Nel 2015, più o meno a sorpresa, il pianosequenza di «Birdman» batté all’ultimo momento un film lungo dodici anni che si chiamava «Boyhood». L’anno successivo, fu scontro a due fra «Revenant – Redivivo» e «Il caso Spotlight», che poi ebbe la meglio, ma vincendo solo due premi. Abbiamo assistito all’impensabile: il miglior film dell’anno è stato per un attimo «La La Land», poi subito rimpiazzato da «Moonlight». Fare pronostici per i Premi Oscar, ogni anno, è d’obbligo: ma si parte dal presupposto che non tutto è prevedibile. Abbiamo già passato in rassegna tutte e nove le pellicole candidate per la statuetta più importante, e abbiamo anche ascoltato e analizzato le cinque canzoni originali in gara: non resta, adesso, che scommettere anche su tutte le altre nomination – guardando non solo chi c’è, ma anche chi manca.
La 90esima edizione dei Premi Oscar sarà trasmessa, in diretta, tra la notte del 4 e la mattina del 5 marzo su Sky Cinema Oscar HD. A partire dalle 22:50 i candidati e i presentatori sfileranno sul red carpet; all’1:30 circa si darà inizio alla consegna dei premi, mezz’ora prima rispetto agli anni precedenti. Per quelli che non rinuncerebbero mai alle giuste ore di sonno, la cerimonia sarà riproposta il giorno successivo in prima serata. A condurla, per il secondo anno consecutivo, è il comedian Jimmy Kimmel.
Film d'animazione
Si potrà mai battere la Pixar? Lo studio fondato trentadue anni fa da Steve Jobs ha vinto, solo per i lungometraggi animati, 8 Premi Oscar su 11 nomination. La Disney, pioniera del genere, paradossalmente è riuscita a ottenere solo 3 statuette, e tutte recentissime. L’unico film che potrebbe avere la meglio, tra le case di produzione statunitensi, è l’outsider polacco «Loving Vincent»: film girato e poi dipinto, fotogramma per fotogramma. Il nostro tifo, però, va all’unico lungometraggio diretto da una donna, irlandese, basato sul bestseller «Sotto il burqa» di Deborah Ellis.
Il grande favorito: «Coco», diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina (Pixar)
La grande speranza: «The breadwinner», diretto da Nora Twomey (GKIDS)
Il grande escluso: «LEGO Batman – Il film», diretto da Chris McKay (Warner Bros.)
Attrice non protagonista
Dopo 7 EMMY Awards – i premi della televisione americana – ricevuti quasi tutti per il ruolo di supporto in «West Wing», Allison Janney conquista finalmente Golden Globe, BAFTA, il Premio del Sindacato degli Attori americani e qualsiasi altro trofeo possa venirvi in mente. Ex atleta, in «Tonya» interpreta la madre durissima di Tonya Harding, pattinatrice artistica su ghiaccio, Argento ai campionati mondiali del ’91, una delle pochissime sportive in grado di eseguire un triplo axel. Quasi imbattibile, il nostro barlume di speranza va alla mamma di “Lady Bird” Laurie Metcalf.
La grande favorita: Allison Janney per «Tonya»
La grande speranza: Laurie Metcalf per «Lady Bird»
La grande esclusa: Hong Chau per «Downsizing – Vivere alla grande»
Film documentario
A quasi novant’anni, Agnès Varda piglia il fotografo muralista JR e parte con lui per un viaggio attraverso quello che interessa di più a entrambi: i volti delle persone e i luoghi in cui vivono. La documentarista belga, lo scorso novembre, ha ricevuto anche l’Oscar alla Carriera, diventando la prima donna ad ottenere la statuetta onoraria. Le sta alle calcagna il film Netflix «Icarus»: sconvolgente reportage dello scandalo che ha investito la Russia prima durante e dopo le Olimpiadi di Sochi, in cui moltissimi atleti avevano seguito un programma di doping finanziato dal governo.
Il grande favorito: «Icarus» diretto da Bryan Fogel
La grande speranza: «Visages, villages» diretto da Agnès Varda e JR
Il grande escluso: «Jane», diretto da Brett Morgen
Film in lingua straniera
Caso più unico che raro, nella cinquina di quest’anno ci sono la Palma d’Oro, l’Orso d’Oro, l’Orso d’Argento, il Premio della Giuria di Cannes e la Coppa Volpi di Venezia; si sente però la mancanza del francese «120 battiti al minuto» e del tedesco «Oltre la notte», vincitore del Golden Globe e tagliato fuori dagli Oscar all’ultimo momento. La lotta allora è apertissima tra la Svezia, che non vince dai tempi di Bergman, e il Cile. Ma attenzione alla Russia: il regista Andrey Zvyagintsev era qui anche nel 2015 con «Leviathan».
Il grande favorito: «The Square», diretto da Ruben Östlund (Svezia)
La grande speranza: «Una donna fantastica», diretto da Sebastián Lelio (Cile)
Il grande escluso: «Oltre la notte», diretto da Fatih Akin (Germania)
Canzone originale
Riuscirà la coppia (artistica) dietro «La La Land» a tornare sul palco del Dolby Theatre? O forse la coppia (artistica e nella vita) di «Frozen»? Sia il duo Pasek & Paul che i coniugi Lopez sono pieni di Grammy, Tony, Oscar, Golden Globe… Mentre la povera Diane Warren, questa volta in coppia col rapper Common, arriva alla nona nomination: è sempre rimasta a bocca asciutta. In mezzo a tanti veterani, ci domandiamo come sia possibile l’assenza di Alan Menken, il “musicista” della Disney. Il nostro tifo, comunque, va a uno che si esibirà in diretta mondiale per la prima volta.
La grande favorita: “Remember me” dal film «Coco»
La grande speranza: “Mystery of love” dal film «Chiamami col tuo nome»
La grande esclusa: “Evermore” dal film «La bella e la bestia»
Attore non protagonista
Christopher Plummer, il più anziano vincitore della categoria, viene nuovamente candidato diventando il più anziano attore nominato a un Premio Oscar. Ironia della sorte: il suo ruolo in «Tutti i soldi del mondo» ha contato venti giorni circa di riprese, in fretta e furia, per sostituire Kevin Spacey. Ma i protagonisti della cinquina sono Sam Rockwell e Woody Harrelson: il poliziotto buono e il poliziotto cattivo di «Tre manifesti a Ebbing, Missouri».
Il grande favorito: Sam Rockwell per «Tre manifesti a Ebbing, Missouri»
La grande speranza: Willem Dafoe per «Un sogno chiamato Florida»
Il grande escluso: Armie Hammer per «Chiamami col tuo nome»
Fotografia
In più di quarant’anni di carriera Roger Deakins ha lavorato a circa settanta film, molti dei quali hanno segnato la storia del cinema recente: «Le ali della libertà», «A beautiful mind», «Fargo» e gran parte dei titoli dei fratelli Coen. Ha ricevuto 14 nominations dall’Academy, nel 2008 fu addirittura candidato contro se stesso, per la fotografia de «L’assassinio di Jesse James» e quella di «Non è un paese per vecchi». Il 2018 sarà l’anno dell’ambita statuetta? Bisogna stare attenti alla prima donna che la spunta in questa cinquina…
Il grande favorito: Roger Deakins per «Blade Runner 2049»
La grande speranza: Rachel Morrison per «Mudbound»
Il grande escluso: Philippe Le Sourd per «L’inganno»
Regia
Anche qua compare a sorpresa una donna, ma è la quinta candidata alla regia in novanta edizioni di Premi Oscar. Greta Gerwig, 34 anni, al suo semi-debutto cinematografico, se la deve vedere con il 54enne messicano e navigatissimo Guillermo Del Toro, già in corsa per il miglior film in lingua straniera, nel 2007, con «Il labirinto del fauno». Un altro cineasta navigatissimo, Christopher Nolan, ottiene la nomination come miglior regista adesso per la prima volta, nonostante i suoi film precedenti («Interstellar», «Inception») siano già passati dall'Academy, vincendo anche qualche statuetta.
Il grande favorito: Guillermo Del Toro per «La forma dell’acqua»
La grande speranza: Greta Gerwig per «Lady Bird»
Il grande escluso: Steven Spielberg per «The Post»
Montaggio
Premio importantissimo e sottovalutato, il montaggio ha segnato, ad esempio, il successo di un classico italiano come «Nuovo Cinema Paradiso»: che fu ritirato dalle sale, rimontato e riproposto sugli schermi prima di conoscere la fama e un Premio Oscar. Sarà un testa-a-testa tra i due autori di «Baby Driver», vincitori di recente del BAFTA, e il Lee Smith di «Dunkirk».
Il grande favorito: Lee Smith per «Dunkirk»
La grande speranza: Tatiana S. Riegel per «Tonya»
Il grande escluso: Nick Houy per «Lady Bird»
Attrice protagonista
Sì, c’è ancora Meryl Streep. Ma come capita spesso, è la meno favorita della competizione. Il suo «The Post» ha, ingiustamente, una sola altra candidatura: quella al miglior film. Terza volta, invece, per Saoirse Ronan: fu nominata dall’Academy quando aveva solo tredici anni per «Espiazione» e poi nel 2016, a ventun anni, era tra le migliori attrici protagoniste per «Brooklyn». Margot Robbie, invece, è alla sua prima volta. Ma la Frances McDormand dei «Tre manifesti» ha già fatto piazza pulita di qualsiasi premio.
La grande favorita: Frances McDormand per «Tre manifesti a Ebbing, Missouri»
La grande speranza: Saoirse Ronan per «Lady Bird»
La grande esclusa: Daniela Vega per «Una donna fantastica»
Attore protagonista
Oscar praticamente già nelle tasche dell’uomo che si nasconde sotto il mascherone (è tutto trucco prostetico) di Winston Churchill. Gary Oldman aveva già sfiorato la statuetta per la sua algida interpretazione de «La talpa». Alla fine degli anni Novanta si cimentò come regista di «Niente per bocca» e vinse due BAFTA; nel 2001 fu candidato all’Emmy per la sua comparsata in «Friends». È stato Sirius Black, Dracula, Lord Shen in «Kung Fu Panda» e il Gordon degli ultimi «Batman».
Il grande favorito: Gary Oldman per «L’ora più buia»
La grande speranza: Timothée Chalamet per «Chiamami col tuo nome»
Il grande escluso: James Franco per «The disaster artist»
Trucco e acconciature
Uno tira l’altro, e se Gary Oldman ci ha messo tutta la maestria che poteva, parte del merito del suo successo è anche dei truccatori che l’hanno appesantito, stempiato, allargato, invecchiato. Quando si presentò sul set il primo giorno, il resto del cast era sconvolto. Sotto allo scafandro di «Wonder», invece, si nasconde Jacob Tremblay, il bambino prodigio di «Room»: il suo Auggie, affetto da una grave anomalia cranio-facciale, si ritrova a dover affronta la scuola elementare senza il casco da astronauta: il risultato è impressionante.
Il grande favorito: D. Malinkowski, L. Sibbick e A. Burger per «L’ora più buia»
La grande speranza: D. Malinkowski, L. Sibbick e A. Burger per «L’ora più buia»
Il grande escluso: J. Blake, C. Friend e B. Sipe per «Guardiani della Galassia Vol. 2»
Colonna sonora originale
Tra la prima candidatura di Jonny Greenwood per «Il filo nascosto» e la 51esima di John Williams, ci sono due ex vincitori: il prolifico Alexandre Desplat, che rischia di fare doppietta, e Hans Zimmer: che ebbe il suo unico Oscar per la musica de «Il Re Leone» del ’95. Zimmer è anche l’autore della musica di «Blade Runner 2049»; Williams di quella di «The Post».
Il grande favorito: Alexandre Desplat per «La forma dell’acqua»
La grande speranza: Hans Zimmer per «Dunkirk»
I grandi esclusi: Evgueni & Sacha Galperine per «Loveless»
Effetti visivi
Al terzo e ultimo capitolo della trilogia, riusciranno gli scimpanzé capitanati da Cesare ad ottenere il tanto agognato Oscar agli effetti speciali visivi? La minaccia di «Star Wars» è sempre dietro l’angolo, ma è «Blade Runner 2049» il vero nemico da sconfiggere. Il «Blade Runner» originale, del 1982, fu candidato proprio in questa categoria (e per le scene): perse contro «E.T.».
Il grande favorito: «The war – Il pianeta delle scimmie»
La grande speranza: «The war – Il pianeta delle scimmie»
Il grande escluso: «Thor: Ragnarok»
Film
Chi non vorrebbe vedere il Luca nazionale salire sul palco alla fine della cerimonia di premiazione? Tagliato fuori dalla cinquina dei registi, è anche produttore di «Chiamami col tuo nome» insieme al fedele Marco Morabito. Ma la guerra è fra i due giganti di questa stagione di premi cinematografici: «La forma dell’acqua» di Del Toro, che con 13 nominations è il film più candidato dell’anno; e i «Tre manifesti» di McDonagh, che finora hanno ricevuto, tra gli altri, 4 Golden Globe, 5 BAFTA, 3 SAG Awards.
Il grande favorito: «Tre manifesti a Ebbing, Missouri», diretto da Martin McDonagh
La grande speranza: «Chiamami col tuo nome», diretto da Luca Guadagnino
Il grande escluso: «Un sogno chiamato Florida», diretto da Sean Baker
Il miglior film è «La forma dell'acqua - The Shape of Water», il miglior attore Gary Oldman e la migliore attrice Frances McDormand, la miglior regia a Guillermo del Toro per «La forma dell'acqua - The Shape of Water» e tutte le altre statuette assegnate