Chi è Luis Sal, il nuovo fenomeno di YouTube

In occasione dell'uscita del suo primo libro «Ciao, mi chiamo Luis», abbiamo voluto conoscere Sergio Lerme (come lui dice di chiamarsi) e capire come in poco più di un anno sia passato dall'essere un barista a essere un idolo dei giovani sul web


26 Settembre 2018 alle 16:09

In occasione dell'uscita del suo primo libro «Ciao, mi chiamo Luis», abbiamo voluto conoscere Sergio Lerme (come lui dice di chiamarsi) e capire come in poco più di un anno sia passato dall'essere un barista a lavorare grazie ai suoi video su YouTube e a essere un idolo dei giovani sul web. 21 anni, di Bologna, ha iniziato a riprendersi con una telecamera fin da quando aveva 7 anni. Ha esordito sfidando altri giovani come lui a mangiare quanti più cereali possibile in appena due minuti.

Vero nome Sergio Lerme. Perché hai deciso di cambiare nome?
Perché mi sembrava più figo un nome più esotico, Sergio Lerme mi sembrava un po' troppo banale e quindi ho deciso di fare Luis Sal.

E i tuoi genitori cosa hanno detto dopo che avevano scelto questo bel nome per te?
Erano d'accordo, va benissimo, tanto faccio un po' quello che mi pare.

A casa come ti chiamano: Luis o Sergio?
Sergio, sinceramente Sergio.

Professione attuale?
Videomaker, preferisco, meglio videomaker di youtuber. Faccio principalmente video. Youtuber, ma non è il mio modo di mantenermi.

Riesci a mantenerti con il tuo lavoro?
Sono a tutti gli effetti un libero professionista, pago le tasse, posso dirlo anch'io.

Così giovane e già indipendente.
Mi mantengo da quando sono uscito di casa. Prima facevo il barista e ora faccio il «comunicatore» tra virgolette.

Ora non potresti mai tornare in un bar visto che sei famoso...
Mi piacerebbe, amavo fare il barista, ma ho dovuto abbandonarlo.

Ti piaceva di più fare i cappuccini o i cocktail?
Cappuccini, perché era una caffetteria, facevo un sacco di caffè e cappuccini.

Com'è cambiata la tua vita da allora?
In un anno sono passato da avere orari e uno stile di vita regolare a uno più sregolare e più libero. Più libertà, ma allo stesso tempo più responsabilità.

La tua giornata tipo com'è?
Mi sveglio, caffè, palestra, ideare video, realizzarli o qualsiasi altro tipo di lavoro, non per forza video, ma sempre nell'ambito internet, e poi a letto.

Dicci quanti follower hai.
Su Instagram 905 mila e su Youtube 820 mila. Su Instagram, stranamente, ho superato Youtube, anche se Youtube è la mia piattaforma principale.

Quando arriverai a un milione che farai?
Non lo so. Devo cominciare a pensarci. Spero di arrivarci entro due mesi.

Chi sono i tuoi follower?
La maggior parte giovani, ma non giovanissimi, 14-20 anni. Ma i dati dicono che su Internet sono tantissimi anche dai 18 ai 25 anni. Però anche trentenni e quarantenni mi fermano e mi dicono: «Io sono fuori dal target, non sono un tuo tipico fan!». Più del 10% sono sopra i 25 anni.

Quando eri ragazzino chi era il tuo Luis Sal della situazione?
Non me ne viene in mente uno, ne avevo tanti, ma li ho dimenticati. Sono stati sostituiti da me.

Questo libro,«Ciao, mi chiamo Luis» come nasce?
Me l'hanno proposto e io ho detto di «no» più volte. E poi mi sono reso conto che poteva essere una cosa molto interessante, poteva piacere a qualcuno e potevo fare tutto io e allora ho detto «facciamolo!». Ci ho messo sei mesi, dilatati, non tutti i giorni. Tutto fatto da me con i miei disegni. Tutto il progetto, dalla scrittura al disegno alle foto scelte, è mio.

Da grande cosa vuoi fare?
Quello che faccio ora, ma in scala più grande. Documentari, cose non per forza televisive, su internet, ma più elaborate di quello che faccio adesso.

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