Dobbiamo difenderci dal Covid anche in vacanza. Ecco come

Come riconoscere il coronavirus dagli altri malanni di stagione, quando fare i tamponi e usare le mascherine

28 Luglio 2022 alle 08:46

Ci preoccupa come il clima, la guerra in Ucraina, la crisi politica e non ci dà tregua da due anni e mezzo: il Covid continua a contagiarci e noi dobbiamo continuare a difenderci dal virus. Per capire come comportarsi nella situazione attuale, abbiamo interpellato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. Ecco le risposte alle domande che tutti noi adesso ci facciamo.

In che fase siamo della pandemia?
«Siamo in una fase di transizione tra la pandemia e l’andamento endemico del futuro che io immagino come una serie di “onde” successive. Proprio come quelle prodotte dal lancio di un sasso in uno stagno. Con il virus che si adatta sempre di più all’ospite umano e con varianti che risultano sempre meno di impatto».

Qual è la variante dominante che sta circolando ora in Italia?
«Omicron 5. Ma siamo vicinissimi al picco: il tasso di positività da qualche giorno è stabile intorno al 20-22 per cento, quindi presto saremo nella fase calante».

Agosto quindi sarà un mese più sereno in termini di contagi?
«Con tutte le cautele del caso e le imprecisioni nelle previsioni a cui questo virus ci ha abituato, tendenzialmente direi di sì. A meno che non arrivino altre varianti».

Preoccupa la cosiddetta “Centaurus”. Arriverà presto qui da noi?
«La “Centaurus”, così come è stata ribattezzata la nuova sottovariante Omicron identificata in India, la BA 2.75, potrebbe essere la protagonista della prossima ondata, fra due o tre mesi».

Come proteggersi, in città e in vacanza?
«Con le mascherine FFP2, da usare come gli occhiali da sole: al bisogno. Al chiuso sempre, per tutti: nei negozi, nei supermercati, in fila nelle stazioni...».

In treno e negli altri mezzi pubblici (traghetti, autobus) è obbligatoria fino al 30 settembre, in aereo no. Lei consiglia di indossarla comunque?
«Sì, io la uso. La metto anche in auto, se viaggio con qualcun altro. E in taxi».

E all’aperto? Per esempio, nelle vie affollate della movida estiva?
«All’aperto, soprattutto in contesti affollati, mettere la FFP2 è consigliato ai soggetti a rischio (ultra 80enni, diabetici, cardiopatici, pazienti con immunodeficienze e comorbilità...) e a chi li assiste».

Andiamo alla questione vaccini: quando arrivano quelli aggiornati alle varianti Omicron?
«In ottobre».

Gli attuali vaccini basati sul primo virus di Wuhan, in Cina, proteggono comunque?
«Sì, perché c’è una “cross reattività”. Cioè, anche se non è lo stesso virus, attivano la risposta immunitaria e sono efficaci nel proteggere dalle forme più gravi della malattia. Quindi è meglio fare la quarta dose adesso anziché aspettare l’autunno».

Chi deve fare adesso la quarta dose?
«Tutti, dai 60 anni in su. I fragili, dai 12 anni in poi».

Chi di loro ha fatto tre dosi e dopo ha preso il Covid?
«No, loro no: l’infezione vale di fatto come una quarta dose».

E invece chi ne ha fatte due, di dosi, e poi purtroppo ha preso il Covid?
«A 120 giorni dalla guarigione, se fragile o over 60, può fare la quarta dose».

Secondo lei, sarebbe opportuno iniziare a vaccinare con quarta dose pure gli over 50?
«Vediamo com’è l’andamento epidemiologico: se dovessero aumentare decessi e forme gravi ci sarà ragionevolmente una spinta alla vaccinazione».

Ma come si fa a riconoscere il Covid da altre malattie respiratorie stagionali? Raffreddore da aria condizionata, tosse da bronchite, mal di pancia da congestioni...
«Si può fare solo con il test: serve il tampone. Purtroppo ci sono tanti falsi negativi, perché i tamponi fai-da-te vengono eseguiti male o perché all’inizio la carica virale non è alta. In caso di sintomi respiratori, quindi, bisogna comunque comportarsi come se si fosse contagiati e contagiosi, con estrema prudenza. Chi ha sintomi come tosse, raffreddore, mal di gola e febbre, faccia subito il tampone (eseguito da un professionista, per esempio in farmacia) e lo ripeta il giorno dopo. Chi è esposto al contagio (genitori, parenti, amici) lo faccia dopo 48 ore e lo ripeta dopo 72».

Alcune malattie dei bambini come la “mani piedi bocca” hanno sintomi in comune col Covid: mal di gola, febbre, dissenteria, cefalea. Bisogna tamponare con le stesse regole anche i più piccoli?
«Sì, necessariamente».

Come ci si comporta quando, in vacanza al mare o in montagna, ci si positivizza? Si deve restare sul posto o tornare a casa?
«Sarebbe meglio evitare spostamenti. Se l’hotel non vuole il contagiato, bisogna organizzare lo spostamento con grandi cautele in auto, con FFP2 per tutti, e il paziente seduto dietro».

Nel caso si possa restare in hotel o in appartamento in affitto nei posti di vacanza, a chi rivolgersi per le cure?
«Alla guardia medica turistica e al servizio di continuità assistenziale».

Che tipo di farmaci occorre prendere in caso di tampone positivo, ma in assenza di sintomi gravi, con qualche linea di febbre e mal di gola?
«Paracetamolo (Tachipirina) in caso di febbre, antinfiammatori come l’ibuprofene (Brufen) o acido acetilsalicilico (Aspirina) se si ha la tossetta o il mal di gola. Vale sempre la regola di tenere sotto controllo la saturazione con il pulsossimetro e comunicare i valori al medico».

Quando bisogna ricorrere agli antivirali? E chi può prescriverli?
«È necessario somministrarli ai fragili con sintomi il prima possibile. Li prescrive il medico curante o la guardia medica. Purtroppo il meccanismo è ancora farraginoso perché c’è tutta una modulistica da compilare. E alcuni colleghi sono restii a prescriverli, perché gli antivirali possono avere interazioni con altri farmaci. Bisogna stare attenti e conoscere bene la storia medica dei pazienti».

Molti lamentano stanchezza anche dopo settimane dalla guarigione. C’è un rimedio?
«Purtroppo no, al momento non si può fare nulla. La stanchezza è un effetto del cosiddetto “Long Covid”, però con il passare del tempo tende a regredire».

Ci sono esami da fare per controllare che dopo la malattia sia tutto ok?
«Su consiglio medico e caso per caso, andrebbe monitorata la situazione respiratoria per capire se è necessaria qualche forma di riabilitazione».

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