Oscar 2017, i film d’animazione in nomination

I cinque titoli in gara per ricevere la statuetta degli 89esimi Academy Awards come «Best Animated Feature»

Oceania
3 Febbraio 2017 alle 11:47

Il premio Oscar per il miglior film d’animazione è incredibilmente recente: è stato istituito, infatti, solo nel 2001. La prima pellicola animata a vincere la statuetta fu «Shrek»; la seconda, «La città incantata». Nessuno di questi due titoli era firmato Disney. Gli Studios, pionieri della tecnologia, non solo hanno dovuto aspettare che l’Academy fondasse un Premio Oscar per i lungometraggi (quello per i cortometraggi animati già esisteva e “zio” Walt l’aveva vinto 12 volte), ma hanno dovuto aspettare fino al 2013 per vincerlo, con il neo-cult Frozen, senza contare gli onorari a Biancaneve e Fantasia. Prima di queste date la Disney concorreva quasi solamente per le canzoni originali e le colonne sonore – anche se conosciamo più o meno tutti l’eccezione: nel 1992 «La bella e la bestia» fu il primo film animato ad essere candidato a sei Premi Oscar, il primo film animato della storia ad essere candidato come miglior film – contro pellicole come «Il silenzio degli innocenti» e «JFK».

L’anno successivo a «Frozen», la Disney Animation ha portato a casa la sua seconda e ultima statuetta, a sorpresa, grazie a «Big hero 6». Il record di vittorie lo detiene, prevedibilmente, la Pixar, con 8 Oscar su 10 nomine. Senza «Alla ricerca di Dory», però, quest’anno la società di Pete Docter è fuori dai giochi, mentre gli animatori cugini fanno doppietta con «Oceania» e «Zootropolis».

Nonostante l’ovvio patriottismo, con gli anni la categoria dell’animazione ha imparato ad aprirsi al mondo: alla produzione europea, soprattutto francese (da «Appuntamento a Belleville» a «Persepolis», passando per «Un gatto a Parigi» e «Ernest & Celestine») e irlandese («The secret of kells», «La canzone del mare»), ma anche a quella più prolifica giapponese e addirittura sudamericana («Chico & Rita», «Il bambino che scoprì il mondo»). Le nomination in questi casi non davano grandi speranze di vittoria; però aprivano e aprono tutt’oggi gli studi candidati a numerose prospettive future.

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