Cibo da asporto e consegne a domicilio: i consigli sul delivery di Samantha Biale

Quanto sono affidabili queste alternative? A che cosa dobbiamo prestare attenzione? Lo abbiamo chiesto alla nostra esperta nutrizionista

Samantha Biale
3 Dicembre 2020 alle 08:19

A causa delle regole anti-Covid stabilite dal governo, molti locali costretti alla chiusura si sono adeguati alle normative offrendo un servizio di delivery (consegna a domicilio) e asporto che sta riscuotendo grande successo. Ma quanto sono affidabili queste alternative? A che cosa dobbiamo prestare attenzione? Lo abbiamo chiesto alla nostra esperta, la nutrizionista Samantha Biale.

No a pasta e riso
«Quando ordinate un primo piatto evitate le ricette in cui la pasta andrebbe scolata, condita e subito servita in tavola (come una cacio e pepe). Se viene messa in un contenitore per la consegna, l’umidità non evapora ma ricade sulla preparazione, rendendo la pasta scotta e collosa. Meglio scegliere preparazioni tipiche della gastronomia, come lasagne e cannelloni, da scaldare poi in forno. Con i risotti, si aggiunge un problema in più per la linea: se è scotto viene assimilato molto velocemente dal nostro organismo e stimola la produzione di insulina, una sostanza che porta all’aumento di peso».

La pizza migliore
«Se avete vicino a casa una pizzeria da asporto, non c’è pizza migliore di una Margherita cotta nel forno a legna. Ma per il delivery, preferite la pizza al trancio: è più ricca di grassi rispetto a quella classica ma resiste meglio al trasporto, non risulta gommosa (quindi anche poco digeribile) e può essere riscaldata in forno».

Voglia di dolce
«Con la chiusura delle pasticcerie, il servizio delivery è rimasto l’unica alternativa per i golosi. Se avete voglia di dolce, scegliete prodotti da forno, tipo la crostata di marmellata. Sconsigliati i dessert a base di creme perché non c’è modo di verificare la freschezza del prodotto. Ottima soluzione è il gelato, che arriva in confezioni refrigerate».

Niente fritto
«Il primo requisito a cui deve rispondere un buon fritto è la croccantezza. E per questo calamari, gamberetti, patatine e verdure preparati con questo metodo di cottura dovrebbero essere consumati al momento. Una frittura, chiusa in qualsiasi tipo di confezione, produce condensa che ammolla gli alimenti, rendendoli fastidiosi al gusto e alla digestione. Meglio quindi optare per pesce o patate al forno o in padella, da riscaldare velocemente una volta consegnati».

Il giusto packaging
«Diffidate dei ristoranti che consegnano il cibo in contenitori di plastica o alluminio, che rilasciano particelle tossiche soprattutto a contatto con determinati ingredienti, come la salsa di pomodoro o i grassi. Le migliori sono le confezioni di carta riciclata, che devono essere sempre chiuse da un coperchio e sigillate. Altrimenti c’è il rischio di una scarsa igiene perché il contenuto può essere manipolato da chiunque. Sulla confezione dovrebbero essere riportate le istruzioni per riscaldare i cibi, ma non avviene quasi mai nel delivery, mentre nell’asporto è possibile chiedere delucidazioni al ristoratore».

Cosa c’è nel piatto?
«Chi soffre di intolleranze alimentari dovrebbe decisamente rivolgersi alla cucina da asporto. All’interno del locale è obbligatorio esporre la lista degli ingredienti presenti nel piatto e l’eventuale presenza di allergeni. Mentre nel menu online c’è solo il nome della pietanza e non l’elenco delle materie prime. Perciò, per evitare inconvenienti e reazioni allergiche, contattate direttamente il ristorante, fate l’ordine telefonico e chiedete tutte le informazioni necessarie».

Raccogliete opinioni
«Le recensioni dei clienti che hanno già sperimentato il ristorante non sempre sono attendibili. Fidatevi di quelle che basano il loro giudizio sul cibo e l’igiene. Le critiche sui camerieri scontrosi o i tempi di attesa troppo lunghi fanno abbassare il punteggio, ma non sono osservazioni che indicano davvero la qualità dei piatti».

Scegliete i locali vicini
«Nella scelta del ristorante considerate anche il fattore distanza. Se un locale è molto lontano dalla vostra abitazione, i tempi di trasporto saranno di conseguenza più lunghi e aumenta anche il rischio che i piatti perdano le loro qualità organolettiche, di consistenza, gusto, profumo. Per questo consiglio di scegliere i locali “sotto casa”».

Il pagamento
«Per il pagamento optate sempre per il metodo online con carta di credito. Evitate quello in contanti alla consegna. Spesso si sottovaluta che il denaro può essere un grande veicolo per la trasmissione del Covid. Se volete dare la mancia al rider, inserite prima monete e banconote in una busta, per non avere un contatto diretto».

Meglio ben cotto
«Quando consultate il menu online puntate sulle ricette che prevedono una lunga cottura, come hamburger, costate, cotolette. State alla larga da quelle che richiedono una cottura intermedia, per esempio il roastbeef o il tonno scottato: la temperatura deve raggiungere i 70 gradi e arrivare al cuore dell’alimento, solo così vengono distrutti i batteri, che altrimenti si moltiplicano alla velocità della luce durante il tempo del trasporto».

Occhio al sushi
«Tra i ristoranti che propongono il sushi solo pochissimi sono veramente giapponesi, che si riforniscono nei mercati del pesce fresco e poi lo abbattono per non incorrere nella contaminazione di germi e batteri. Si riconoscono perché hanno prezzi piuttosto elevati, giustificati da un prodotto di qualità. Meglio invece stare alla larga dai locali low cost che propongono pesce crudo a prezzi stracciati. Se un sushi viene venduto a 10-15 euro quasi sicuramente si tratta di pesce surgelato, proveniente da Paesi dove non ci sono controlli severi sulla pesca e sulle norme igieniche. Può succedere quindi che tonno e salmone siano carichi di istamina, sostanza che può provocare la cosiddetta “sindrome sgombroide”, una intossicazione alimentare che si manifesta con eruzioni cutanee, spossatezza, mal di testa, malessere diffuso».

I box da grandi chef
«Negli ultimi tempi stanno aumentando i siti che offrono box con tutti gli ingredienti già dosati per preparare piatti da chef. Una moda che ritengo abbastanza inutile, soprattutto in questo periodo: abbiamo più tempo per cucinare e, quindi, per preparare un buon menu si possono consultare libri di cucina o ricette on line. E poi perché spesso questi box hanno un costo esagerato e sproporzionato alla quantità e qualità delle materie prime che contengono».

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