In origine fu Biancaneve, con i suoi capelli corvini e la sua carnagione lattea. Poi arrivarono le principesse dai capelli color oro, Cenerentola e Aurora. La loro bellezza, la magia e la favola romantica del "vissero felici e contenti" riuscì a conquistare le bambine di diverse generazioni, molte delle quali però, rimasero purtroppo convinte di dover davvero aspettare un principe azzurro per essere 'salvate'.
Un po’ come lo è stata Barbie, le principesse Disney hanno saputo raccontare la femminilità del proprio tempo e, per fortuna, in molti casi contribuire a formarne una nuova. Cenerentola, Ariel, Belle, Tiana o Mulan, tra le tante, ci hanno aiutato a sognare, a essere indipendenti, combattive, coraggiose, fuori dalle righe, tragiche, romantiche, eleganti e ottimiste. Ciascuna ha la sua preferita e qui ci siamo divertiti a ripercorrerle tutte insieme.
Per gli appassionati: in occasione degli 80 anni dall’uscita di «Biancaneve», il WOW - Spazio Fumetto di Milano racconta tutte le principesse in una mostra da non perdere.
Biancaneve (1937)
Biancaneve è la protagonista del primo lungometraggio animato realizzato da Walt Disney, oltre che la prima tra le Principesse. Biancaneve introduce quei canoni femminili che renderanno celebri le prime protagoniste dei film Disney: grazia, una voce angelica e, soprattutto, una bellezza che fa invidia. La favola originaria è dei fratelli Grimm, ma Walt Disney - che pur di realizzare questo film si era pure ipotecato la casa - la riadatta al suo presente. Sono gli anni ’30, l’America ha appena superato il trauma del Crollo di Wall Street (1929) e l’economia sta lentamente riprendendo: la moda torna a occupare un posto di rilievo negli interessi femminili, anche se le donne vengono ancora considerate ‘le dee del focolare’. Biancaneve porta il rossetto rosso e rimanda con la mente a icone femminili come Betty Boop mixata con lo charme di Marge Champion. Si prende cura della casa e il lieto fine della sua storia viene trovato grazie all’arrivo di un principe.
Cenerentola (1950)
Cenerentola è la seconda principessa a essere portata sul grande schermo dalla Walt Disney. Gli anni ’50 sono quelli della ripresa dopo il secondo conflitto mondiale, che aveva portato anche la casa di Topolino a dedicarsi a film meno impegnativi come «I tre caballeros» o «Musica, maestro!». Le grandi dive dell’epoca sono Grace Kelly e Audrey Hepburne, la cui indiscussa eleganza viene riproposta nello stile e nelle movenze di Cenerentola. Frangetta, ballerine e gonne ampie, strette attorno a vite sottili, rispecchiano la moda del tempo, così come un trucco più naturale. Cenerentola è portatrice però anche di una prima importante evoluzione verso una nuova idea di femminilità: è padrona del suo destino e, pur di poter provare a realizzare i suoi sogni, è pronta a disubbidire.
Aurora (1959)
Protagonista di «La bella addormentata nel bosco», il nome Aurora è stato scelto da Disney, ma non compare nella favola originale di Charles Perrault (o meglio, è il nome della figlia che la principessa ha poi col principe). Aurora continua il percorso femminile, stilistico e formativo, iniziato da Cenerentola: è elegante, porta i capelli lunghi e biondi come la moda del tempo preferiva, indossa gonne a ruota e tubini stretti. Anche Aurora disubbidisce - alle fate che le avevano detto di non parlare con gli sconosciuti nel bosco - e per questo, però, viene punita. Tra le principesse Disney, Aurora è quella è meno presente in scena: solo 18 minuti in tutto il film. Viceversa, «La bella addormentata nel bosco» è il primo film in cui il principe ha un ruolo più attivo - deve combattere contro Malefica - nella narrazione.
Ariel (1989)
Ci sono voluti 30 anni da «La bella addormentata nel bosco» prima che la Disney si decida a dedicarsi nuovamente a un film con protagonista una Principessa. L’idea per «La Sirenetta» è in cantiere già dagli anni Trenta, ma prima la guerra, poi i problemi di over budget causati da «La bella addormentata nel bosco», dopo ancora la morte di Walt Disney nel 1966 e, infine, la somiglianza di trama con il film «Splash - Una sirena a Manhattan» del 1984 - motivo anche per cui da biondi, i capelli di Ariel furono trasformati in rossi - ne hanno rimandato l’uscita di diverso tempo. Ariel è la prima vera principessa rivoluzionaria: non solo disobbedisce, ma arriva anche a litigare con il padre per ciò in cui crede. Non viene salvata da nessun Principe, anzi è lei a salvarlo. Gli ideali promossi dalla rivoluzione femminile degli anni ’70, d’altronde, stavano finalmente prendendo piede nella società, facendo sentire i loro echi anche a Hollywood.
Belle (1991)
La protagonista di «La Bella e la Bestia» entra di diritto tra le principesse Disney, anche se non ha sangue reale. Belle incarna l’emancipazione: nel mondo cinematografico anni ’90, in cui sono ancora la bellezza e l’apparenza a definire la femminilità, Belle legge e se ne frega di quello che pensano di lei nel piccolo paese in cui vive. La Disney, sempre attenta a raccontare il proprio tempo con occhio formativo in materia di femminilità, non è un caso che abbia deciso di far uscire la versione live-action di questa fiaba proprio quest’anno, con i suoi profondi cambiamenti e rivoluzioni in corso.
Jasmine (1992)
Figlia del sultano di Agrabah, Jasmine è la prima principessa Disney non caucasica. Come Belle, Jasmine è alla ricerca dell’amore vero e per questo si rifiuta di seguire il volere paterno, che la desidera sposata con un principe. Sempre come Belle, Jasmine ha modo di conoscere Aladdin, di frequentarlo e per questo d’innamorarsi davvero di lui. Come Ariel, invece, si sente prigioniera del luogo in cui vive e vuole evadere, per conoscere il mondo e vivere nuove esperienze. Nonostante i suoi modi aggraziati e la corporatura esile, Jasmine è la prima principessa Disney dotata di forza e in grado di combattere. Il suo outfit è ripreso da quello classico arabo da harem.
Pocahontas (1995)
Sulla locandina del film si leggeva “An American legend comes to life”- una leggenda americana prende vita - ed è così, visto che «Pocahontas» è il primo lungometraggio animato Disney a essere tratto da una storia vera. Pocahontas e John Smith sono esistiti veramente e si sono incontrati proprio durante la fase di colonizzazione della Virginia intorno al 1600. La Disney, a quei tempi alla ricerca di una storia assimilabile e quella di «Romeo e Giulietta», aveva trovato in quella della principessa indiana e del capitano inglese, un modo per porre anche l’attenzione su diverse tematiche care alla compagnia, come uguaglianza, salvaguardia ambientale e, non da ultimo, romanticismo.
Mulan (1998)
Basato sull’antica leggenda cinese di Hua Mulan, l’obiettivo della Disney con questa storia era quello di aprirsi al mercato Orientale. Amore e coraggio: Mulan è la prima vera principessa guerriera. Non solo: introduce il tema del travestimento. Mulan, d’altronde, è una bellissima ragazza costretta a camuffarsi da maschio per prendere il posto del padre malato in guerra, dove lo Stato ha chiamato un uomo per famiglia a partecipare. «Mulan» è l’eroina più femminista che la Disney abbia mai portato sul grande schermo.
Tiana (2009)
Protagonista di «La principessa e il ranocchio», quella di Tiana è la storia di una ragazza indipendente, con il sogno professionale di aprire un suo ristorante a New Orleans, dove vive durante la grande epoca del jazz. Tiana è la prima principessa afro-americana Disney, nonché una giovane donna che non ha bisogno di sentirsi dire cosa fare da nessuno. Le sue ambizioni esulano dall’amore, nonostante poi ne arriverà uno inaspettato a sconvolgerle la vita. Tiana è la favola del quotidiano: semplice ed eroica al tempo stesso.
Merida (2012)
In italiano il titolo originale del film, «Brave», è diventato «Ribelle». Brave in verità vuol dire coraggio. Merida, sua incantevole e vivace protagonista dai capelli color carota, è una ragazza risoluta, passionale, sentimentale e un po’ folle: è coraggiosa. Nonostante i suoi indumenti suggeriscano un tipo di femminilità piuttosto canonica, Merida ne propone una sua personalissima versione fatta di una smodata passione per arco e frecce, capelli al vento e veloci cavalcate. Mentre Mulan era costretta a combattere, Merida vuole combattere, simbolo di come non sia il genere a decretare per cosa siamo nati.
Raperonzolo (2010)
Undicesima per nascita tra le principesse, Raperonzolo è la terza eroina Disney tratta da una favola dei fratelli Grimm (le altre sono Biancaneve e Cenerentola). I suoi lunghi capelli biondi, la magia e la sua fama principesca piuttosto tradizionale, ci fanno pensare erroneamente a un ritorno al passato e a una femminilità ormai superata da parte di Disney: in verità la protagonista di «Rapunzel – L’intreccio della torre» è una ragazza determinata e sognatrice, indipendente e un po’ fuori dalle righe, curiosa del mondo che l’aspetta al di fuori della torre dove è rinchiusa.
Anna e Elsa (2013)
Anna e Elsa sono due sorelle diverse tra loro: la prima è estroversa e ottimista, la seconda è introspettiva e malinconica. Anche i loro capelli e il loro outfit parlano di loro: Anna è castana e si veste con colori caldi, Elsa ha i capelli argentati e usa abiti di tonalità molto chiare. Quando Elsa scopre che ha dei poteri che potrebbero in pericolo la vita delle persone a cui vuole bene e il suo regno, decide in autonomia di confinarsi. Anna non si arrende e la vuole aiutare. «Frozen – Il regno di ghiaccio» introduce un altro tema molto caro ai discorsi sulla femminilità contemporanea: quello sulla sorellanza, ovvero la solidarietà tra donne. Un altro film pienamente al passo con il proprio presente.