Quante sorprese nascoste in “Tolo Tolo”

Dagli automezzi “rinforzati” alle incredibili storie degli attori: tutte le curiosità del film-fenomeno di Checco Zalone

Checco Zalone (il cui vero nome è Luca Medici) in una scena con, da sinistra, Manda Touré, Souleymane Sylla e Nassor Said Birya
16 Gennaio 2020 alle 17:01

È il film del momento, su questo non c’è dubbio: solo nel primo weekend di proiezione “Tolo Tolo” ha incassato 21 milioni di euro, cioè dieci volte più del secondo classificato “Jumanji”. E mentre stiamo scrivendo, Checco Zalone, regista e attore della pellicola, viaggia allegramente verso i 40 milioni, con oltre cinque milioni di spettatori. E quindi può rivaleggiare solo con... Zalone: cioè con il suo film precedente “Quo vado?” (che ha incassato la cifra record di 65 milioni). Perciò abbiamo deciso di non raccontarvi la storia (che conoscete già). Tanto meno le discussioni sul tema, se “Tolo Tolo” sia più buonista o cattivista, di sinistra o di destra (conoscete anche quelle). Meglio svelarvi le curiosità e i segreti di un film fenomeno.

Il camion indistruttibile
Il camion dei migranti con tutti i bagagli appesi è stato preparato da 20 persone in in circa due settimane di lavoro. Sotto i sacchi è stata montata una struttura in acciaio per reggere il peso sia dei bagagli sia delle 100 comparse presenti a bordo.

Da Trieste al Kenya
Il film è stato girato in gran parte in Kenya, Marocco, Malta, Belgio e Italia. Da noi le riprese si sono svolte in Puglia (a Gravina, Acquaviva delle Fonti, Minervino Murge e Bari), a Latina, a Roma e a Trieste. Il “villaggio di Oumar” (l’attore Souleymane Sylla) è un vero villaggio di capanne in Kenya. Senza luce né acqua e con appena 100 abitanti, non è lontano da Watamu, che invece è un rinomato centro turistico. Per il film, la produzione ha costruito due capanne identiche a quelle esistenti e alcuni abitanti non vedevano l’ora che i lavori finissero per andarci a vivere. Come è poi successo davvero.

Doudou per caso
Nassor Said Birya, che interpreta il piccolo Doudou, è stato il primo attore scelto durante i sopralluoghi in Kenya, in un piccolo villaggio che si chiama Mambrui, a 17 chilometri da Malindi. Mentre la troupe della produzione si accingeva a ripartire, a bordo di un pulmino, sono arrivati una quarantina di bambini e Zalone ha fermato il mezzo urlando: «È lui, è lui!». È seguito un “provino improvvisato” sul posto e... Doudou è stato assunto!

Che vuol dire “Tolo“?
Anche il titolo del film è “opera” del piccolo attore. All’inizio molti hanno pensato che “Tolo Tolo” fosse un’espressione africana, consultando inutilmente vocabolari e traduttori online. In realtà il titolo è nato quando, per girare la scena dell’attraversamento di un fiume, Zalone ha detto a ogni attore di nuotare “solo solo”. Ma Nassor ha ripetuto la frase a modo suo, dicendo invece “Tolo Tolo”...

Acqua nel deserto
Durante le scene della traversata del deserto, girate in Marocco, la produzione ha dovuto affrontare vere tempeste di sabbia. Ma soprattutto, cosa incredibile per quella stagione, un giorno intero di pioggia torrenziale. La troupe marocchina era sconvolta da questo evento assolutamente eccezionale.

Sette lingue...
Tanti erano gli idiomi parlati sul set internazionale: italiano, inglese, francese, swahili, arabo, berbero e... pugliese stretto!

...e 10.000 comparse
Sono state utilizzate in tutto 10.000 comparse (soprattutto per le scene di massa nei villaggi e nelle città africane, nel centro di prigionia in Libia e durante il “Festival contaminazioni” di Trieste), scelte da Zalone principalmente nei centri di accoglienza per migranti. La squadra di lavoro dell’attore e regista, invece, era composta da ben 120 persone.

Cantante lui, attrice lei
Tra i membri della “famiglia” cinematografica di Checco si nascondono due artisti di origini pugliesi che sono veri parenti tra loro. Si tratta del cantante Nicola Di Bari (nome d’arte di Michele Scommegna) e di sua figlia Arianna Scommegna. Li vedete nella foto sotto, lui circolettato e lei a destra. Arianna ha recitato anche per Soldini e Bellocchio.

Quei “camei” pugliesi
Checco Zalone spesso ha l’abitudine di rendere omaggio a personaggi-simbolo della sua Puglia. Oltre a Nicola Di Bari, compare in un “cameo” il politico Nichi Vendola; nei film precedenti avevano fatto capolino, tra gli altri, il cantante Caparezza (in “Che bella giornata”) e Lino Banfi (in “Quo vado?”).

Fatto in casa
Sempre parlando di “camei”: nel film compaiono anche la compagna di Zalone, Mariangela Eboli (è una dei parenti che partecipano al riconoscimento del corpo di Checco), e le loro figlie Gaia e Greta (tra i bambini che accompagnano la canzone “La cicogna strabica”). Mariangela era già comparsa anche in “Cado dalle nubi” (era l’amica Brigida), “Che bella giornata” (cantava con Caparezza) e “Sole a catinelle” (dove trova un aspirapolvere sotto l’albero di Natale).

La Brianza di Ba
Mohamed Ba (che nel film interpreta due ruoli: un medico che aiuta Checco a curare un “attacco di fascismo” e il Papa) è un artista senegalese che vive in Italia da 20 anni e fa il mediatore culturale a Sulbiate, in Brianza. Nel 2009 rimase tra la vita e la morte per 14 giorni dopo che uno sconosciuto lo aveva pugnalato a una fermata dell’autobus a Milano.

L’emigrante di ritorno
Gianni D’Addario (interpreta il ministro Gramegna) se ne era andato da Gravina a Roma in cerca di fortuna. Ma per trovare il ruolo che lo ha reso famoso è dovuto tornare a Gravina, su un set... a 100 metri da casa sua!

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