A ottant'anni, la grande attrice inglese presenta la sua prima regia, un documentario sui migranti
Esordire a ottant'anni. Nata a Londra nel 1937, Vanessa Redgrave è arrivata oggi alla Festa di Roma per presentare il suo primo film da regista, «Sea Sorrow», un documentario sul dramma dei migranti.
Generosa e battagliera, ha incontrato la stampa scusandosi per un piccolo ritardo («è solo colpa mia»), e preferendo parlare l'italiano anziché l'inglese. Al nostro paese è d'altronde legata da tempo, non solo per aver recitato per registi italiani come Antonioni («Blow Up»), Elio Petri («Un tranquillo posto di campagna») o Franco Zeffirelli («Storia di una capinera»), ma anche per aver avuto una lunga relazione con Franco Nero, poi sposato nel 2006.
Cortese ma energica, la Redgrave si è immediatamente impadronita della conferenza stampa, decidendo di dover rispondere alle domande degli intervenuti («hanno così poco tempo») ancora prima di chi presentava l'incontro, e ridendo per prima lei stessa degli equivoci in cui incorreva (ha più volte scambiato il giovanotto che porgeva i microfoni per una persona che voleva intervenire).
Ma il tenore di ciò che le premeva dire era al contrario serissimo. «Viviamo in tempi pericolosi per la democrazia», ha detto gelando la platea di giornalisti e studenti. «I nostri governi, in Italia come nel Regno Unito, non intendono aiutare chi ha bisogno né seguire la legge che da noi, fin dal 1951, prescrive che bisogna dare protezione in particolare ai profughi».
«Sea Sorrow», che nelle nostre sale sarà distribuito da Officine Ubu col titolo «Il dolore del mare», segue le orme dei migranti che cercano di sbarcare in Europa, andando a visitare i loro campi in Grecia, in Libano, a Calais, a Londra e anche nel nostro paese. Altri attori inglesi, tra cui Ralph Fiennes e Emma Thompson, hanno dato il proprio contributo nel documentario. «Abbiamo tutti visto l'immagine del bambino affogato sulla spiaggia di Bodrum», ha proseguito l'attrice, premio Oscar con «Giulia». «È la spiaggia sulla quale molti ricchi vengono con i propri yacht, ma dobbiamo essere grati di questo, perché altrimenti nessuno avrebbe fatto quella foto. Il crimine sta nel fatto che quel bambino è morto perché nessuno ha dato a quella famiglia i soldi per un biglietto per Kos, in Grecia, che si trovava a pochi minuti da lì: è l'esempio più orrendo dell'inumanità dei nostri governi di questi tempi».
Da sempre attivista di sinistra, la Redgrave non si è sbilanciata sulle sue attuali preferenze politiche. Ha detto anzi che «oggi in qualsiasi partito ci sono deputati che si comportano come gente onesta e civile», e ha fatto un pubblico elogio della Cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il dramma dei migranti, ha tenuto a sottolineare, non è solo il dramma di altri; «siamo tutti in gran pericolo perché il modo in cui trattano oggi i profughi è il modo in cui saremo, o forse siamo già oggi, trattati noi che profughi non siamo: senza un vero sistema sanitario, senza una vera educazione nazionale, con gli anziani che hanno difficoltà a vivere dopo aver pagato le tasse per una vita. E con un'assistenza sociale che è stata massacrata, e oggi non esiste quasi più».
A chi ha provato a chiederle un parere sullo «ius soli», la questione che tiene banco da mesi dentro e fuori il nostro parlamento, ha risposto con un sorriso: «Ci vorrebbe un'intera conferenza per parlarne, ma vi assicuro che tutto ciò che serve si trova già in una qualsiasi libreria. Ne avete ancora in Italia? Siete fortunati, nel Regno Unito le stanno chiudendo tutte, una ad una».
L'attrice incontrerà il pubblico della Festa di Roma questo pomeriggio, alle 17.30, e due ore dopo presenzierà alla proiezione di «Sea Sorrow» nella sala del MAXXI.