29 febbraio, una data speciale tra leggende e piccole superstizioni

L’hanno inventato gli antichi romani, può far comodo alle fidanzate d’Irlanda e in America ha persino un fan club. Ma porta bene o male? Leggete qui...

27 Febbraio 2020 alle 09:20

Trenta giorni ha novembre, con april, giugno e settembre, di 28...”. Ah no: quest’anno la filastrocca non vale perché in calendario c’è il 29 febbraio. Una data bizzarra, che evoca i “non compleanni”. Chi nasce in questo giorno festeggia ogni quattro anni? Guai a chiederlo ai “ventinovini” (come spiega l’attrice Antonella Ponziani, intervistata nella pagina accanto), perché si arrabbiano e si mettono a urlare. E che acuti! Proprio come nell’opera “Il barbiere di Siviglia”, scritta dal “ventinovino” italiano più famoso, Gioachino Rossini, nato a Pesaro il 29 febbraio del 1792.

Facciamo i conti
Ma perché bisogna aggiungere un giorno? Ecco la spiegazione: la Terra impiega 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi per completare un’orbita intorno al Sole. Nel nostro calendario, però, ci sono solo 365 giorni. Quindi arrotondiamo di circa 6 ore l’anno. Se non aggiungessimo un giorno ogni tot, nell’arco di un secolo il calendario astronomico e quello umano sarebbero sfasati di 24 giorni. Sono anni bisestili soltanto quelli divisibili per quattro, eccetto i secolari, che sono bisestili solo se divisibili per 400. Per esempio, il 1900 non è stato bisestile (secolare non divisibile per 400), il 2000 sì (secolare, divisibile per 400). Quindi non è vero, come molti pensano, che l’anno bisestile arrivi regolarmente ogni quattro anni.

Un’idea di Cesare
I primi a introdurre un giorno in più furono gli antichi romani. Giulio Cesare nel 46 a.C. aggiunse 24 ore prima delle calende di marzo il «bis sexto kalendas Martias» (da cui deriva l’aggettivo “bisestile”), che corrispondeva al 24 febbraio. In seguito la data divenne il 29 febbraio. Purtroppo, però, Giulio Cesare sbagliò i calcoli: i giorni bisestili, aggiunti ogni quattro anni nel suo calendario (detto giuliano), erano troppi. A un certo punto, fu Papa Gregorio XIII a trovare la “quadra”: aggiustò tutto facendo saltare i giorni dal 4 al 15 ottobre del 1582 e stabilì le regole del calendario che da lui in poi chiamiamo “gregoriano” e che seguiamo tuttora. Per la cronaca, talora è comparso anche uno stravagante 30 febbraio: nel 1712 in Svezia e nel 1930 e nel 1931 nel calendario rivoluzionario sovietico.

Single alla riscossa
Novelle Bridget Jones, è il vostro momento. Secondo un’antica tradizione irlandese, il 29 febbraio le donne sono autorizzate a chiedere la mano del fidanzato. Quindi, se aspettate invano l’anello fatevi sotto. Avete il permesso di San Patrizio, che nel V secolo stabilì questa legge per le donne rimaste a lungo senza anello di fidanzamento, convinto dalle pressanti richieste di Santa Brigida. Evitate invece ogni avance se il vostro partner è nato in Grecia, dove il 29 febbraio è considerata una data sfortunatissima per sposarsi.

Funesto oppure no?
Non ha una buona fama questo giorno. Tanto che i proverbi si sprecano: “Anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso”, “Anno bisesto tutte le cose van di traverso”, “Anno bisestile chi piange e chi stride”. Tanta avversione si spiega con il fatto che per i Romani febbraio era il “mensis feralis”, il mese dedicato ai riti per i defunti. Nel Quattrocento Michele Savonarola, il nonno di Fra’ Girolamo, ci mise il carico da 90 decretando che i bisesti erano nefasti per le greggi e i raccolti, portando epidemie e sciagure. Sarà un caso, ma tre grandi terremoti della nostra storia recente si sono verificati in anni bisestili: nel 1908 a Messina, nel 1968 nel Belice, nel 1976 in Friuli...

Rane, lepri e balene
Una famiglia irlandese ha un primato molto curioso: nel 2016 è entrata nel “Guinness dei primati” perché ha al suo interno tre generazioni di nati il 29 febbraio: nonno Eric Keogh, suo figlio Peter e la nipote Bethany. Un evento più unico che raro, visto che la probabilità di nascere in questo giorno è di una su 1461. In America i “ventinovini” sono così orgogliosi della loro data di nascita “fantasma” che hanno istituito un club: l’Honor Society of Leap Year Day Babies, che ha per mascotte una rana “salterina”. In inglese, infatti, l’anno bisestile viene chiamato “leap year”, cioè anno del salto, perché il 29 febbraio nei calendari precedenti e successivi salta, non c’è. Salterino è anche il “leprotto bisestile” del cartone animato Disney “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Nel bestiario di questa data fanno capolino pure i cetacei: dalle parti di Reggio Emilia il bisestile viene chiamato anno della balena. Sapete perché? Secondo la credenza popolare questi mammiferi partoriscono solo ogni quattro anni.

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