Andrea Giuliacci: «Meteorologi fai-da-te? Provateci anche voi»

Il meteorologo spiega cosa c’è di vero nei metodi popolari per prevedere il tempo. E ci dà qualche “dritta” da veri esperti

2 Giugno 2021 alle 09:30

Col cambio di stagione a volte il clima si fa imprevedibile. E se molti si affidano alla tv per sapere che tempo farà, c’è anche chi ama rispolverare antichi metodi popolari per previsioni... “fai-da-te”. Ma ha senso? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Giuliacci, che sa spiegare i misteri del tempo ai grandi (sui canali Mediaset con le previsioni di Meteo.it) e ai bambini (in “MeteoHeroes” su Cartoonito). Lui chiarisce subito: «Proverbi e “metodi della nonna” possono funzionare nell’immediato, ma raramente ci dicono qualcosa a più di 24-36 ore di distanza. Però se vi accontentate...».

Partiamo dai proverbi. Comincerei dal classico «cielo a pecorelle, pioggia a catinelle».
«Ha un solido fondo di verità. Quelle “pecorelle” sono cirrocumuli, indicano aria calda e umida che scorre verso l’alto e una perturbazione in arrivo».

«Rosso di sera, bel tempo si spera».
«Di solito le perturbazioni arrivano da Ovest, dove tramonta il sole. Se vedo un bel tramonto rosso vuol dire che l’aria è pulita ma anche piena di goccioline, perché prima pioveva: quindi il tempo sta migliorando».

«Nebbia bassa buon tempo lascia».
«Sì, la nebbia si forma in condizioni di tempo bello. E l’alta pressione la tiene schiacciata in basso, specie nella Pianura Padana».

«Luna con l’anello non porta tempo bello».
«È vero. E a proposito della luna, lo sapete che quando è piena, statisticamente, piove di più? Questo è dovuto al fatto che l’astro provoca invisibili “maree” d’aria».

«Se piove di venerdì, piove sabato, domenica e lunedì». O anche: «Se piove il venerdì santo, piove per maggio tutto quanto».
«Ma no! Queste mi sembrano più “leggi di Murphy”, o lo sfogo di qualcuno che ha appena avuto un weekend rovinato dal maltempo. Assolutamente non c’è una base scientifica».

«Né acqua senza vento, né vento senza acqua».
«E allora il Föhn, il vento caldo che porta il sereno? Qui però bisogna chiarire un punto...».

Dica.
«Molti di questi proverbi nascono in zone precise e magari sono validi solo lì. Per esempio: “Se il monte mette il cappello, lascia la zappa e prendi l’ombrello”. Dove sono nato io, vicino a Cetona, Siena, va benissimo. In altri posti no».

E i reumatismi? È vero che peggiorano quando arriva il brutto tempo?
«Sì, è un fenomeno legato al calo della pressione atmosferica. Vale anche per le articolazioni. Ma la parte del corpo più sensibile sono i capelli. In particolare, i capelli rossi delle donne, che con l’umidità diventano più corti e ricci, e infatti si usano per costruire gli igrometri».

Quando escono le lumache è un segno di pioggia imminente?
«Questa veramente non l’avevo mai sentita... anche se può darsi che le lumache siano sensibili all’aumento dell’umidità. Molti animali “sentono” i cambiamenti del tempo là dove l’uomo non nota nulla. Ecco perché in passato, quando si viveva in campagna e all’aria aperta, era importante osservarli».

Mi fa qualche esempio?
«Se gli uccelli si alzano alti nel cielo probabilmente ci sarà bel tempo, mentre col brutto volano bassi per evitare correnti troppo forti. Prima che cresca il vento le oche sono meno tranquille e volano; i piccioni sbattono più forte le ali; le rondini si muovono sottovento per raccogliere gli insetti. Addirittura, durante le guerre Napoleoniche, un soldato prigioniero notò che i ragni della sua cella, in caso di pioggia, facevano ragnatele più fitte».

E il legno che si gonfia e scricchiola?
«Con l’umidità il legno si gonfia, ma lo fa ancora di più per il calore, quindi non è un buon indicatore».

Allora ricorriamo a un po’ di tecnologia. Le indicazioni che mi appaiono in automatico sul telefonino vanno bene?
«Dipende. Le applicazioni già installate sui cellulari di solito si limitano a riportare i dati di enormi computer che elaborano modelli fisico-matematici, per tutto il mondo, dalla California. Capirete che non è il massimo della precisione. Io consiglio di collegarsi a siti italiani (o scaricarsi la loro App) dove lavorano veri meteorologi che sanno interpretare e aggiornare questi dati. Per esempio il mio, Meteo.it... Inoltre, un centro serio non si limita a dire “scopri che tempo farà”, ma fornisce anche la percentuale di affidabilità di ogni previsione».

E qual è?
«Previsioni a 24 ore: oltre il 90 percento. A tre giorni: circa l’88. A una settimana: 70 percento. Più in là non mi spingerei».

Perché?
«Perché l’atmosfera è un sistema altamente caotico e, per il “principio della farfalla”, uno starnuto a Milano in un mese può diventare una tempesta in Kentucky».

Chiaro. Però non possiamo lasciarci senza una previsione sull’estate che ci aspetta...
«Ci aspettiamo un’estate calda, ma non troppo. Questo perché le temperature da record sono annunciate da due tipiche anomalie. La prima è un inverno e una primavera siccitose (se nell’ambiente resta poca acqua, si riscalderà di più). La seconda è “El Niño”, un fenomeno climatico del Pacifico che alla lunga favorisce lo spostamento dell’alta pressione africana sull’Italia. Nessuna di queste anomalie si è verificata, per ora, quindi... possiamo stare tranquilli».

Per cominciare procuratevi un barometro

Il primo passo per il meteorologo fai-da-te? Procurarsi un barometro (o scaricarsi la relativa App sul telefonino). «Si tratta dello strumento migliore» spiega Andrea Giuliacci «perché le previsioni si basano su un principio fondamentale: l’alta pressione atmosferica porta il bel tempo, quella bassa porta precipitazioni. Ma attenzione a non fare l’errore che commettono (quasi) tutti: il valore in millibar (quello medio dell’atmosfera è di 1013,25), a parte i casi limite, di per sé significa poco! Per capire che tempo farà bisogna avere la pazienza di segnarsi almeno tre misurazioni ogni due-tre ore. Se il valore aumenta (per esempio se passa da 980 a 1010 millibar) il tempo migliorerà. Se invece è in calo... preparate l’ombrello».

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