Il suo genio ha illuminato la seconda metà del XX secolo, e la sua vena creativa non si è ancora esaurita:il 17 dicembre uscirà infatti nelle sale italiane «Irrational Man», il suo film numero 45 come regista.
Stiamo parlando di Woody Allen, che il 1° dicembre compie 80 anni. Ci vorrebbe un libro, non un articolo, per raccontarne la storia, le grandi performance come attore (ha interpretato più della metà dei film che ha diretto), la movimentata vita privata, l'amore per il jazz e per la sua adorata New York, l'impatto che il suo umorismo ha avuto su Hollywood e sulla società americana...
Per questa volta, però, limitiamoci a fare gli auguri a un maestro indiscusso del cinema e a celebrarlo provando a scegliere (impresa ardua, sia chiaro) i suoi dieci film più significativi.
«Manhattan» (1979)
Autobiografico più di ogni altro, ironico e struggente, girato in un bianco e nero che parla più di mille colori, accompagnato dalla musica di Gershwin: per chi ama Woody Allen (e New York) questo è «il» film.
«Io e Annie» (1977)
La prova generale di «Manhattan», girata due anni prima. Anche stavolta accanto al regista c'è la sua musa (e compagna di quel periodo) Diane Keaton. Una micidiale e travolgente presa in giro di una certa società americana, dilaniata dalle nevrosi. Geniale.
3. «Prendi i soldi e scappa» (1969)
Sotto forma di finto documentario, Allen racconta le peripezie di un timido musicista che la società trasforma in un criminale... Di gran lunga il film più comico di Allen, un susseguirsi di scene surreali che tramortiscono lo spettatore. Si ride fino alle lacrime.
4. «Radio Days» (1987)
I ricordi d'infanzia, tema ricorrente della filmografia di Allen, stavolta sono scanditi dalle trasmissioni radiofoniche più amate degli Anni 40. Uno dei lavori più nostalgici del regista, che però non rinuncia alla sua vena comica: alcune scene sono memorabili.
5. «Broadway Danny Rose» (1984)
Un altro gioiello assoluto, il ritratto di un perdente senza speranze (un impresario che nella sua scuderia ha solo artisti falliti) che affronta la vita senza contemplare neppure la possibilità di un destino differente. Nonostante le numerose divertentissime gag, è uno dei film più malinconici di Allen.
6. «Crimini e misfatti» (1989)
Il film nel quale si mescolano meglio commedia e tragedia, i registri che hanno ispirato a fasi alterne tutta la carriera del regista newyorkese. Tra nevrosi, tradimenti, bassezze e vane speranze, la vita sembra perdere senso.
7. «Zelig» (1983
Un altro finto documentario, più ambizioso e intellettualmente raffonato di «Prendi i soldi e scappa». Per raccontare la paura della diversità, Allen inventa uno strano personaggio, Leonard Zelig, un camaleonte umano che prende l'aspetto e il modo di pensare di chi gli sta accanto. Più cerebrale e meno spontaneo della media dei film di Woody, ma unico e a tratti irresistibile.
8. «Match Point» (2005)
Una tragedia greca sulle sponde del Tamigi: il regista racconta la parabola di un maestro di tennis che diventa ricco e potente grazie al fidanzamento con la figlia di un milionario. Ma la passione per la futura cognata scatenerà una serie di eventi incontrollabili. Mai visto Allen così cupo e lucido nel raccontare una società senza valori che gli fa paura.
9. «Basta che funzioni» (2009)
Riecco Woody A New York, dopo quattro film girati in Europa. Sceglie come protagonista Larry David (notissimo attore e autore americano) e lo trasforma nel suo alter ego: un genio della fisica geniale e scontroso che, dopo aver tentato il suicidio, pian piano troverà il modo di stare al mondo... Leggera e cattiva al punto giusto, una commedia vecchio stile.
10.«Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso...»
Per finire, un altro tuffo negli Anni 70 per uno sberleffo nello stile surreale del regista. Il bersaglio è un bestseller dell'epoca, un manuale della rivoluzione sessuale che, tra le mani di Woody, diventa dinamite. Molti alti e bassi, ma il divertimento è assicurato.
Su Rai3 il pluripremiato regista, quattro volte Premio Oscar. Tra gli ospiti di Fabio Fazio anche il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e Mara Venier