Roma: tutti i record del film candidato agli Oscar
L'ottavo film di Alfonso Cuarón, disponibile su Netflix dal 14 dicembre scorso, potrebbe portare la prima statuetta al Messico e il primo Oscar al regista di un film in lingua straniera
Con 10 nomination ai Premi Oscar 2019, Roma è il film che potrebbe fare la storia degli Academy Awards. Solo un’altra volta era infatti successo che una pellicola in lingua straniera riuscisse a raggiungere questa cifra: si trattava del taiwanese La tigre e il dragone di Ang Lee, che nel 2001 si portò a casa le statuette per la colonna sonora, la fotografia, la scenografia e per il miglior film in lingua non inglese.
Scopriremo le sorti del film di Cuarón nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 febbraio, dalle 22:50 circa in diretta su Sky Cinema Oscar e Tv8, prima per l’immancabile appuntamento con il tappeto rosso e poi, alle 2, con la consegna degli ultimi e più importanti premi della stagione cinematografica – cominciata lo scorso 6 gennaio con i Golden Globe, dove «Roma» ha pure vinto due riconoscimenti: miglior film in lingua straniera e migliore regia. La 91esima cerimonia di consegna degli Oscar sarà anche la prima, in trent'anni, che non vedrà la presenza di un conduttore.
La trama
È il racconto di un anno nella vita di una famiglia borghese a Colonia Roma, quartiere a ovest del centro storico di Città del Messico, negli anni Settanta. La domestica Cleo – che ricalca la Libo a cui è dedicato il film, vera domestica di casa Cuarón – affronta le sue giornate routinarie con picchi di tensione: conosce un ragazzo, ne resta incinta, salva i bambini dai cavalloni del mare e assiste alla fine del matrimonio della famiglia che la ospita. Il 90% della storia, dichiara il regista, si basa sui ricordi di un'infanzia spesa in un luogo che non esiste più – o, meglio, che non è più così: perché i numerosi palazzi che vediamo sullo schermo furono poi demoliti facendo perdere prestigio alla Colonia.
Il Leone d'Oro
Girato in Dolby Atmos, in bianco e nero e in una lingua nota come Mixtec, il film fu consegnato a Netflix per avere più larga distribuzione perché – sosteneva il regista – nessuno avrebbe proiettato una pellicola senza attori famosi, senza colori e per di più in una lingua nativa. Il Festival di Cannes, allora, rifiutò il titolo in quanto destinato allo streaming on-demand e non alla sala, e l'autore è stato “rimbalzato” al Festival di Venezia tre mesi dopo, dove ha ottenuto il Leone d’Oro dalle mani di Guillermo del Toro, che ha detto: «“Roma” è uno dei miei cinque film preferiti di sempre».
I Premi Oscar
Il film adesso è candidato a 10 statuette: miglior film, migliore regia, sceneggiatura originale, attrice protagonista (Yalitza Aparicio), attrice non protagonista (Marina de Tavira), fotografia, scenografia, film in lingua straniera, montaggio sonoro e mixaggio sonoro. Alfonso Cuarón non è nuovo alle cerimonie di premiazione: nel 2014 vinse già due premi per la regia e il montaggio di Gravity, e prima ancora era stato candidato per le sceneggiature de I figli degli uomini e Y tu mamá también.
La migliore regia
Negli ultimi sei anni, l'Oscar alla regia è stato assegnato quattro volte ad autori messicani: allo stesso Cuarón, che divenne il primo ispanico a ricevere quella statuetta; ad Alejando González Iñárritu, ben due volte consecutive, e infine a Guillermo del Toro, lo scorso anno, per La forma dell’acqua. Domenica notte potrebbe succedere ancora, e se Cuarón incassasse la sua seconda vittoria si tratterebbe anche del primo Oscar alla regia di un film in lingua straniera. Ci hanno provato, dal 1960 a oggi, 19 autori con 29 film, tra cui i nostri Federico Fellini, Pietro Germi, Roberto Benigni e Lina Wertmüller, la prima donna mai candidata nella categoria. Quest’anno ci prova anche il polacco Paweł Pawlikowski con Cold War.
Il miglior film
Scendono invece a 9 i film in lingua straniera (11 se si considerano anche Lettere da Iwo Jima e Babel, produzioni in cui l'inglese non è prevalente) che sono stati nominati per la statuetta più importante, quella al miglior film dell’anno. Roma ha portato a Netflix la sua prima candidatura in cinquina, per quanto il portale non sia nuovo alle cerimonie dell'Academy. Lo scorso anno, infatti, il documentario Icarus era riuscito a far vincere a Bryan Fogel il suo primo Award – mentre l’anno precedente era toccato a un altro documentario, lungo appena 41 minuti: Caschi bianchi. Nella categoria del miglior film, Roma ha già vinto il Bafta e il Critics’ Choice Award, primo film in lingua straniera a essere insignito di tale riconoscimento.
Il miglior film in lingua straniera
Anche la cinquina della sceneggiatura originale è stata già esplorata da titoli in lingua non inglese: dal 1945 dello svizzero Maria Luisa a Parla con lei del 2002, passando per Un uomo, una donna, Divorzio all’italiana e Il palloncino rosso. Nella categoria del miglior film in lingua straniera, invece, il Messico non ha mai ottenuto una statuetta: 8 film hanno ottenuto la nomination – tra cui due di Alejandro González Iñárritu e uno di Guillermo del Toro; uno si è fermato nella shortlist e altri 41 hanno tentato senza esito, incluso Desierto nel 2016, diretto dal figlio di Alfonso Cuarón, Jonás: classe 1981, è stato sceneggiatore di Gravity insieme al padre.
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