984. Il prossimo 27 marzo sarà premiato a Roma con un David di Donatello alla carriera.

E poi Henry Selick (è lui che ha diretto Nightmare before Christmas) ha dichiarato che sarebbe ben disposto a essere il regista di un sequel, se Burton lo scrivesse. E pure Wynona Ryder pare stia tornando nella schiera dei burtoniani, negli stessi panni di Lydia Deetz dopo ben vent'anni. Certo rimane ancora l'amaro in bocca per non aver realizzato Maleficent né un'altra versione de La famiglia Addams, ma come si dice: il passato può essere stato tenebroso, ma il futuro sembra luminosissimo.

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