Venezia 79: il mito di Marilyn Monroe in “Blonde”

Ana de Armas interpreta la diva. E poi feste, premi e il film corale di Paolo Virzì

"Blonde"
8 Settembre 2022 alle 09:17

Commozione per “The son” con Hugh Jackman, allegria per il Premio Bianchi assegnato dai critici italiani a Stefania Sandrelli (che presenta il suo film “Acqua e anice”). La mostra prosegue a gonfie vele e c'è anche un'altra faccia del festival che non bisogna sottovalutare: le feste! Per esempio nel bacino dell'Arsenale lo sponsor principale della mostra (Campari) ha allestito il “Boat In”, una specie di Drive in dove però i film si possono guardare... dalle barche e dai pontili! Prima e dopo, danze e grandi ospiti, come Stefano Accorsi che si è esibito in un monologo che riadattava l'“Orlando Furioso” dell'Ariosto.

Intanto oggi, giovedì 8, il concorso prosegue con uno dei film più attesi: “Blonde”. Ana de Armas si trasforma in Marilyn Monroe nel fluviale film prodotto da Netflix, che il regista Andrew Dominik ha tratto dal romanzo di Joyce Carol Oates. Dall'infanzia precaria fino alla sua ascesa alla fama, i confini tra realtà e finzione si confondono come quelli tra l'io pubblico e quello privato della star. «Lei ora non esiste più ma la sua luce, come la polvere di una stella esplosa, viaggia ancora verso di noi sotto forma di migliaia di immagini che fluttuano nel nostro inconscio collettivo, nei film, nelle fotografie, sui muri, nelle pubblicità» dice Dominik. «E se si incarna un oggetto del desiderio, quello che il mondo vede è il tuo vero io o una proiezione dei propri bisogni? Come si pone una bambina indesiderata di fronte all’essere diventata la donna più desiderata del mondo? Deve dividersi a metà?».

Fuori concorso passa invece “Siccità”, commedia corale e apocalittica di Paolo Virzì con un cast sterminato di cui citeremo “solo” Monica Bellucci, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli, Max Tortora, Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco e Tommaso Ragno. Ognuno nei panni di un personaggio che deve affrontare i suoi problemi personali nel quadro disperante di una Capitale in spaventosa crisi idrica, con tanto di razionamenti e proteste in piazza. Ne escono pochi sprazzi di umanità e molti di disumanità, di cui farà le spese soprattutto la povera Fanelli... Il film descrive «un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma che si sta sgretolando» dice il regista. E così il tocco di Virzì, sempre pungente e spiritoso, qui vira decisamente allo humour nero.

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