Interpreti e sceneggiatori di cinema e tv chiedono più garanzie per il futuro, e non solo
Lo avete letto per settimane, anche su Sorrisi: Hollywood è in sciopero! Ma che cosa significa? Perché gli sceneggiatori e gli attori americani protestano? E quali conseguenze sta avendo sul mondo dello spettacolo?
Il sindacato
Impariamo una sigla importante: Sag-Aftra. Tradotta in italiano, è la “Corporazione degli attori dello schermo Federazione americana degli artisti radio-televisivi”. In sintesi, è il sindacato degli attori. I suoi 160 mila membri sono fermi dal 14 luglio, mentre gli sceneggiatori avevano iniziato già a maggio. È la prima volta dal 1960 che interpreti e autori scioperano insieme.
Ricompensateci!
Ora impariamo un altro concetto: i “residuals”. Se un attore o uno sceneggiatore lavora, riceve un compenso. Ma poi riscuote anche una cifra ulteriore, che varia di caso in caso, se il film o l’episodio viene riproposto più volte. È un diritto che ottennero proprio scioperando negli Anni 60, quando il nemico era la tv con le sue “repliche”. Ma oggi, con lo streaming, i “residuals” sono ridotti all’osso. Come si può calcolare quante volte viene rivisto davvero un film? I sindacati propongono di ripensare il sistema. E i produttori si oppongono.
Timori tecnologici
Così è nata la battaglia tra la Sag-Aftra e la Amptp (“Associazione dei produttori televisivi e cinematografici”). Le nuove esigenze sono legate anche all’evoluzione dell’intelligenza artificiale, che spaventa sia gli sceneggiatori (e se un computer fosse in grado di scrivere un copione?) sia gli attori (e se si potessero “clonare” le fattezze di un interprete pagando una sola giornata di lavoro?).
Fuori dal red carpet
Lo sciopero, guidato dall’agguerrita presidente della Sag-Aftra, Fran Drescher, sta andando avanti da più di due mesi e i tentativi di conciliazione per ora sono falliti. Agli attori, poi, non è solo vietato recitare, ma anche fare promozione (di persona e sui social) di prodotti già realizzati. Il 14 luglio, pochi istanti dopo l’annuncio dello sciopero, il cast di “Oppenheimer” ha abbandonato il red carpet a Londra, lasciando da solo il regista Christopher Nolan. E anche a Venezia, come vi abbiamo raccontato su Sorrisi, molti divi non hanno potuto partecipare alla Mostra (altri, invece, hanno avuto un “nullaosta”).
L’uscita di molti film già pronti, inoltre, viene rimandata, altrimenti le star non potrebbero presentarli in giro per il mondo. Tra i casi più clamorosi, “Challengers” di Luca Guadagnino, che non uscirà prima di aprile, e “Dune Parte due”, spostato da novembre a marzo. Salvo ulteriori rinvii.
Indipendente? si può
Gli attori in sciopero possono comunque recitare in film molto economici e indipendenti (vengono definiti “micro-budget”), doppiare cartoni e film animati, partecipare a programmi tv senza copione (giochi, reality e documentari). In caso di film o serie dove il cast è a maggioranza britannico, invece, si continua a lavorare, ma tra mille polemiche (come sta accadendo con la serie “House of the dragon”).
Rinvii eccellenti
La lista dei film la cui produzione è stata interrotta da un giorno all’altro è lunga. Qualche esempio? Due capitoli di “Avatar”, “Deadpool 3”, ”Il gladiatore 2”, “Mission: Impossibile 8”. E film come “Superman: Legacy” e “Fast & Furious 11” hanno dovuto fermare i lavori prima ancora di iniziare le riprese. Senza dimenticare le tante serie tv in pausa (da “Andor” a “Yellowstone”) e i talk show notturni (un’istituzione della tv americana) che, rimasti senza autori, sono “spenti” da maggio.
Attendere prego
I danni economici di questo sciopero storico saranno ingenti. Gli spettatori inizieranno ad accorgersene nei prossimi mesi quando, dopo l’estate straordinaria di “Barbie” e “Oppenheimer”, nelle sale arriveranno meno film di grande richiamo. E se a qualcuno fa strano vedere star dai compensi altissimi protestare in piazza, ricordiamoci che gli attori milionari sono pochissimi (figuriamoci gli sceneggiatori…) e lo fanno per solidarietà verso decine di migliaia di artisti e autori che vedono il futuro del loro mestiere messo a dura prova.