Tutti pazzi per Tom Cruise e “Top Gun: Maverick”

Arrivato a Cannes per presentare il suo film che ha soddisfatto le attese

26 Maggio 2022 alle 08:30

A Cannes ormai è Cruise-mania. Come altro definire la squadriglia di aerei acrobatici che rende omaggio a Tom volando sopra la Costa Azzurra? O l’enorme “casco da Top Gun” che troneggia in suo onore sulla Croisette? O la sua Palma d’oro “ad honorem”, arrivata un po’ a sorpresa? Nel consegnargliela Thierry Frémaux, il patron del Festival, ha detto: «Nessun attore ha mantenuto un livello medio così alto nei suoi film: sono tutti importanti. E soprattutto, Tom Cruise sostiene i film che vanno nelle sale, anzi fa solo quelli: niente streaming, niente spot, niente tv».

Da parte sua, Tom non si è risparmiato. Sul tappeto rosso ha firmato autografi per 20 minuti (e pazienza se poi lo abbiamo visto passarsi fuggevolmente il gel igienizzante sulle mani: non è quello che facciamo tutti da due anni a questa a parte?). E in un incontro speciale con gli accreditati più fortunati (tra cui, ovviamente, noi di Sorrisi) ha ripercorso tutta la sua carriera. Vestito di nero come un ninja, pieno di energia ed entusiasmo che lo fanno gesticolare a ogni risposta, ha subito messo in chiaro: «“Top Gun: Maverick” era già pronto a fine 2019 e c’è chi, durante la pandemia, avrebbe voluto farlo uscire in streaming. Ma la mia risposta è stata: mai! È un film da vedere sul grande schermo».

Impossibile dargli torto, perché il sequel di “Top Gun”, atteso ben 36 anni, è spettacolare come e forse più del predecessore. Merito dei jet, certo, ma anche di quel «I feel the need for speed!» («Ho bisogno della velocità!») che nella saga viene detto da Maverick, ma potrebbe essere il motto dello stesso Tom Cruise.

«Mi stupisco sempre quando mi chiedono perché corro tanti rischi per fare di persona tutte le scene d’azione. Sarebbe come chiedere a Gene Kelly: “Perché nei passi più difficili non fai ballare un altro?”. Se giro un film d’azione, voglio fare l’azione. Se giro un musical, voglio cantare. E così via. Infatti ho preso lezioni di canto, di ballo e di volo. Passo la vita a imparare e quando ho imparato qualcosa mi dico: “Prima o poi lo metterò in un film”».

Poi ripercorre la sua storia dall’inizio: «A 4 anni volevo fare film d’azione. Avevo una bambola che, se la lanciavi in aria, ricadeva aprendo il paracadute. Un giorno sono salito sul tetto di casa con un lenzuolo e sono saltato giù. Mentre precipitavo pensavo: mi sa che non funziona... Ma io faccio così: preferisco provare e fallire che non provare. Alla peggio, impari qualcosa».

A patto di sopravvivere, certo. Ma Tom sopravvisse e a 18 anni venne preso per “Taps - Squilli di rivolta”: «Era un ruolo piccolo, avevo cinque settimane di riprese. Pensai: sta succedendo davvero! In questi giorni voglio imparare il più possibile, perché non so se mi faranno mai fare un altro film. Così ho rotto le scatole a ogni reparto: trucco, costumi, fotografia, montaggio, perché mi insegnassero. E ho continuato così con tanti maestri: Sydney Pollack, Tony Scott, Stanley Kubrick. E lo faccio anche oggi, che sono produttore dei miei film». Una scelta fatta «per avere il controllo del processo e assicurarmi che tutti possano dare il massimo».

Secondo Tom, questo spiega anche perché abbiamo dovuto aspettare 36 anni per avere un nuovo “Top Gun”: «Dopo il successo del primo film tutti volevano un sequel ma io dissi: non sono ancora pronto. Una saga è una cosa diversa da un singolo film. È una sorta di dialogo tra titoli diversi e, in questo caso, anche tra generazioni diverse. Nel film, Maverick trasmette ai più giovani quello che ha imparato in una vita. È la stessa cosa che oggi cerco di fare io».

Dopo 36 anni arriva il sequel di un film entrato nel mito

Come mai l’asso dell’aviazione Pete Mitchell (Tom Cruise) dopo 30 anni è ancora “solo” capitano, mentre tutti i suoi amici hanno fatto carriera? Semplice: “Maverick” (questo il suo soprannome) rifiuta ogni promozione, perché non gli permetterebbe più di volare.

I suoi superiori però non sembrano tanto riconoscenti e dicono: «Il destino di voi piloti è l’estinzione. Il futuro appartiene ai droni a guida automatica». Risposta: «Il futuro, forse. Ma non il presente». E infatti arriva un’emergenza: bisogna condurre una missione segreta ai limiti dell’impossibile contro uno “Stato canaglia”. Maverick si ritrova così ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun. Il piano è che lui si limiti ad allenarli e non partecipi alla spedizione. Ma l’America, al momento decisivo, potrà fare a meno del suo miglior pilota di sempre? Certo che no...

Girato nella base navale di San Diego (Maverick è un pilota della Marina) con uno squadrone di caccia F/A-18 Super Hornet in dotazione alle portaerei americane, il seguito del mitico “Top Gun” è ricco di ironia e di azione, in bilico tra nuove avventure e rimandi al capostipite. Maverick incontrerà anche il figlio del suo vecchio compagno di volo Goose. Per proteggerlo lo ha tenuto lontano dagli aerei, e ora deve decidere se sceglierlo per la missione suicida. Di qui il dilemma: «Se lo mando, rischio di perderlo. Se non lo mando, sono certo di perderlo».

C’è anche una vecchia fiamma da riconquistare. No, non la bionda Charlie (Kelly McGillis) del primo film, ma Penny, di cui 36 anni fa veniva citato solo il nome: qui la interpreta Jennifer Connelly. Imperdibile poi il “cameo” di Val Kilmer nei panni di Iceman, un tempo l’unico pilota che poteva tenere testa a Maverick e ora suo superiore, impossibilitato a parlare per una malattia (proprio come è successo davvero all’attore). C’è anche una partitella sulla spiaggia in stile Salvatores “Mediterraneo”, ma qui è di football americano...

In questi disgraziati tempi di guerra, il film potrebbe sembrare un incitamento alle virtù militaresche, ma le riprese sono finite nel 2019 e la pellicola è più all’insegna della nostalgia che della bellicosità. In fondo il 3 luglio Tom Cruise-Maverick compie 60 anni e il tempo lo ha reso più saggio e tranquillo. La prova? Nel primo film folleggiava nel “saloon”; qui viene buttato fuori dai giovani virgulti...

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