Arrivano i Mondiali di sci: vi raccontiamo tutti i segreti e le curiosità sulla neve

Dal 6 al 19 febbraio in Francia sarà sfida per le medaglie. E noi andiamo alla scoperta della “Signora” dell’inverno

4 Febbraio 2023 alle 08:02

Sarà che si avvicinano i Mondiali di sci alpino (si terranno a Courchevel e Méribel, in Francia, dal 6 al 19 febbraio). Sarà che mentre scriviamo buona parte dell’Italia è ricoperta di bianco. Ma ci è venuta voglia di sapere tutto, o quasi tutto, della neve. Anche a voi? Allora continuate a leggere...

Come nasce?

Tutto parte da microscopici “nuclei di condensazione” (ossia sali, pollini o granelli di polvere): quando la temperatura delle nubi scende al di sotto degli zero gradi, attorno a loro si formano minuscoli cristalli di ghiaccio, che aumentano di dimensione finché la gravità li fa cadere.

Quando arriva solo la pioggia

Se la temperatura delle nubi è superiore a zero gradi non si può avere neve, ma solo pioggia.

Quando, invece, c’è la grandine

Il meccanismo di formazione della grandine è diverso: venti ascensionali trasportano su e giù particelle d’acqua e ghiaccio che continuano a gelare e ingrandirsi, finché diventano così pesanti che le correnti non riescono più a sostenerle, e precipitano.

Ogni fiocco è diverso

In un cristallo di ghiaccio del diametro di un millimetro ci sono molti miliardi di molecole d’acqua. La probabilità che tutte queste particelle si dispongano allo stesso modo è bassissima. Ecco perché ogni fiocco di neve è diverso dall’altro. Però hanno tutti una cosa in comune: la forma esagonale, effetto diretto della struttura chimica dell’acqua.

Sembra bianca, ma...

I suoi cristalli sono trasparenti come il vetro. Ma la neve appare bianca perché i cristalli rifrangono la luce in tutti i colori dello spettro, come un prisma. E quando all’occhio umano arriva la somma di tutti i colori, quello che vede è il bianco.

Può essere anche rossa o verde

Quando il vento trasporta nell’atmosfera la sabbia del deserto, si può avere il fenomeno della neve rossa: sono i granelli rimasti intrappolati nei fiocchi. Altre volte può essere verde, perché ingloba microscopiche alghe e spore sospese nell’aria.

La velocità di caduta

Un fiocco di neve cade a circa quattro chilometri all’ora (ma il vento può frenarlo o farlo vorticare nell’aria anche a lungo).

Come la si studia?

Per misurare lo spessore della neve caduta sul terreno gli scienziati usano gli ultrasuoni. Più la neve è profonda e più il segnale impiega tempo per “rimbalzare” sul suolo sottostante e tornare in superficie.

Il fiocco più grande

Secondo il Guinness dei primati il 28 gennaio 1887 a Fort Keogh, nel Montana (Stati Uniti), cadde il fiocco di neve più grande mai osservato: aveva un diametro di ben 38 centimetri e uno spessore di 12.

Una disciplina specifica

La disciplina che si occupa di studiare i fenomeni chimici e fisici legati alla neve si chiama Nivologia.

Attenti agli occhi

La neve riflette la luce del sole e, se guardata a lungo senza protezioni, può causare disturbi visivi e addirittura la cosiddetta “cecità da neve” (per fortuna dopo circa una settimana passa). Questo perché i cristalli riflettono anche la luce ultravioletta, che provoca l’infiammazione della cornea.

Ama le piante...

Può sembrare un paradosso, ma la neve protegge le piante dal gelo. Infatti, coprendole, impedisce che la temperatura scenda sotto zero gradi, salvandole dalle gelate e proteggendo le radici durante l’inverno.

...e le nutre

La neve crea anche una sofisticata “riserva idrica a lento rilascio”. Sciogliendosi lentamente, dona al terreno acqua per lungo tempo e anche piccole dosi di azoto, utile alla crescita dei vegetali.

Una leggenda “eschimese”

Si dice che la popolazione nordica degli Inuit abbia 200 parole diverse per dire “neve”, ma è una leggenda. In compenso l’italiano ha moltissimi aggettivi per definirla: fresca, secca, granulosa, polverosa, marcia, ghiacciata e addirittura “penitente”.

I coni delle Ande

La “neve penitente” si trova nelle Ande e si chiama così perché al suolo assume una stranissima forma, quella di tanti coni che sembrano penitenti incappucciati in processione.

Meglio dei mattoni

La neve è anche un ottimo materiale da costruzione, come ben sanno gli eschimesi. Infatti ha un grande potere isolante, grazie all’aria che resta intrappolata tra i suoi cristalli. Inoltre quando si scioglie e ghiaccia nuovamente tra un blocco e l’altro, impermeabilizza ogni fessura e diventa dura come la roccia. Igloo e case costruite con la neve hanno solo un piccolo difetto: sopra gli zero gradi si sciolgono...

Ha un suono

La neve che cade attraverso l’aria produce un leggero rumore che è stato misurato in 10 decibel (come un sospiro). In compenso i suoi cristalli assorbono e disperdono i suoni dell’ambiente, rendendolo più silenzioso e “ovattato”.

Sfere di vetro

L’artigiano viennese Erwin Perzy stava creando una lampada di vetro quando vide delle scaglie di metallo muoversi nell’acqua... e così, nel 1900, aprì la prima fabbrica di “sfere di vetro con la neve dentro”. Esiste ancora.

Quella di Hollywood

Uno dei primi “effetti speciali” di Hollywood? Simulare le nevicate gettando sugli attori palate di cornflakes dipinti di bianco. Purtroppo il crepitio prodotto dal loro arrivo a terra era così grande, che le scene dovevano essere doppiate. Si usava anche l’amianto, fino a quando non si scoprì che era cancerogeno.

Quanto pesa?

Un fiocco pesa circa 0,004 grammi. Vi sembra poco? Considerate che un metro cubo di neve fresca pesa tra i 100 e i 200 chili. Se è bagnata e schiacciata, può superare la mezza tonnellata.

Il Palasport distrutto a Milano nel 1985

Il 17 gennaio 1985 una straordinaria nevicata fece crollare il Palasport di San Siro a Milano. Inaugurato nel 1976, poteva accogliere fino a 18.000 spettatori e l’anno prima aveva ospitato gli unici due concerti dei Queen in Italia.

Anche artificiale

Fu creata in Canada negli Anni 40. La prima macchina sparaneve arrivò un decennio dopo. La prima stazione sciistica italiana che adottò i “cannoni” fu Piancavallo (PN), in Friuli, nel 1970.

Nevicate marziane

La neve non è un’esclusiva della Terra. Gli scienziati hanno scoperto che anche su Marte ci sono grandi tempeste di neve (più simile al ghiaccio), che avvengono soprattutto di notte.

Seguici