I cinque brani originali che quest'anno si contendono una statuetta, dalle colonne sonore di: «Coco», «Chiamami col tuo nome», «The Greatest Showman», «Mudbound» e «Marshall»
Gli Oscar sono premi talmente movimentati che anche una categoria apparentemente innocua come la migliore canzone originale si porta dietro una sfilza di controversie e polemiche. La categoria per eccellenza di «Pinocchio» e «Mary Poppins»; che ha premiato «Over the rainbow», «Moon river» e «Que sera, sera»; che ha fatto di «White Christmas» e di «Baby, it’s cold outside» due grandi classici del Natale.
Per gli Academy Awards 2018 sono candidate «Remember me» dal film Disney «Coco», «This is me» nella colonna sonora del musical «The Greatest Showman», «Stand Up for Something» di «Marshall», «Mighty River» («Mudbound») e «Mistery of Love» per «Chiamami col tuo nome» di Luca Guadagnino.
Dal 1934, quando fu istituita, (e fino al 1941) l’unica regola per essere ammessi era che la canzone comparisse all’interno del film. Nel ’41, con la vittoria di «The last time I saw Paris», i membri dell’Academy furono costretti a mettere mano al regolamento. Jerome Kern, autore della musica, si disse sconvolto dalla vittoria perché, diceva, l'aveva scritta molto prima che si girasse il film, dopo l’occupazione tedesca di Parigi. Era stata incisa da Kate Smith e aveva addirittura raggiunto l’ottava posizione della classifica. E allora oggi, proprio grazie a Kern, soltanto le canzoni scritte apposta per una pellicola possono ambire a una nomination. Remake, cover o remix sono escluse: e «Gangsta’s paradise» di Coolio, dal film «Pensieri pericolosi», fu tagliata fuori dall’edizione del 1995.
La tradizione delle performance dei brani candidati durante la serata di premiazione nacque qualche tempo dopo, nel 1946. Durante la cerimonia del 2016 delle cinque in lizza furono cantate solo tre canzoni. Anohni, autrice e performer di «Manta ray» boicottò la cerimonia, accusando l’Academy di transfobia. Ma il caso più discusso fu del 2014. Poco dopo l’annuncio dei candidati, l’Academy ritirò la nomination del compositore Bruce Broughton per il brano «Alone yet not alone» dal film omonimo. A quanto pare, Broughton, ex membro tra i votanti, aveva scritto via mail a ogni vecchio collega per informare dell’eleggibilità della sua canzone. Fu squalificato per «vantaggio ingiusto», ma c’era poca battaglia: vinse «Let it go» da «Frozen».
Dopo i casi di «Dreamgirls» e «Come d’incanto», infine, dal 2008 non è più possibile che un film abbia tre canzoni in corsa per questa statuetta: l’Academy trovò ridicolo che entrambi i titoli ne uscirono sconfitti. Il numero massimo è sceso a due, com’è stato lo scorso anno per «La La Land».
Remember me
Scritta da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez Dal film «Coco» (Pixar)
Kristen e Robert sono la coppia che ha rovinato la vita di ogni genitore: sono, infatti, gli autori di «Let it go», smash-hit dal film Disney «Frozen», Premio Oscar nel 2014, un miliardo e mezzo di visualizzazioni su YouTube, la prima canzone Disney che negli ultimi vent’anni è riuscita a entrare nella Top 10 della Billboard. Dopo aver prestato le voci ad alcuni personaggi in «Winnie the Pooh: nuove avventure nel Bosco dei Cento Acri», «Frozen» è stato per loro quasi un debutto sul grande schermo. Adesso ci riprovano con il tema ricorrente del film Pixar «Coco», un brano «che avrebbe potuto cantare Jorge Negrete o Pedro Infante», una canzone in stile bolero-ranchero che funziona benissimo anche come ninna-nanna o ballata. Poco dopo l’uscita del film, il 31 dicembre scorso, la mamma di Alexander Vazquez, 4 anni, ha postato su Instagram il video del figlio che canta «Remember me» in occasione del compleanno della sorella più piccola, Ava, venuta a mancare prima di compiere un anno. È diventato virale e la canzone è stata scelta come inno per i bambini che devono scontrarsi per la prima volta con la morte, la perdita in generale o il cambiamento. Attualmente Kristen e Robert sono a lavoro sulla musica di «Gigantic», secondo adattamento Disney della fiaba «Jack e la pianta di fagioli», la cui uscita è prevista per il 2020.
This Is Me
Scritta da Benj Pasek e Justin Paul Dal film «The greatest showman» (20th Century Fox)
Pasek & Paul, duo consolidato, sono gli autori del musical «Dear Evan Hansen», approdato a Broadway alla fine del 2016 e vincitore di 6 Tony Awards, incluso quello per la miglior colonna sonora. A gennaio di quest’anno, per la musica dello stesso spettacolo, hanno anche ottenuto il loro primo Grammy. L’Oscar era arrivato a febbraio 2017 come autori del testo di «City of stars», uno dei brani più celebrati di «La La Land» che era stato candidato insieme ad «Audition». Ai due parolieri quindi manca solo l’Emmy, il premio della televisione americana, per diventare EGOT, e cioè vincitori di Emmy, Grammy, Oscar e Tony: la massima ambizione per attori di musical e autori teatrali. Il brano «This is me», interpretato nel film dall’attrice di Broadway Keala Settle, è stato anche riarrangiato da Kesha. Per questo pezzo, lo scorso gennaio, il duo ha vinto il secondo Golden Globe consecutivo.
Mighty River
Scritta da Raphael Saadiq, Mary J. Blige e Taura Stinson Dal film «Mudbound» (Netflix)
Mary J. Blige non ha certo bisogno di presentazioni: dal 1991, quando ha inciso il primo album, ad oggi ha venduto più di 75 milioni di dischi nel mondo, diventando una delle maggiori cantanti R&B e Hip-Hop. Ha ricevuto 9 Grammy su 31 nomination, secondo «Rolling Stone» è una dei 100 migliori cantanti di tutti i tempi e il suo album «My life» del 1994 è alla posizione 279 dei 500 migliori dischi della Storia. Nel 2006 ha ricevuto il Premio Leggenda ai World Music Awards e ha sfiorato la candidatura al Premio Oscar ?" dopo aver ricevuto quella al Golden Globe ?" per «The living proof», la canzone originale di «The help». Prendendo parte al film «Mudbound» di Dee Rees è diventata la prima persona ad essere candidata dall'Academy sia per la migliore canzone originale che per la migliore interpretazione in un ruolo da non protagonista. Nel film interpreta Florence Jackson, madre della famiglia al servizio dei McAllan, proprietari di un appezzamento di terreno in Mississipi alla fine della Seconda Guerra. La candidatura di Mary J. Blige segna anche la prima volta che un attore viene nominato all'Oscar per un film diretto da una donna afroamericana.
Stand Up for Something
Scritta da Common e Diane Warren Dal film «Marshall» (Open Road Films)
La povera Diane Warren arriva con questa candidatura a quota nove: dal 1988 (per «Mannequin») a oggi non ha mai vinto, neanche con un grande classico come «I don't wanna miss a thing», in «Armageddon». Caso più unico che raro, la canzone era nominata contemporaneamente all'Oscar, a due Grammy e al Razzie come peggior brano musicale. Due anni fa, in coppia con Lady Gaga, la sua «Til it happens to you» era la superfavorita dell'anno, ma vinse Sam Smith. L'anno prima perse contro John Legend e Common. Quest'ultimo ora fa coppia con lei, per il brano dei titoli di coda di «Marshall» interpretato da Andra Day. La canzone, un inno a perseguire i propri valori e ad aiutare chi li condivide, ricalca la storia di Thurgood Marshall, il primo giudice afro-americano della Corte Suprema. Diane Warren ha vinto un Grammy nel 1997 per «Because you loved me», interpretata da Céline Dion, e ha ricevuto un Golden Globe nel 2011 grazie a «Burlesque». Common invece ha vinto Oscar, Golden Globe e Grammy insieme a John Legend per il brano «Glory» del 2014 e due anni dopo l'Emmy per la canzone originale del documentario «13th».
Mistery of Love
Scritta e interpretata da Sufjan Stevens Da «Chiamami col tuo nome» (Sony Picture Classics)
Luca Guadagnino aveva chiesto a Sufjan Stevens di prendere parte alla realizzazione di «Chiamami col tuo nome» come narratore della storia. Stevens, dopo aver gentilmente declinato, si è offerto di scrivere per il film una canzone originale. In realtà ne ha poi scritte due: «Mystery of love», che è parte integrante del viaggio dei protagonisti Elio e Oliver a Bergamo, e «Visions of Gideon», il brano dei dolorosissimi titoli di coda. Quasi contemporaneamente a queste tracce (il film contiene una terza, un arrangiamento per piano di «Futile devices»), Stevens ha pubblicato un singolo dal titolo «Tonia Harding», nome della pattinatrice radiata dalla Federazione dopo i giochi invernali del '94. Il brano non ha niente a che fare con il film «I, Tonya» (nelle nostre sale dal 22 marzo e candidato a 3 Premi Oscar): il musicista lo ha offerto ai produttori che l'hanno scartato. Il video ufficiale di «Mystery of love», pubblicato dal canale YouTube di Pitchfork lo scorso gennaio, oltre alle immagini del film contiene sequenze girate appositamente all'interno del Museo archeologico di Napoli.
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