Stefania Sandrelli: «Io non ho mai avuto segreti, tranne uno…»

L'attrice torna con il film "Acqua e anice" e racconta a Sorrisi la sua vita piena di incontri meravigliosi

29 Settembre 2022 alle 08:24

Sarà per «quel papà meraviglioso che ho perso troppo presto, che non mi ha mai sgridata una volta, che mi chiamava “la mia donnina” e che era così bello», o anche per «il mio fratellone Sergio che mi portava al cinema e mi ha fatto innamorare dello schermo», ma sta di fatto che Stefania Sandrelli giura di essersi sempre «fidata e strafidata degli uomini. Pure troppo. Pure quando non se lo meritavano».

Chi non se lo meritava?
«Intanto chi mi ha preso a botte. Ma quelle le ho anche ridate. E poi chi si è approfittato della mia buona fede, perché io avrò tanti difetti, ma sono sempre in buona fede. Già da ragazza avevo tantissimi corteggiatori e per fortuna che mia mamma li teneva d’occhio, li radiografava e poi mi diceva cose tipo: “Quello ti fa soffrire, non te lo prendere neanche come amico!”. Però dai, alla fine nei miei incontri con gli uomini sono stata fortunata, anche sul lavoro, a cominciare da Pietro Germi che è stato il mio papà artistico, che mi ha insegnato tanto».

L’incontro con Gino Paoli fu fortunato?
«Certo. La gente pensa che sia un musone ma io con lui ridevo tantissimo. Passavamo i pomeriggi a leggere i fumetti di “Linus”. Lui ha capito e coccolato la mia parte infantile. Che ho ancora oggi. Anzi, è il tratto distintivo del mio carattere».

Il suo compagno di oggi è Giovanni Soldati: si è parlato di crisi...
«Superata. A un certo punto non stavamo più bene insieme, poi lui si è ammalato, è stata dura. Ma è il grande amore della mia vita e ora voglio stare al suo fianco».

Torniamo ai compagni di set. In questi giorni cade il centenario dalla nascita di Vittorio Gassman. Di lui che ricordi ha?
«Intanto che mi diceva sempre: “Somigli a mia figlia Vittoria, te l’ho già detto?”. E poi che mi invitava alle sue feste e guai ad andare via prima, ma bisognava tirare l’alba, io non ce la facevo, mi si chiudevano gli occhi. Una volta mi ha regalato due pulcini. Che ci dovevo fare con due pulcini in casa? Li ho tenuti finché non sono diventati due polletti e poi li ho dati via. E suo figlio Alessandro era così simpatico con quei dentoni, mi faceva tenerezza, poi abbiamo anche lavorato insieme in “Una grande famiglia” e nel film “La donna della mia vita”. È stato bello perché Vittorio mi ha sempre trattato come una figlia. Ma anche Ugo Tognazzi».

Che faceva Tognazzi?
«Era molto paterno, sul set di “Il federale” mi ha fatto anche da guardia. Io nelle pause tornavo nella mia roulotte e c’erano questi che venivano a sbirciare dentro, volevano vedermi nuda, capito? E lui li cacciava. Ricordo che come premio gli leggevo il mio diario. Tenevo sempre un diario allora, poi l’ho perso, chissà dov’è».

Non ha paura che qualcuno lo trovi e sveli i suoi segreti?
«E quali segreti? Io racconto sempre tutto. L’unica volta che ho tenuto un segreto è stato sul set del film “Alfredo Alfredo”».

E che segreto era?
«Che ero incinta. Ma mi ha costretto Pietro Germi. Aveva appena chiuso il contratto con Dustin Hoffman, che aveva accettato solo a patto che ci fossi io. Modestamente. Quando gliel’ho detto Germi era disperato: “Se lo sa il produttore salta tutto”. Per me aveva scritto due parti, alla fine ne ho fatta una e sul set eravamo solo in tre a sapere che ero incinta: io, Pietro Germi e Dustin Hoffman».

A proposito, come si è comportato Hoffman?
«Eh, gli piacevo, diciamo la verità. Ma è sempre stato rispettoso e gentilissimo. Una volta mi ha cucinato gli spaghetti nella sua roulotte. È arrivato Nicky Pende, il mio marito di allora, e ha fatto una scenata che non vi dico. Sono volati i piatti. Reciproci».

Lei è in buona fede ma se c’è da tirare un piatto, lo tira?
«Esatto. Con gli uomini ho sempre creato un rapporto di parità. Nicky era straricco e allora io chiesi la divisione dei beni. Per non sentirmi dipendente».

Anche Olimpia, la protagonista del suo nuovo film “Acqua e anice”, è una donna di carattere e di successo. Altre somiglianze?
«Olimpia è una star, ma del liscio. Anzi, veramente una ex star. Assolda una ragazza come autista, che poi è Silvia D’Amico, e torna in tutti i posti dove l’hanno adorata, con un camioncino scassato. A proposito, il camioncino da solo vale il biglietto... Sono luoghi straordinari ma anche malinconici perché abbandonati. Dalle parti di Carpi c’è una mastodontica balera-discoteca tutta cadente, dove suonavano le rockstar. L’Emilia è piena di posti così».

A lei piace il liscio? E ballare?
«Il liscio lo trovo divertente e sì, ballare mi piace. Di più: da ragazza sognavo di fare la ballerina. Ma la ballerina classica: volevo diventare la Fracci. Addirittura mi ero organizzata con una ghenga di amici dei bagni “Caboto” e “La salute” a Viareggio (io d’estate ero sempre lì, bastava attraversare la pineta ed ero al mare). Il nostro piano era di trasferirci a Genova per studiare danza classica con Ugo Dell’Ara, il primo ballerino della Scala. Li ho rivisti tutti questa estate grazie a mia figlia Amanda: mi ha organizzato una sorpresa. Che ricordi».

E come andò a finire con la danza classica?
«Che mi sono cresciute le tette e addio sogno. Non puoi fare la ballerina classica con tutto quel seno. Comunque avevo già pronto il piano B: dattilografa e stenografa. Avevo fatto la terza commerciale a Viareggio. Allora era una cosa importante, ti apriva tante porte, chi lo sapeva che sarebbero arrivati i computer, di quelli non ci ho mai capito niente, anche col telefonino divento pazza. Ne vorrei uno che mi facesse la dichiarazione dei redditi...».

Un’altra possibile professione andata in fumo.
«Mia mamma, che era sempre ottimista, mi disse: “Ciò che avviene conviene”. E forse mi è convenuto davvero, perché se avessi fatto la ballerina non avrei mai fatto il cinema».

Aveva ragione mamma.
«Sì, però aveva dei dubbi. “O Stefanina, sei proprio sicura che tu vuoi fare l’attrice?”. E io: “Sì, mamma”. Così mi accompagnò per due mesi in Sicilia sul set di “Divorzio all’italiana”. Avevo 15 anni. Lì tra l’altro ha scoperto la pasticceria siciliana. Mia mamma era golosissima: cominciò a farsi mandare dei panetti di pasta di mandorle: li teneva in camera, in cima a un armadio, e li mangiava in segreto. Per anni ho continuato a trovare questi panetti nascosti negli angoli della casa».

Lei è golosa?
«Io no, ma Amanda sì. La golosità ha saltato una generazione e se l’è beccata lei».

Ci fa un saluto per i nostri lettori?
«Volentieri. Intanto perché il mio caro Paoli era spesso lì da voi, visto lo spazio che date alla musica. E poi perché Sorrisi è un giornale meraviglioso. Già il titolo è tanta roba: “Tv Sorrisi e Canzoni” è proprio carino, attraente, affettuoso ecco».

Troppo buona.
«Guardi che è importante. Hanno scritto che mi voglio ritirare dal cinema ma non è così. Ho solo deciso che non farò mai più cose dove non ci sia affetto. Ci tengo troppo».

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