Gli autobus stracarichi al mattino presto e all’ora di pranzo, le vetrine dei negozi imbandite di penne pennarelli e astucci, i canali televisivi che si rimbalzano l’un l’altro le pubblicità degli zainetti: non c’è dubbio, è ricominciata la scuola! E anche se sono passati anni da quell’ultima fatidica campanella che ci ha trasformato in un attimo in individui liberi, il rientro a scuola ci appioppa addosso una certa nostalgia. Perché per quanto possiamo averla odiata, la scuola si ricorda (e un po’ si rimpiange) per tutta la vita: sarà per questo che tantissimi film sono ambientati in un’aula? Ce ne sono venuti in mente a decine, ma abbiamo deciso di scegliere quelli che più di tutti ci hanno fatto desiderare di tornare, anche solo per poco, indietro nel tempo, seduti a un banco, sperando di non essere interrogati!
Breakfast Club (John Hughes, 1985)
Note sul registro, visite dal preside, compiti a casa extra, interrogazioni a sorpresa: ognuno di noi (secchioni esclusi) è incappato in almeno una di queste punizioni, inflitte dai professori nel tentativo di rimetterci in riga; i cinque ragazzi protagonisti di Breakfast Club si meritano però, ciascuno per una ragione diversa, un castigo più severo: devono passare tutto il sabato pomeriggio nella biblioteca della scuola a redigere un tema dal titolo “Chi sono io?”. Sarà l’occasione per confrontarsi, conoscersi e – nel piccolo – persino per aiutarsi. Un film che è diventato un fenomeno di culto per un’intera generazione e che resta indissolubilmente legato alla sua colonna sonora, nella quale spicca la hit Don’t You (Forget About Me) dei Simple Minds.
L’attimo fuggente (Peter Weir, 1989)
Impossibile non ricordare, pensando a questo film, alla commovente figura del professor Keating, interpretato da Robin Williams, in quella che forse rimane la migliore prova di tutta la sua carriera. Eppure, se circoscriviamo il capolavoro di Weir al personaggio del protagonista e allo slogan “Carpe Diem” rischiamo di gettare nel dimenticatoio tutte le dinamiche relative agli studenti e al bel clima di cameratismo che si instaura tra loro, nel momento in cui capiscono di avere una passione comune. Quante volte abbiamo provato lo stesso idillio, coi nostri compagni di classe?
Io speriamo che me la cavo (Lina Wertmuller, 1992)
Paolo Villaggio interpreta un maestro elementare che dal nord viene spedito a insegnare in un comune in provincia di Napoli e si imbatte in una scolaresca molto più complicata del previsto: dovrà combattere contro i bambini che non vogliono (e in molti casi non possono) presentarsi in classe, contro i genitori che non reputano importante la formazione scolastica, e contro gli stessi colleghi, rassegnati ad accettare tutto. Da un libro che raccoglie i divertenti temi degli alunni che il maestro Marcello D’Orta ha incontrato nella sua carriera, la Wertmuller costruisce un film che ruota attorno alle scelte del protagonista, che – come tanti suoi colleghi, anche oggi – lotta fino all’ultimo pur di trasmettere ai ragazzi che incontra una giusta scala di valori.
Pensieri pericolosi (John N. Smith, 1995)
Già Michelle Pfeiffer seduta dietro una cattedra non passa inosservata, se poi il personaggio che interpreta è addirittura un ex marine, non tardiamo a immaginare che lascerà un segno indelebile nella classe in cui si troverà a insegnare. Anche se concludere l’anno scolastico sarà forse la missione più dura che la donna dovrà affrontare: i ragazzi, tutti originari di famiglie disagiate, sembrano avere solo un futuro da delinquenti e il resto del corpo docenti considera inutile cercar di proporre loro un’alternativa, ma Michelle, anche quando non indossa la tutina da Catwoman, sa come e quando tirar fuori gli artigli!
Rushmore (Wes Anderson, 1998)
A chi non è capitato, almeno una volta, di prendersi una cotta per il proprio professore? Ma Rushmore, secondo film dell’ormai regista di culto Wes Anderson (I Tanenbaum, Moonrise Kingdom, Grand Hotel Budapest), non è un film memorabile solo perché tratta in maniera originale quello che è in effetti un cliché, ma anche perché si avvale di un protagonista un po’ strambo, che attira immediatamente la simpatia del pubblico: Jason Schwartzman è Max Fischer, non proprio uno studente modello del prestigioso college Rushmore, ma dotato di enorme creatività che dedica alle più assurde attività extracurriculari. E allora vorremmo tornare a scuola anche noi, magari per fondare una società di allevatori di api o un club di francofili!
Harry Potter (AAVV, 2001-2011)
“Oh mamma! Domani c’è il compito in classe di Arti oscure e devo pure ripassare Divinazione, che potrebbe interrogarmi!” Quanti di noi avrebbero fatto a cambio con Harry Potter in quanto a materie scolastiche? Il fascino dei film ambientati a Hogwarts risiede anche in questo: ci fa riprovare i brividi del nostro passato (o presente) scolastico con un’ambientazione – magica – che ci permette di apprezzarli! A patto di non finire tra le grinfie di Voldemort...
School of Rock (Richard Linklater, 2003)
Forse Jack Black non è il maestro che sognereste per i vostri bambini: non ha il minimo interesse a insegnare loro nessuna materia, ed è alquanto refrattario a fare sue le più elementari regole del sistema scolastico. Però, se un ragazzino ha un minimo di talento musicale, ecco che saprà trasformarsi nel migliore dei docenti! Questa sgangherata e divertente commedia ambientata tra i banchi di una classe elementare, oltre che a istruirci sulle pietre miliari della musica rock, ci chiarisce che è prima di tutto la passione che forgia l’insegnante modello!
Les Choristes (Christophe Barratier, 2004)
Francia, 1948. L’azione si svolge in un collegio per bambini difficili, e già da queste poche parole ci immaginiamo che per i bambini la vità la dentro non sia tutta rose e fiori: insegnanti rigidi, punizioni severe, noiosissime lezioni, poche ore di svago. Tutto vero, ma un particolare esula dal triste quadretto: Matthieu, ex insegnante di musica, vi trova lavoro come sorvegliante e forma un coro, che sarà per i ragazzi una valvola di sfogo e un’occasione di riscossa.
La Classe (Laurent Cantet, 2008)
Le medie sono gli anni peggiori, non si scappa: i brufoli, le paturnie dell’adolescenza, quella sensazione di non essere né carne né pesce. Per fortuna che dura solo tre anni, a meno che non ci si faccia bocciare o non si sieda su una cattedra! La Classe, che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes racconta il punto di vista di un autentico professore delle medie, Philippe Bégaudeau, qui nel doppio ruolo di sceneggiatore (è suo il libro da cui è tratto il film) e di attore principale. Con un approccio quasi documentaristico, il film non racconta una storia in particolare ma una serie di episodi che compongono l’esperienza del docente, e ricostruiscono perfettamente un periodo forse ingrato ma fondamentale nella nostra formazione.
Monsieur Lazhar (Philippe Falardeau, 2011)
Questa è una situazione davvero poco comune: a Montreal, una classe delle elementari si ritrova dall’oggi al domani senza insegnante, dal momento che la maestra di è tolta la vita proprio a scuola e nessun supplente intende rimpiazzarla. Alla fine la direzione si arrende e decide di assumere Bashir Lazhar, immigrato algerino che aveva fatto richiesta per un posto da collaboratore scolastico, ma che non è un docente. L’uomo, forse proprio perché lontano dalle logiche pedagogiche attuali, riuscirà a stabilire coi ragazzi un rapporto che permetterà loro di superare lo shock e il dolore per la morte della maestra. Monsieur Lazhar ha mietuto vagonate di premi nei Festival di tutto il mondo e in effetti è un film che commuove e tocca il cuore, da dedicare a tutti coloro, insegnanti e non, che ci hanno aiutato a crescere!
Gli studenti siederanno in posti singoli a un metro l’uno dall’altro: addio alle coppie “inseparabili”. Nove personaggi famosi ricordano i loro storici amici di scuola, complici di tante marachelle