“Parasite”: il film dei record arriva agli Oscar

Il settimo lungometraggio del coreano Bong Joon Ho si prepara a scrivere la Storia, non solo degli Academy Awards

Kang-ho Song, Hye-jin Jang, Woo-sik Choi e So-dam Park in “Parasite” di Bong Joon Ho  Credit: © Academy Two
28 Gennaio 2020 alle 14:54

Palma d’Oro e, più di recente, Golden Globe come miglior film straniero, “Parasite” è la prima pellicola coreana ad aver raggiunto questi traguardi. È anche il primo film non americano ad aver ricevuto il premio per il miglior cast agli Screen Actors Guild Awards dello scorso 20 gennaio; 4 nomination ai BAFTA, 12 ai Golden Derby Awards e adesso anche 6 nomination agli Oscar – come miglior film, regia, sceneggiatura originale, scenografia, montaggio e film internazionale.

Si tratta, innanzitutto, di un film sulla lotta di classe: non a caso al centro della trama c’è il lavoro. Solo attraverso di esso, infatti, le due famiglie protagoniste della vicenda – due famiglie agli antipodi dello spettro sociale della Corea contemporanea – possono sperare di incontrarsi.

In secondo luogo, “Parasite” è un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock: le scale fanno quasi da padrone al punto che la troupe, durante le riprese, l’ha definito uno «stair movie». Il voyeurismo porta i personaggi a guardare ciò che succede per ben 14 volte attraverso le finestre sparse dappertutto e per i più attenti c’è una collezione di sir Alfred, fuori posto, nella casa dei Park. Casa che si dice essere opera di un architetto fittizio, dal nome Namgoong Hyeonj, e che in realtà è stata costruita da zero – punta di diamante della nomination all’Oscar per le scenografie di Ha-jun Lee e Won-Woo Cho. Il regista Bong Joon Ho ha raccontato alla rivista coreana Cine21 della sua esperienza in un’abitazione così ricca: ha ammesso che gli tremava letteralmente la mano dall’ansia9 mentre restituiva un bidone per la spazzatura high-tech, utilizzato come oggetto di scena, dal prezzo di 2.500 dollari.


La trama

Senza lavoro, senza soldi e, soprattutto, senza motivazione, il padre di famiglia Ki-taek, sua moglie Chung-sook, la sua cinica figlia ventenne Ki-jung e suo figlio maggiore Ki-woo racimolano come possono spiccioli e Wi-fi, tirando a campare in uno squallido appartamento seminterrato piegando anche cartoni di pizze. Arriva improvvisa una redditizia proposta commerciale che, se sfruttata con arguzia, potrebbe aprire la strada a un piano insidioso: Ki-woo si improvvisa insegnante d’inglese per la figlia adolescente di una ricca famiglia, i Park, che a quanto pare necessitano di molti altri aiuti.

Per mantenere viva la sorpresa dei colpi di scena, nessuna immagine della seconda metà del film è stata inserita nel trailer, né in nessun altro materiale promozionale. Anche prima della premiere a Cannes il regista Bong Joon Ho ha supplicato la stampa di evitare qualsiasi spoiler negli articoli che sarebbero stati pubblicati.

Il regista Bong Joon Ho

Nato a Taegu cinquant’anni fa, il regista non è nuovo agli allori americani: il suo film più celebre infatti, “Memories of murder”, è stato d’ispirazione per Martin Scorsese che ne ha tratto un remake molto fruttuoso, “The departed”. Nel 2013, poi, a quattro anni da “Madre”, Joon Ho è passato al cinema in lingua inglese prima col cult “Snowpiercer” e con “Okja”, titolo Netflix passato con non poche polemiche dal Festival di Cannes 2017.

“Parasite”, oltre a essere il suo ritorno alla lingua natale dopo dieci anni, è anche il primo film sud-coreano candidato a un Premio Oscar, inserito al secondo posto dai Chaier du Cinéma nella lista dei migliori film del 2019. Joon Ho dev'essersi abituato perché anche “Madre” e “The host” avevano ricevuto il plauso della stessa critica.

Manifesto promozionale per l'uscita britannica del film  Credit: © La Boca

I premi

Mancano poco ormai all’assegnazione dei 92esimi Premi Oscar, programmata per la notte tra domenica 9 e lunedì 10 febbraio (ora italiana): prima di quella data però – in cui “Parasite” si contende le 6 statuette – ci sarà la prova dei BAFTA, i premi del cinema britannico, che saranno assegnati dalla British Academy Film and Television Arts la sera del 2, all’interno della Royal Albert Hall, in una cerimonia presentata da Graham Norton e trasmessa sulla BBC. Il giorno prima, dall’altra parte dell’oceano, sarà eletta anche la migliore sceneggiatura dell’anno secondo il Writers Guild of America, e chissà che Bong Joon Ho non abbia la meglio anche lì.

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