Super Lillo: «E ora vi faccio ridere anche al cinema con “Tutti per Uma”»

Dopo il successo di “LOL” su Prime Video il comico è... ovunque (ma non si separa certo da Greg)

Lillo
3 Giugno 2021 alle 08:45

Una volta c’era il prezzemolo. Ora c’è Lillo. Ultimamente il comico romano è dappertutto: te lo ritrovi sul palco del “Concertone” del Primo maggio, tra i protagonisti dell’ultimo programma di culto in tv (“LOL: chi ride è fuori”), in radio (“610” ogni sabato mattina su Rai Radio 2) e adesso anche al cinema.

Il 2 giugno è infatti uscito “Tutti per Uma”, dove recita al fianco di Pietro Sermonti e Antonio Catania. «È un film per tutta la famiglia dove mi accapiglio sempre con Pietro, in una scena persino al ritmo delle comiche mute, con la musichetta di sottofondo alla Benny Hill... È esattamente il tipo di film che guarderei io: favolistico e surreale. E il mio personaggio è un immaturo. Cioè quello che sono io nella vita».

In che senso?
«Nel senso che ancora sento un gran bisogno di giocare. Non sono mai arrivato a quella fase dove uno dice: “Basta, adesso questa cosa non la faccio più perché sono cresciuto”. Per dire, ancora compro le scatole di soldatini da dipingere. Poi riesco a dipingerne solo uno all’anno, perché ho troppe cose da fare, e le scatole mi si accumulano sulla libreria...».

E ci credo. Facciamo il punto: lei è comico, attore teatrale, cantante, scrittore, musicista, regista, conduttore tv, conduttore radiofonico, autore di programmi, fumettista e leader di due rockband... Ho dimenticato qualcosa?
«In realtà faccio solo comicità. Però mi annoio facilmente e allora mi butto in mille varianti».

Però scusi, l’inseparabile Greg dove è finito? Ultimamente la vediamo sempre da solo, non è che sciogliete la coppia, eh?
«Per carità, non c’è niente da temere. Stiamo già lavorando al prossimo film, scritto e diretto da noi. Parla delle donne e di come noi uomini ci rapportiamo a loro... E poi c’è sempre “610” in radio, una trasmissione che va avanti da 18 anni».

Ma come è cominciato tutto quanto?
«Da un fallimento. Greg e io tentavamo di farci pubblicare i nostri fumetti umoristici e un giorno una casa editrice ci ha proposto di creare addirittura un’intera rivista. Ci siamo messi a lavorare come pazzi per tre mesi... e nel frattempo la casa editrice è fallita. Allora, pur di tirare su due lirette, abbiamo riciclato le idee come testi per canzoni demenziali e messo su una band che si esibiva nei piccoli locali. Con nostra somma sorpresa, i “Latte & i suoi derivati” divennero di culto. E nel 2021 festeggiamo i 30 anni della band. Toccherà fare il disco! Intanto ci esibiamo l’8 giugno nella cavea dell’Auditorium di Roma. All’aperto naturalmente».

E l’altra sua band?
«È poco più che un gioco: con “Lillo e i vagabondi” sfogo la mia passione per il rock. La stessa che mi ha fatto portare in tournée lo spettacolo “School of rock”, la versione italiana del film con Jack Black».

Le origini da fumettista spiegano perché ha il chiodo fisso dei supereroi. A “LOL” ha avuto grande successo con Posaman...
«Sì, il supereroe che ha come unico potere quello di fare le pose da supereroe. Però ha un problema: ne conosce solo sei. Ho creato anche l’Uomo-Bradipo, capace di muoversi più lentamente di chiunque altro. E l’Uomo Invisibile, che ha perso i poteri anni fa ma è ancora in azione, perché nessuno ha il coraggio di dirglielo e quindi fanno finta di non vederlo. Ma il mio preferito è Normalman, che era cento volte più stupido della media ma, grazie a una prodigiosa sostanza, è diventato 100 volte più intelligente di prima e ora risolve problemi normali. Il suo motto è: “Lì dove c’è un problema di tutti i giorni, lì dove basta un piccolo aiuto, li c’è Normalman!”».

Ma quanti personaggi ha inventato?
«Mah, con Greg ormai saremo a oltre 5 mila. A volte discutiamo: “Io ne ho inventati di più”, “Sì, ma miei sono più divertenti...”».

A “LOL” però, per regolamento, non rideva (quasi) nessuno. Dev’essere angosciante per un comico...
«Ma era il bello della trasmissione! Anzi, mi faceva ridere non vederli ridere. Ma non potevo ridere, se no mi eliminavano».

Le è mai capitato anche su un palco vero, di trovare un pubblico terribile che non ride mai?
«Può succedere all’inizio della carriera: incontri spesso un atteggiamento di sfida del tipo: “Vediamo un po’ se riesci a farci ridere!”. Poi è tutto più facile: se vengono a vederti è perché ti conoscono già, sono tuoi fan».

Ha all’attivo anche un film da Oscar. Che ci faceva in “La grande bellezza”?
«Il personaggio si chiamava Lillo de Gregorio... è chiaro l’omaggio di Sorrentino? Però ero un cattivissimo mercante d’arte che sfrutta anche una bambina-pittrice pur di far soldi. L’unico personaggio negativo della mia carriera».

Perché, come “iena” non era cattivo?
«Ma no, io facevo cose surreali... E a ogni puntata pensavo: “Adesso ci chiudono” perché il programma, al pomeriggio, andava malissimo. Poi l’hanno spostato alla sera e ha fatto il botto. Ma questo non lo ricorda mai nessuno...».

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