Dalla conduttrice del Tg5 allo chef stellato, al pediatra del pronto soccorso: ecco l’Italia che non va in vacanza. Per loro, e per moltissimi italiani, sarà un giorno come tutti gli altri (o quasi), tra pranzi veloci e qualche soddisfazione

Dalla conduttrice del Tg5 allo chef stellato, al pediatra del pronto soccorso: ecco l’Italia che non va in vacanza. Per loro, e per moltissimi italiani, sarà un giorno come tutti gli altri (o quasi), tra pranzi veloci e qualche soddisfazione.

La giornalista romana: «Ci sono meno notizie»
Domitilla Savignoni condurrà l’edizione serale del Tg5 di Mediaset. «Il giorno di Natale comincia come tanti altri» ci dice. «Alle 9.30 facciamo già la prima riunione negli studi romani al Palatino. In pausa pranzo riesco a mettermi a tavola con marito, figli, fratelli e nipotini. Poi intorno alle 16 stiliamo la scaletta del Tg delle 20. Ci si sacrifica, certo, ma andiamo in onda 365 giorni l’anno e siamo abituati. Le rinunce vere si fanno se i figli sono piccoli e la mattina di Natale si svegliano che la mamma è già uscita. Ora i miei sono grandi e il problema è superato. Come quantità di lavoro direi che non c’è differenza con altri giorni. Il problema magari è che, essendo chiuso il Parlamento, si può avere qualche difficoltà a riempire la scaletta. Soddisfazioni particolari non ce ne sono, solo quella di essere pagati un po’ di più. Ah no, un’altra soddisfazione c’è: a Natale il nostro direttore Mimun ci porta sempre delle cose buonissime da mangiare».

Il poliziotto fiorentino: «Aumentano i controlli»
Vicequestore di Firenze, Alessandro Ausenda il 25 dicembre lavorerà come sempre come dirigente dell’ufficio volanti. E qui ci racconta la sua esperienza. «Il turno è di mattina ma ho la reperibilità per tutta la giornata. Nel periodo natalizio, e soprattutto a Natale, c’è la necessità di intensificare il controllo del territorio per garantire ancora di più la sicurezza dei cittadini, anche considerato il fatto che molte case vengono lasciate incustodite. L’attenzione è altissima anche sui possibili attentati e abbiamo pattuglie specializzate come pronto intervento per questo tipo di attacco. Soldi in più? C’è un’indennità di festività particolare, ma non è molto, credo 50 euro. A Natale si dice siano tutti più buoni, ma a me sembra un po’ un luogo comune. Indubbiamente, però, c’è chi apprezza e dimostra affetto per chi lavora durante le Feste. Il che ci dà ancora più orgoglio nel rendere questo servizio».

Il medico milanese: «Portiamo doni ai bambini»
Sarà come sempre al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda Luigi Piero Biondi, pediatra. «Purtroppo malattie e incidenti non vanno mai in ferie» spiega. «Il mio turno è dalle 8 alle 20 e sarà un po’ più pesante come tutti i festivi, perché essendo in ferie i medici di famiglia la gente non sa a chi altri rivolgersi. Non si guadagna nulla di più degli altri giorni, perlomeno nel nostro settore. Io sono sposato da più di vent’anni ma non avendo figli mi offro di lavorare a Natale per quei colleghi che il 25 dicembre preferiscono stare in famiglia, e loro ricambiano lasciandomi il Capodanno. Comunque al pronto soccorso facciamo in modo che Natale sia un giorno speciale. Organizziamo una sorta di recita con i bambini, uno di noi (è capitato anche a me) si traveste da Babbo Natale e porta loro dei piccoli doni. Cerchiamo di non far mancare ai degenti uno spirito di letizia anche in un posto in cui spesso c’è poca allegria».

Il tassista milanese: «La gente è più rilassata»
Massimo Oleandri il pomeriggio del 25 dicembre sarà in strada con il nome in codice Luna 10. «Solitamente faccio il turno di notte, ma il 25 dicembre il Comune ci dà la possibilità di fare anche turni non abituali per coprire meglio il servizio» dice. «Ho passato anni nella ristorazione e sono abituato a lavorare nei festivi. Così questo Natale uscirò nel primo pomeriggio, quando l’utenza è maggiore. Poi, siccome a Natale a un certo orario i mezzi pubblici si fermano, ti capita di portare persone non abituate ai taxi, che magari avevano preconcetti e invece così scoprono un servizio valido. Il risvolto economico è relativo, però le persone sono molto più rilassate e ben disposte. E poi la città è stupenda, non congestionata dal traffico. La cosa bella del mio lavoro è che il taxi è trasversale, ci salgono tutti, dalla badante all’amministratore delegato, e si parla di tutto. È un po’ come viaggiare senza andare via».

Il cuoco palermitano: «Periodo di superlavoro»
Il 25 dicembre lo chef Tony Lo Coco servirà come sempre il pranzo nel suo ristorante «I Pupi» di Bagheria (Palermo). «Alle otto sono già operativo in cucina. Comincio a occuparmi del menu e poi faccio un giro al mercato del pesce per vedere se ne trovo di freschissimo» racconta. «Il pranzo di Natale lo facciamo tutti assieme, una grande tavolata veloce intorno alle 11.30. È comunque un bel momento, mi siedo con mia moglie Laura, che è alla cassa, e con le altre nove persone che lavorano con noi, tra sala e cucina. Ci sono anche i nostri due figli. Per fortuna ho casa e ristorante nello stesso stabile, così i bambini rientrano comodi. Torniamo a casa quasi alle 19.30, pronti per Santo Stefano. Certo, rinunci agli affetti più cari, ai pranzi con mamme, suocere e cognati, e i primi anni è un po’ dura. Ma il Natale è lavoro, anzi, aspetti le feste per lavorare di più. Nel 2014 abbiamo avuto la stella Michelin, da allora l’abbiamo sempre mantenuta e siamo contenti».

L’attrice napoletana: «Mi perdo la tombola»
Gloriana, nome d’arte di Giovanna Russo, a Natale sarà sul palco del Trianon Viviani di Napoli con la sceneggiata «Lacreme Napulitane», e così ci racconta il suo 25 dicembre: «Lavoro a teatro fin da bambina, e anche quest’anno passerò il Natale con quella famiglia allargata che è il pubblico. Sono loro, gli spettatori, la mia famiglia, e il loro applauso mi nutre più di un pezzo di pane. Perché io sono una di loro, sono nata in un quartiere popolare come Forcella e sono ben felice di dirlo. Lavoro sul palcoscenico per dare un po’ di divertimento e pure qualche lacrimuccia. Ho comunque il tempo per pranzare in famiglia perché il sipario si apre alle 18, anche se a me piace arrivare un’ora prima per prendermi un caffè e fare due chiacchiere. Il mio problema, però, sa qual è? Che mi perdo ’a tumbulilla, la mia passione. Faccio il pranzo in famiglia, poi vado via e loro giocano a tombola senza di me!».