Ritmo. Coreografie. Personaggi affascinanti e canzoni memborabili. I musical sono questo e molto altro. Sono pellicole che riescono a trascinare lo spettatore in universi composti da note in cui ogni momento è buono per scatenarsi in travolgenti numeri di danza, di quelli che si fa fatica a rimanere seduti sulla poltrona. E poi i brani. Chi non ha immaginato di cantare e ballare sotto la pioggia come Gene Kelly o di seguire la strada dei mattoni gialli come Dorothy. Pensate quello che volete ma una canzone ogni tanto, per spezzare le routine giornaliere, non sarebbe per niente male.
Nati inizialmente come spettacoli teatrali e sdoganati nel periodo dorato di Hollywood tra gli anni 50 e 60, i musical hanno diffuso mode, tendenze e anche abbattuto barriere di ogni genere guadagnandosi un ruolo di primo piano nei generi cinematografici. In attesa dell’uscita di attesi nuovi film musical, ecco dieci musical che dovete recuperare per presentarvi preparati alla proiezione.
The Rocky Horror Picture Show (1975)
Adattamento cinematografico dello spettacolo del 1973 di Richard O’Brian (il subdolo Riff Raff del film), The Rocky Horror Picture Show è uno dei musical cult che hanno segnato la storia del genere. Novanta minuti in cui seguiamo una coppia borghese di futuri sposi, Brad e Janet, che per una gomma bucata si ritrovano a effettuare un pit-stop d’emergenza nel castello del malvagio ed ambiguo Frank-N-Furter, interpretato da un enorme Tim Curry. Omaggi al cinema fantascientifico anni 50, momenti di surrealismo e canzoni impossibili da dimenticare tra le quali il fantastico “Time Warp”. Un film che ha ispirato più generazioni al grido di “Don’t dream it, be it”.
Il mago di Oz (1939)
Tratto liberamente dal primo libro di quattordici scritto da L. Frank Baum, Il Mago di Ozè forse il musical più celebre della storia del cinema. Dorothy, il suo cagnolino Toto, le sue scarpette rosse, lo Spaventapasseri, l’Uomo di latta e il Leone vanno alla ricerca del famoso mago di Oz, un uomo che ha ristabilito il prestigio della Città di Smeraldo, per chiedere l’avveramento di alcuni desideri. Uscito nel 1939, il film è un tripudio di colori e di incredibili brani musicali tra il quale il pluri-omaggiato nei decenni successivi, “Somewhere over the rainbow”.
Cantando sotto la pioggia (1952)
Ambientato ad Hollywood nel momento dell’introduzione del sonoro nei film, Cantando sotto la pioggia è quello che chiunque dovrebbe avere in mente quando si pensa ad un Musical degli anni che contano con la M maiuscola. Gene Kelly, Donald O’Connor e Debbie Reynolds in una pellicola strepitosa che contiene solamente due canzoni originali tra le quali non è presente quella che dà il titolo al film, essendo stata già portata in scena da Cliff Edwards nel 1929 in Hollywood che canta. Pensato come puro contenitore di canzoni che il produttore aveva scritto assieme a Nacio Herb Brown per i film musicali degli anni ’30, Cantando sotto la pioggia ne esce con le ossa integre e con una reputazione inattaccabile anche dopo più di sessant’anni di musical.
West Side Story (1961)
Portato in scena per la prima volta nel 1957 a Broadway e adattato per lo schermo qualche anno dopo, West Side Story è uno dei musical più premiati dalla Academy nella storia degli Oscar, riuscendone a portare a casa dieci tra cui miglior regia e miglior film. Diretto da Jerome Robbins e Robert Wise, la pellicola con Rita Moreno, Russ Tamblyn ed una ipnotica Natalie Wood ci porta nel bel mezzo della lotta tra due gang rivali, i portoricani Sharks e i newyorkesi Jets, durante la quale Maria e Tony, appartenenti a schieramenti differenti, si innamorano. Ispirato, ovviamente, a Romeo e Giulietta, West Side Story è un capolavoro assoluto.
Jesus Christ Superstar (1973)
Chi l’ha detto che la religione non può essere messa in musica e coreografata? Tratto dall’opera del 1970 scritto da Tim Rice e il mago dei musical Andrew Lloyd Webber, Jesus Chris Superstar trasporta lo spettatore nella settimana prima della crocifissione di Gesù Cristo, messi in scena da una comunità hippie e narrati dal punto di vista di Giuda, interpretato da un memorabile Carl Anderson. Un musical che riesce nell’intento di donare epica ad una vicenda religiosa, molto più di tanti altri blockbuster. Il tutto con grande musica.
Moulin Rouge! (2001)
Ispirato a La Traviata di Giuseppe Verdi, il musical diretto dal visionario Baz Luhrmann è un grande classico moderno del genere. Pellicola del 2001, Moulin Rouge! si svolge nella Parigi di fine XIX secolo in cui un aspirante scrittore (Ewan McGregor) si innamora della ballerina di punta (Nicole Kidman) del celebre locale francese che dà il titolo al film. Sentimenti travolgenti ed emozionanti melodie tra le quali la celebre “Elephant song” e una bellissima versione di “Roxanne” dei Police in stile tango.
Mamma mia! (2008)
Gli ABBA. Servirebbe scrivere altro? No, in tutta sincerità, ma considerando che il paragrafo va riempito bisogna proseguire. Meryl Streep, Amanda Seyfried, Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan Skarsgård in uno dei più grossi successi musicali degli ultimi dieci anni composto interamente da canzoni del famosissimo gruppo svedese. Mamma mia! nonostante non presenti grandi coreografie di gruppo (d’accordo, qualcuna ce n’è ma non troppe) riesce a divertire, a coinvolgere e a emozionare, diventando un grande musical. Ma avendo gli ABBA alle spalle era difficile qualcosa di brutto.
Tutti insieme appassionatamente (1965)
Diretto da Robert Wise (esatto, lo stesso di West Side Story), Tutti insieme appassionatamente è uno di quei musical che per ogni periodo natalizio effettua un passaggio obbligatorio sulle reti televisive nazionali. E questo è un bene perché vi permette di ricordarvi come erano grandi i musical negli anni 60. Una magistrale Julie Andrews la fa da padrona in un classico del genere che andrebbe celebrato come le festività.
Cabaret (1972)
Pensavate ci fossimo dimenticati di Bob Fosse, eh. Ma, tranquilli, c’è posto per tutti. Forse il suo musical più celebre, Cabaret, complice anche un’impressionante Liza Minelli, è uno dei primi musical cosiddetti “adulti” essendo le tematiche centrali della vicenda la vita all’inizio degli anni 30 nella Repubblica di Weimar e l’entrata in politica di un certo Adolf Hitler. “Cabaret”, penultima canzone della pellicola, è un qualcosa che ogni regista che si accosta al genere dovrebbe guardare.
Chicago (2002)
Rob Marshall, uno degli autori di punta del genere musical di Hollywood con Nine e il discutibile Into The Woods nel suo curriculum, dirige una coppia esplosiva composta da Catherine Zeta-Jones e Renée Zellweger, in una delle interpretazioni migliori della loro carriera, in un film tratto da un omonimo spettacolo di Broadway di (che coincidenze) Bob Fosse. Un grande musical che vede tra le sue sequenze più memorabili il famoso “Cell Block Tango”.