Pedro Almodóvar: il regista in 11 film

Il più noto regista spagnolo dopo Luis Buñuel racconta, da quasi quarant'anni, il suo Paese post-franchista, le sue donne e soprattutto il cinema della sua vita

Pedro Almodóvar sul set di «Parla con lei»  Credit: © Sony Pictures Classics / Miguel Bracho
25 Settembre 2018 alle 11:50

Solo cinque volte è successo che l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale l’abbia ritirato qualcuno che non aveva scritto in inglese. Una volta è toccata a noi, con “quei difficili nomi italiani”, come disse Bette Davis nel 1963, autori del «Divorzio» di Pietro Germi. Un’altra, invece, fu spagnola: Pedro Almodóvar batté «Gangs of New York» e «Il mio grosso grasso matrimonio greco» con la storia a incastri di «Parla con lei». Fu una statuetta difficile, segnò la rottura definitiva fra il regista iberico e l’Academia de las Artes y las Ciencias Cinematográficas, che non aveva selezionato quel film per la competizione americana bensì «I lunedì al sole».

La vita

Polemiche e controversie non sono mai mancate nella carriera di Pedro: nato e cresciuto nella Mancia, la più povera provincia spagnola, dove ha frequentato i Salesiani e i Francescani, si sposta a Madrid a sedici anni per lavorare nella società Telefónica. Nella capitale liberata dalla dittatura franchista partecipa attivamente anche alla movida, con il gruppo punk-rock Almodóvar & McNamara, con i suoi primi scandalosi cortometraggi, con la pubblicazione di fumetti e di racconti su riviste underground. Il caos cittadino si rispecchia nelle trame e nei personaggi dei suoi primi film, soprattutto i primi tre, che fungono anche da manifesto degli intenti e delle tematiche: l’ironia goliardica, la disinibizione, il rifiuto per le istituzioni e soprattutto l’interesse per i personaggi femminili, “sicuramente più autentici e misteriosi” di quelli maschili. Dopo le proiezioni amatoriali durante le feste in casa, e poi quelle ufficiali sul grande schermo, tutto rimane a una stretta dimensione. Bisogna aspettare «Donne sull’orlo di una crisi di nervi» per il successo internazionale: il film viene presentato in concorso al Festival di Venezia e viene candidato a un Oscar. La statuetta arriverà però solo undici anni più tardi, nel 2000 di «Tutto su mia madre». Una delle sue attrici-feticcio, Penélope Cruz, urlerà al microfono dello Shrine Auditorium di Los Angeles: «Pedrooo!». L’epoca dei capolavori è appena cominciata, e durerà per i dieci anni successivi.

La tradizione dei cameo

Come Alfred Hitchcock, Almodóvar conserva la tradizione ironica del cameo in tutti i suoi film. Non è lui a comparire sullo schermo ma suo fratello, il produttore Agustín: ora commesso in un negozio di ferramenta, ora poliziotto, farmacista in «Légami!» e controllore sul treno di «Julieta». Lo scorso aprile Agustín e Pedro hanno annunciato la loro nuova pellicola, sempre prodotta da El Deseo, «Dolor y gloria». Le riprese sono iniziate a luglio di quest'anno, la pellicola uscirà nelle sale nel 2019.

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