“Parasite”, il film che ha trionfato agli Oscar

La vittoria della Corea del Sud agli Oscar: il trionfo dell’irresistibile Parasite cambia tutto, ora il cinema orientale è anche popolare. E qui vi diciamo perché non potete perderlo

La famiglia Kim in Parasite”, ovvero (da sinistra): Choi Woo-sik, Song Kang-ho , Jang Hye-jin e Park So-dam
20 Febbraio 2020 alle 14:11

«Davvero vuoi portarci a vedere un film coreano???». Ammettiamolo: per molti appassionati di cinema che vogliono “contagiare” i loro amici, la provenienza non-occidentale dei film è spesso un ostacolo insormontabile. Di fronte a un’opera di Ozu (giapponese), Ceylan (turco) o Apichatpong Weerasethakul detto “Joe” (thailandese), la mente corre subito a certi film “da festival” (altra espressione temutissima) pieni di immagini fisse e interminabili dialoghi filosofici.

Perciò il trionfo del coreano “Parasite” (quattro Oscar, tra cui quelli per Miglior film e Migliore regia), e il suo conseguente ritorno nelle sale, rappresentano l’occasione della vita per abbattere quei pregiudizi: ora o mai più! Perché tutto si può dire di “Parasite” eccetto che sia un film “noioso” o “lento” o “difficile”. Al contrario: la commedia-thriller di Bong Joon-ho è un congegno a orologeria che fonde in un equilibrio miracoloso risate e paura, tensione e commozione, critica sociale e colpi di scena. E una canzone di Gianni Morandi...

Cercando di svelare il meno possibile della trama, qui diremo solo che il film racconta di come i membri della famiglia Kim, spiantati ma pieni di inventiva, riescano a insinuarsi con l’astuzia nella vita dei ricchissimi Park. Ma il bello è che proprio quando sembra di “aver capito tutto” il film... ricomincia! Con una grande sorpresa.

A proposito della villa: racconta il regista che è stato lui stesso a disegnare tutti gli ambienti, fondamentali per le sorprese e i significati nascosti nel film. La villa dei Park è piena di finestre, attraverso cui le due famiglie si spiano, e di scale (che i poveri scendono, e i ricchi salgono). Il problema è che quando Bong ha incaricato un architetto di costruirla sul set, si è sentito dire: «Nessuna persona sana di mente progetterebbe mai una casa simile!».

Il regista definisce così il suo film: «È una commedia senza comici e una tragedia senza cattivi. Infatti qui i “cattivi” sono gentili e i “buoni” ingannevoli. Ma puoi condannarli, se cercano di sopravvivere?».

Song Kang-ho, che interpreta il “capofamiglia povero”, in Corea è una superstar. Il regista ha una tale venerazione per lui che ha detto: «Se non gli fosse piaciuto il copione, non avrei fatto il film». Per fortuna Song lo ha amato...

La scena del film più difficile da girare è stata quella di un’alluvione (dove, simbolicamente, l’acqua e i rifiuti che minacciano la casa povera arrivano dalla casa ricca, posta su una collina). Per realizzarla è stato necessario ricostruire un’intera via, con tanto di automobili, abitazioni e scale, all’interno di una vasca idraulica lunga più di 50 metri!

Ma la scena più sorprendente per il pubblico italiano è quella in cui sentirà la voce di Gianni Morandi che canta “In ginocchio da te”. «L’ho scelta perché amo la musica italiana e per il titolo: in quella scena gli attori sono letteralmente in ginocchio» ha detto il regista a Cannes (dove “Parasite” ha conquistato la Palma d’oro). «Ma non avevo alcuna idea di cos’altro dicesse il testo. Ora che mi hanno spiegato che si tratta di una canzone d’amore, trovo la scelta ancora più divertente!».

Musica, moda, tecnologia: così il paese asiatico ci ha "conquistato"

Non solo cinema: la cultura coreana influenza l’Occidente sempre di più. Qualche esempio? Tra i fenomeni che hanno fatto breccia anche da noi ci sono...

Il K-Pop
Il primo fu Psy (quello di “Gangnam style”). Poi gruppi come i BTS o i Blackpink hanno esportato il pop coreano in tutto il mondo. Caratteristiche: giovane (spopolano le boy-band), scanzonato e ritmatissimo.

La K-Fashion
Originale e colorata, la moda coreana ha sempre più fan, tanto che la Seoul Fashion Week è ormai un appuntamento obbligato per gli appassionati.

Auto, telefonini e tv
Dall’elettronica (Samsung, LG) all’industria automobilistica (Hyundai, Kia, SsangYong), i grandi marchi coreani contendono il primato ai colossi americani ed europei.

La cucina
Meno numerosi di quelli cinesi e giapponesi, ma per quanto? I ristoranti coreani sono sempre più diffusi in Italia. Il piatto tipico è il kimchi, a base di verdure fermentate, spezie e frutti di mare.

Il cantante mascherato
Lo sapevate che il “format” del programma condotto dalla Carlucci viene dalla Corea del Sud? La versione originale si intitola “Bongmyeon ga-wang” e ha superato i 220 episodi.

Alberto Mondi
No, lui non è coreano, anzi è italianissimo. Ma in Corea, dove fa il manager, è una superstar: ha partecipato a otto reality show e anche a un film. Segno che se la Corea affascina l’Italia, anche noi possiamo “conquistarli”.

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