Dal primo ruolo da protagonista di Lady Gaga all'ennesima trasformazione di Christian Bale passando per i già vincitori Steve McQueen, Damien Chazelle e Barry Jenkins: tutti i nomi e i titoli in odore di premio
Con l’annuncio dei candidati ai 28esimi Gotham Independent Film Awards, lo scorso 18 ottobre, si è ufficialmente aperta la stagione dei premi cinematografici 2018-2019. Se il Festival di Cannes ha delineato i titoli protagonisti del cinema internazionale, quello di Venezia e la Festa del Cinema di Roma hanno presentato molto cinema americano: quasi certamente torneranno a darsi battaglia i due giovani registi del 2017, Barry Jenkins e Damien Chazelle, autori rispettivamente di «Moonlight» e «La La Land», che animarono l’edizione degli Academy Awards numero 89. Da tenere d’occhio, però, c'è anche un film fuori-stagione: «Black Panther». Con oltre un miliardo di dollari incassati nel mondo, il film di Ryan Coogler, già autore di «Creed», è diventato il secondo maggior incasso del 2018 e il nono film più redditizio di sempre, sotto agli storici «Avatar» e «Titanic» e all’altra new entry «Avengers: Infinity war».
E mentre «Gli incredibili 2» ha la strada spianata per bissare il successo (e i due Oscar) del film precedente, soprattutto dopo la pubblicazione delle 25 pellicole animate semifinaliste da parte dell’Academy, allo stesso modo tornano a far parlare delle loro performance gli attori protagonisti della scorsa stagione. Dai recenti Premi Oscar Mahershala Ali, Emma Stone e Sam Rockwell ai candidati dello scorso anno Timothée Chalamet e Daniel Kaluuya, Margot Robbie e Saoirse Ronan, le attrici “televisive” Regina King e Claire Foy, entrambe vincitrici dell’Emmy, le veterane Julia Roberts e Nicole Kidman, la nominata Felicity Jones e il premiato Christian Bale.
In attesa che anche i sindacati cinematografici americani facciano le loro scelte, non ci resta che aspettare giovedì 6 dicembre, quando la Hollywood Foreign Press Association annuncerà i candidati ai 76esimi Golden Globe, che saranno consegnati il 6 gennaio 2019 segnando la prima grande tappa nella marcia verso gli Oscar. Ecco, intanto, i titoli che promettono di fare da protagonisti lungo tutta questa stagione.
The wife – Vivere nell'ombra
di Björn Runge con Jonathan Pryce, Glenn Close, Max Irons e Christian Slate
La prima nomination all’Oscar di Glenn Close è del 1983, per il suo film d’esordio «Il mondo secondo Garp». L’ultima è del 2012, anno di «Albert Nobbs», da lei scritto, prodotto e interpretato. In mezzo: ancora quattro candidature e nessuna statuetta, motivo per cui adesso rientra fra gli “sconfitti eccellenti” e si prepara, con «The wife», a ribaltare la situazione. È infatti in prima linea nei pronostici per il ruolo di migliore attrice dell’anno.
Bohemian rhapsody
di Bryan Singer con Rami Malek, Lucy Boynton, Joseph Mazzello e Mike Myers
Sul versante maschile, invece, le aspettative sono tutte per Rami Malek, vincitore dell’Emmy per «Mr. Robot» e in sala dal 29 novembre con «Bohemian Rhapsody». Interpreta Freddie Mercury negli anni precedenti alla leggendaria apparizione dei Queen al Live Aid del 1985, il più grande concerto di beneficenza della storia, organizzato da Bob Geldof e Midge Ure per raccogliere fondi in soccorso alle carestie etiopiche.
Stanlio & Ollio
di Jon S. Baird con John C. Reilly, Steve Coogan, Shirley Henderson e Nina Arianda
Steve Coogan (candidato all’Oscar come sceneggiatore e produttore di «Philomena») e John C. Reilly (attore non protagonista in «Chicago») riportano in vita la più famosa coppia comica della Storia, quella formata da Oliver Hardy & Stan Laurel, negli anni del trionfante tour in Gran Bretagna e Irlanda per salutare le scene, fra le pressioni del programma e il sostegno delle mogli. È la prima volta che il cinema racconta questo pezzo di (auto)biografia.
A star is born
di Bradley Cooper con Lady Gaga, Bradley Cooper, Sam Elliott e Dave Chappelle
Opera prima di Bradley Cooper e terzo adattamento del film omonimo del 1937 – più vicino, però, alla versione del ’76 con Barbra Streisand che vinse l’Oscar alla canzone originale. Lady Gaga potrebbe ricevere quella stessa statuetta, per il brano trainante «Shallow», scritto, tra gli altri, insieme al super-produttore Mark Ronson. Non passerà comunque inosservata la sua performance d’attrice: Film Stage l’ha definita “a dir poco straordinaria”.
Roma
di Alfonso Cuarón con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Diego Cortina Autrey
Un anno nella vita di una famiglia borghese a Roma, quartiere di Città del Messico, all’inizio degli Anni 70. Il film, Leone d’Oro a Venezia, fu rifiutato dal Festival di Cannes perché destinato allo streaming su Netflix: il regista e sceneggiatore Alfonso Cuarón – il primo ispanico a vincere l’Oscar per la migliore regia, nel 2014, grazie a «Gravity» – abbandona la lingua inglese dopo 17 anni, ma difficilmente rimarrà confinato nella categoria del “film straniero”.
First man – Il primo uomo
di Damien Chazelle con Ryan Gosling, Claire Foy, Jason Clarke e Kyle Chandler
Dopo essere diventato il più giovane regista a ricevere l’Academy Award per «La La Land», Damien Chazelle cerca di bissare quel successo con questo biopic su Neil Armstrong, leggendario astronauta americano, nel suo viaggio per diventare il primo uomo sulla Luna. Sceneggiatura di Josh Singer, autore anche dei dialoghi di «Spotlight» e «The Post»; musiche di Justin Hurwitz, Oscar per la colonna sonora e la canzone originale 2017.
di Yorgos Lanthimos con Olivia Colman, Rachel Weisz e Emma Stone
Dopo «The lobster», Yorgos Lanthimos torna a dirigere Rachel Weisz nella prima sceneggiatura di cui non è firmatario. XVIII secolo, Inghilterra: mentre la regina Anna occupa il trono, Lady Sarah governa effettivamente il Paese. Questo finché non arriva una nuova serva, interpretata dal premio Oscar Emma Stone, che vede la possibilità di ritornare alle sue radici aristocratiche. Coppa Volpi a Venezia 75 per Olivia Colman e Gotham Award al miglior cast.
Green book
di Peter Farrelly con Viggo Mortensen, Mahershala Ali e Linda Cardellini
Rotto il sodalizio col fratello Bobby, con cui aveva diretto «Tutti pazzi per Mary», Peter Farrelly lascia la commedia per raccontare la storia di un buttafuori italo-americano che diventa autista di un pianista afro-americano. Il titolo fa riferimento al Negro Motorist Green Book, pubblicato tra il 1936 e il ’66, una guida fondamentale contro la segregazione di alloggi e attività commerciali, specialmente nel Sud, dove vigevano le leggi di Jim Crow.
BlacKkKlansman
di Spike Lee con John David Washington, Adam Driver, Laura Harrier e Topher Grace
I produttori di «Get out» accompagnano Spike Lee in un’altra storia americana – questa volta verissima – di “relazioni fra le razze”. Anni ’70: nel pieno dei movimenti per i diritti civili, il primo detective nero del dipartimento di polizia di Colorado Springs riesce a infiltrarsi nel Ku Klux Klan locale e convince un collega ebreo a fingersi suprematista bianco. Commedia amarissima e tristemente attuale, Gran Premio della Giuria a Cannes.
Il ritorno di Mary Poppins
di Rob Marshall con Emily Blunt, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Pixie Davies e Colin Firth
Dopo «Into the woods» e prima della versione live-action de «La sirenetta», Rob Marshall potenzia il suo sodalizio con i Walt Disney Studios grazie al sequel attesissimo di «Mary Poppins». Il film del ’65 portò a casa cinque Oscar: dalla migliore attrice Julie Andrews alla canzone originale «Chim Chim Cher-ee»: Emily Blunt ha il difficilissimo compito di confrontarsi con una performance diventata iconica. Accanto a lei: Angela Lansbury e Meryl Streep.
Senza lasciare traccia
di Debra Granik con Ben Foster e Thomasin McKenzie
Un uomo e la figlia adolescente vivono per anni nelle foreste di Portland, in Oregon. Un piccolo errore distruggerà le loro vite, costringendoli ai servizi sociali. Otto anni dopo «Un gelido inverno», che fu candidato a 4 Premi Oscar e lanciò Jennifer Lawrence, Debra Granik torna sul grande schermo con una sceneggiatura scritta ancora una volta a quattro mani insieme ad Anne Rosellini, basata sul romanzo «My abandonment» di Peter Rock.
Widows: eredità criminale
di Steve McQueen con Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo
Viola Davis, Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo sono quattro donne che hanno una sola cosa in comune: il debito lasciato dalle attività criminali dei loro mariti morti. Ambientato nella Chicago contemporanea, è il primo film di Steve McQueen dopo l’Oscar 2013 per «12 anni schiavo». La sceneggiatura è di Gillian Flynn, autrice de «L’amore bugiardo», ed è basata sul romanzo della regina del thriller britannico Lynda La Plante.
The old man & the gun
di David Lowery con Robert Redford, Casey Affleck, Sissy Spacek e Tom Waits
Presunta ultima apparizione di Robert Redford, racconta la vera storia di Forrest Tucker: l’uomo che fuggì da San Quentin all’età di 70 anni e che mise in fila una serie di rapine senza precedenti. Coinvolti nell’inseguimento saranno anche Sissy Spacek e il detective interpretato da Casey Affleck, premiato con l’Oscar 2017 come miglior attore. Il film è stato presentato a ottobre durante la 13esima Festa del Cinema di Roma.
Copia originale
di Marielle Heller con Melissa McCarthy, Richard E. Grant e Dolly Wells
La regista del «Diario di una teenager» Marielle Heller torna al lungometraggio per raccontare la storia di Lee Israel, autrice americana attiva fra gli Anni 70 e 80 nota soprattutto per il suo coinvolgimento nella contraffazione letteraria. La interpreta Melissa McCarthy, già candidata all’Oscar per «Le amiche della sposa» nel 2012. Le fa da spalla il veterano Richard E. Grant, protagonista anche de «Lo schiaccianoci e i quattro regni».
Se la strada potesse parlare
di Barry Jenkins con KiKi Layne, Stephan James e Regina King
Nella Harlem degli Anni 70, la diciannovenne Tish scopre di essere incinta del suo neo-fidanzato Fonny, arrestato e incarcerato da un poliziotto bianco per un reato che non ha commesso. È la trama di «Se la strada potesse parlare», celebre romanzo di James Baldwin che Barry Jenkins ha deciso di portare sul grande schermo dopo l’indimenticabile Oscar 2017 per «Moonlight». Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
Beautiful boy
di Felix Van Groeningen con Steve Carell, Timothée Chalamet, Maura Tierney e Amy Ryan
Storia vera di David e Nic Sheff, padre e figlio, autori della più famosa e venduta coppia di memoir americana, in cui si racconta l’esperienza straziante di una famiglia impotente davanti alla dipendenza del ragazzo dalla metanfetamina. Coppia d’assi davanti alla macchina da presa: Steve Carell e la star in ascesa Timothée Chalamet, li dirige Felix Van Groeningen, che sfiorò l’Oscar nell’anno della nostra «Grande bellezza».
VICE
di Adam Mckay con Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell e Sam Rockwell
Steve Carell è protagonista anche di un’altra storia, il ritorno sullo schermo di Adam McKay dopo l’Oscar alla sceneggiatura de «La grande scommessa». «VICE» indaga sul modo in cui Dick Cheney, membro burocratico di Washington, divenne l’uomo più potente del mondo come vicepresidente di George W. Bush. Lo interpreta il trasformista Christian Bale e accanto a lui c'è la 5 volte candidata Amy Adams.
Boy erased
di Joel Edgerton con Lucas Hedges, Nicole Kidman, Joel Edgerton, Russel Crowe, Xavier Dolan
Dopo essere stato tolto con la forza ai suoi genitori, il figlio di un predicatore battista è costretto a partecipare a un programma religioso di conversione per gay, vicenda molto simile a quella de «La diseducazione di Cameron Post», al cinema dal 31 ottobre. Questa, però, è la storia vera di Garrard Conley, interpretato dal 21enne Lucas Hedges, co-protagonista dei film “da Oscar” «Manchester by the sea», «Lady Bird» e «Tre manifesti a Ebbing, Missouri».
Maria regina di Scozia
di Josie Rourke con Saoirse Ronan, Margot Robbie, David Tennant e Jack Lowden
Sono reduci dai successi di due film della scorsa stagione: la bambina prodigio Saoirse Ronan ha vinto il suo primo Golden Globe grazie a «Lady Bird» di Greta Gerwig; la Harley Quinn più amata di sempre, Margot Robbie, ha ricevuto la nomination all’Oscar per «Tonya». Adesso interpretano Elisabetta I e Maria Stuarda nell’opera seconda della shakespeariana Josie Rourke, nei cinema italiani dal 17 gennaio 2019.
The front runner
di Jason Reitman con Hugh Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred Molina
Non sono passati neanche quattro mesi dall’uscita del suo «Tully» che già Jason Reitman si prepara a tornare in sala. Dopo le tre nomination all’Oscar per «Tra le nuvole» e quella per la regia di «Juno», assolda Hugh Jackman per (ri)dare volto al senatore americano Gary Hart, durante la campagna presidenziale del 1988, quando la sua corsa fu interrotta a causa di uno scandalo sessuale legato alla sua relazione con Donna Rice.
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