Dimmi dove vai (in ferie) e ti dirò… cosa significa

Da Portofino, che si chiama così per via di un promontorio, a Lerici (ricorda gli alberi di leccio), passando per Ortisei, Maratea, Caorle e...

Portofino
28 Luglio 2023 alle 07:32

Quanto conta il nome del luogo prescelto per qualche giorno di riposo? Certi nomi hanno travalicato il significato originario, che nessuno ha mai saputo o non ricorda, per associarsi all’idea di sole, mare, passeggiate in montagna, sport estivi o invernali e via dicendo. In realtà gli inganni sono tanti: un nome può significare altro da ciò che sembra. Ecco un rapido viaggio tra i luoghi più famosi per le vacanze. Vi spieghiamo quali sono “sinceri” e quali... mentono!

Animali fantastici e dove (non) trovarli

Porto Cervo

Portofino (GE). “Fino” fa pensare a qualcosa di raffinato, elegante, esclusivo. Ma in origine la località era Portodelfino, e non per la presenza del cetaceo, bensì per la somiglianza del vicino promontorio al dorso dell’animale. Poi ci fu un malinteso popolare: “porto del fino” con “del” preposizione eliminata. E assunse il nome attuale.

Capri (NA). Discusso da tanti linguisti, l’antico nome avrebbe sì a che fare con la zoologia, ma non con le capre, bensì con i cinghiali, che evidentemente la popolavano. E pensare che la “gemella” Ischia significa, banalmente e solamente, “isola”.

Gallipoli (LE). I galli non ci sono mai stati. Corrisponde a “Callípolis”, dal greco “kalós, kalé” (“bello, bella”): dunque “città bella” e non pollaio.

Taormina (ME). È un nome greco, composto con “tauro”, che però non è il toro ma, come nel caso di Torino e altre città e paesi, è forma antica per indicare rilievo, collina, poggio.

Porto Cervo (SS). La rinomata frazione di Arzachena, centro della Costa Smeralda, è una metafora: il porto naturale appare ramificato come le corna dell’animale fino alle alture della costa.

Lignano Sabbiadoro (UD). Un testo del XII secolo sosteneva si chiamasse Lugnanum, per via dei lupi. Ma qui i lupi non c’erano: il suffisso “-anus”, invece, indica appartenenza, proprietà. Di chi? Di un certo “Linius” o “Allonius” o “Elonius”.

Caorle (VE). Finalmente ci sono animali nel nome, ma questo non è più trasparente come secoli fa. Comunque trattasi di caprette, dal latino “caprule”.

Vacanze nel verde?

Maratea

Maratea (PZ). Il mare sembra esserci nel nome, ma è un’illusione. Maratea, un tempo sorgente solo in collina, è l’orto dei finocchi.

Lerici (SP). È un albero di leccio, dal latino “ilex”. Poca roba? Ma del resto anche New York, non significa “la grande Mela”, ma piuttosto “nuova pianta di tasso”.

Riccione (RN). Viene da pensare a un riccio, specie quello di mare. Invece no. Un tempo si chiamava Arcione, dal latino “arcion”: è il verbasco, pianta medicinale dalle molte proprietà.

Località geometriche

Praia a Mare

Marina di Camerota (SA). Camerota, o “cammarota” nel dialetto locale, ha varie etimologie che riconducono tutte a “incurvato, ricurvo”.

Viareggio (LU). Deriva da “Via Regia”, che conduceva diritta lungo il litorale nella Toscana settentrionale, passando appunto per la futura Viareggio.

Praia a Mare (CS). Praia è molto diffusa in Calabria e vale “spiaggia”, derivante dal greco “plághion” (“piano inclinato”) e “plaghía” (“paese in declino”).

Lassù sulle montagne

Cortina d'Ampezzo

Cortina d’Ampezzo (BL). Ampezzo fa pensare a bacche e mirtilli oppure all’olmo, mentre Cortina può valere “recinto” o “cimitero”.

Moena (TN). Il terreno era acquitrinoso e umido. Moena deriva infatti dal latino “mollis”: “molliare”, vale a dire “rendere molle”.

Ortisei (BZ). Non sono sei orti e neppure un orticello in qualche dialetto o lingua della Val Gardena. La radice è “urticetum”, “luogo di ortiche”.

Courmayeur (AO). Il nome è in lingua franco-provenzale ed è composto da due elementi che corrispondono a “corte” e a “maggiore”. La corte può significare “curia” o, appunto, “corte”.

Bormio (SO). L’assonanza con il fiume Bormida conferma il significato dell’antica radice: “(acque) che gorgogliano, ribollono, riscaldano”.

Aprica (SO). La fiorente stazione di villeggiatura corrisponde pari pari al latino “aprica”, ossia “soleggiata”.

Campo Imperatore (AQ). L’ultimo inganno: sembra facile, ma non lo è, perché “Imperatore” è una ricostruzione popolare dall’abruzzese “paraturë” (“apparecchio”) o “paratë” (“sbarramento, graticciata”).

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