Premi Oscar: sette discorsi indimenticabili dei vincitori
Domenica 4 marzo ci aspetta la Notte degli Oscar. In attesa di scoprire chi si aggiudicherà le ambite statuette, ecco alcuni momenti memorabili del passato
Manca poco: domenica 4 marzo si svolgerà la 90esima edizione degli Oscar, trasmessa in diretta dalle 22.50 su Sky Cinema Oscar e in chiaro su TV8. Come ogni anno, aspettiamo con ansia di scoprire quale film verrà incoronato re di questa edizione e quali attori riceveranno l'ambita statuetta.
Tra abiti elegantissimi, sketch del presentatore (di nuovo Jimmy Kimmel) e qualche allusione politica, spesso sono i discorsi dei vincitori a restare più impressi nella memoria degli spettatori. In attesa di scoprire chi vincerà, abbiamo selezionato sette discorsi particolarmente memorabili dei vincitori delle passate edizioni.
Roberto Benigni: miglior film straniero per «La vita è bella» (1999)
Non si può iniziare questa lista senza Roberto Benigni e la sua travolgente e scatenata reazione alla vittoria de «La vita è bella» come miglior film straniero nel 1999. Ad annunciare il vincitore è Sofia Loren che, abbandonata ogni parvenza di compostezza, grida a gran nome il nome del regista. A quel punto Benigni si scatena: sale sugli schienali delle poltrone, salta, esulta come un tifoso di calcio alla finale dei Mondiali.
Una volta sul palco, dopo una battuta iniziale («Grazie Sofia, lascio qua l'Oscar ma voglio te!») fa un discorso in cui ringrazia ed elogia tutti i presenti, cita il poeta inglese William Blake («Colui che bacia la gioia in volo vive nell'alba dell'eternità») e poi ringrazia tutti coloro che hanno lavorato al film. Ringrazia i genitori («Mi hanno dato il dono più grande, la povertà») e l'amore del pubblico («Perché se sono qui è perché la gente ama i film, quindi è sempre una questione d'amore»).
Infine dedica il premio alle vittime dell'Olocausto e, citando Dante, dedica l'Oscar alla moglie - nonché moglie di Guido nel film - Nicoletta Braschi.
Kate Winslet: migliore attrice protagonista per «The Reader» (2009)
Dopo cinque nomination, è la sesta la volta buona: nel 2009 Kate Winslet vince il premio Oscar come miglior attrice protagonista per «The Reader - A voce alta». Visibilmente emozionata, l'attrice sale sul palco e con una battuta («Quella storia dello svenimento, Penélope?») concorda con Penélope Cruz che, poco prima, nel ritirare il suo Oscar come miglior attrice non protagonista (per «Vicky Cristina Barcelona») aveva chiesto se qualcuno fosse mai svenuto su quel palco, perché lei sentiva di poter essere la prima a farlo.
Il suo discorso inizia subito con un ricordo d'infanzia: «Mentirei se dicessi di non aver preparato questo discorso prima. Avevo credo otto anni e stavo davanti allo specchio del bagno e questa [alzando la statuetta] era un flacone di shampoo. Be', non è un flacone di shampoo adesso!». Nei ringraziamenti parte subito dai genitori in uno dei momenti più teneri e divertenti della storia degli Oscar: si guarda attorno, dice che sono in sala ma non sa bene dove, quindi chiede loro di farsi riconoscere («Papà, fischia o fai qualcosa, altrimenti non so dove siete!»). E il padre effettivamente fischia, lei grida di gioia e le telecamere inquadrano suo padre, che tenta di nascondere la commozione dietro il cappello.
Robin Williams: miglior attore non protagonista per «Good Will Hunting» (1998)
Alla quarta candidatura Robin Williams riceve il premio Oscar come miglior attore non protagonista per il ruolo del dottor Sean Maguire in «Will Hunting - genio ribelle», scritto e interpretato dagli allora giovanissimi Ben Affleck e Matt Damon (che nella stessa serata riceveranno l'Oscar alla miglior sceneggiatura originale).
Dopo aver abbracciato Affleck e Damon, un emozionatissimo Williams sale sul palco, davanti a un commosso e orgoglioso Billy Crystal (suo amico e collega nonché presentatore di quell'edizione). Ride ed esordisce dicendo «Cavolo, questa è la volta buona che resto senza parole!». Seguono i dovuti ringraziamenti ai colleghi e ad Affleck e Damon («Ma voglio ancora vedere dei documenti!», scherza sulla loro età), ai produttori e alla moglie. Infine ringrazia il padre, da lassù: «L'uomo che, quando gli dissi che volevo fare l'attore, risposte: "Meraviglioso, ma tieniti una professione di riserva, tipo il saldatore"».
Halle Berry: miglior attrice protagonista per «Monster's Ball» (2002)
La 74esima edizione degli Academy Awards fa storia: Halle Berry diventa infatti la prima attrice di colore a ricevere l'Oscar per miglior attrice protagonista. Incredula ed emozionata, sul palco all'inizio non riesce a spiccicare parola perché sopraffatta dalle lacrime di gioia. Piangendo, ricorda a tutti che «questo momento è molto più grande di me» e dedica la vittoria alle grandi attrici afroamericane del passato e sue contemporanee. E prosegue: «Ed è per ogni donna di colore senza nome e senza volto che ora ha una possibilità, perché stasera questa porta è stata aperta». A oggi però resta l'unica attrice di colore ad aver vinto l'ambito premio.
Viola Davis: miglior attrice non protagonista per «Barriere» (2017)
Anche l'edizione degli Oscar del 2017 fa la storia. Con la sua vittoria come miglior attrice non protagonista, Viola Davis diventa infatti la prima afroamericana a ottenere la cosiddetta "triple crown of acting", la tripla corona della recitazione, termine usato per quegli attori che hanno vinto un Oscar, un Emmy e un Tony in una delle categorie dedicate alla recitazione.
Un momento importante segnato da uno dei discorsi più belli dell'intera edizione: «Sapete, c’è un posto dove vanno tutte le persone con un gran potenziale. Un unico posto. Il cimitero. Le persone mi chiedono sempre: “Che tipo di storie vuoi raccontare, Viola?” E io dico: riesumare quei corpi. Riesumare quelle storie. Le storie di persone che hanno sognato in grande ma che non hanno visto i loro sogni realizzarsi. Persone che si sono innamorate e che hanno perso. Io sono diventata un’artista, e grazie a dio l'ho fatto, perché questo è l’unico lavoro che celebra quella che è la vita. Perciò, questo Oscar è per August Wilson [drammaturgo autore del testo teatrale da cui è tratto «Barriere»] che ha riesumato ed esaltato la gente normale».
Marlon Brando: miglior attore protagonista per «Il Padrino» (1973)
Attivismo agli Oscar. È il 1973 quando Marlon Brando decide di boicottare la cerimonia: non si presenta e manda a fare le sue veci Sacheen Littlefeather, attrice nonché attivista per i diritti dei nativi americani. È quindi lei a salire sul palco per ritirare l'Oscar (miglior attore protagonista per «Il Padrino»): snobba la statuetta e fa invece un discorso sul trattamento dei nativi americani da parte dell'industria cinematografica, puntando l'attenzione sulle proteste in atto in quelle settimane a Wounded Knee.
Il suo discorso, accolto da applausi così come da fischi di disapprovazione dal pubblico, convincerà gli organizzatori della cerimonia a non consentire più a terze persone di ritirare gli Oscar al posto dei vincitori.
Jack Palance: miglior attore non protagonista per «Scappo dalla città» (1992)
Per Jack Palance il premio Oscar arriva a 73 anni e il suo è uno dei discorsi più comici e sfrontati della storia degli Academy Awards. Inizia subito con una critica ai produttori hollywoodiani, colpevoli di cercare sempre attori più giovani per certi ruoli per paura che gli anziani possano non farcela. Per dimostrare il contrario, Palance inizia a fare flessioni su una mano sola sul palco e il pubblico è in delirio.
Alla fine, ripensa ai tempi andati: «Sapete, ho fatto il mio primo film nel 1949. Stavamo girando da un paio di settimane e il produttore è arrivato e mi fa: "Jack" - all'epoca il mio nome era Vladimir, ma lui mi chiamava Jack. Mi dice, "Jack, vincerai l'Oscar". Riuscite a crederci? Quarantadue anni dopo, aveva ragione».