Sorrisi, si sa, si occupa di spettacolo. E visto che ne sta arrivando uno straordinario, potevamo non dedicargli un articolo? Parliamo della primavera, quest’anno cominciata ufficialmente il 20 marzo. Anche se per tutti il primo giorno di Primavera è il 21.
Il nome deriva dal sanscrito
La parola italiana «primavera» nasce dal latino medioevale «primo vere». A sua volta il termine latino «ver» deriva dal sanscrito «vas», che sta per «ardente, splendente». Dunque il significato è: primo splendore.
Perché proprio il 20 marzo?
A segnare l’inizio della stagione è l’equinozio: cioè quel momento in cui i raggi del sole cadono sulla Terra (all’equatore) con un perfetto angolo di 90°. Di conseguenza notte e dì hanno durata identica. L’equinozio non avviene ogni anno allo stesso momento: quello del 2017 si è verificato alle 11.29 del 20 marzo.
Un po’ di storia
Le più antiche celebrazioni della primavera si perdono nella notte dei tempi. Una delle più vecchie è lo Sham El-Nessim egiziano, le cui prime tracce risalgono a 4.700 anni fa e che si festeggia ancora oggi. Numerose anche le citazioni nella Bibbia.
Da Vivaldi a De André
L’arte che più ha omaggiato questa stagione è la musica. Si va dalla celebre «Primavera» che apre le «Quattro stagioni» di Vivaldi, a tante canzoni pop. Con «Maledetta primavera» (trovate il testo a destra) Loretta Goggi arrivò seconda a Sanremo nel 1981. Ma ricordiamo anche le «Primavera» di Angelo Branduardi e Marina Rei, «Cervo a primavera» di Riccardo Cocciante e i bellissimi versi di Fabrizio De André («Primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura, ha le labbra di carne, i capelli di grano, che paura, che voglia che ti prenda per mano») in «Un chimico»
Il pesce d’Aprile
Anche questa tradizione nasce dalla primavera. Un tempo l’anno cominciava con aprile, il primo mese dopo l’equinozio. Quando la riforma gregoriana, nel 1582, portò la data al primo gennaio, alcuni «sbadati» continuarono a festeggiare ad aprile. Da qui l’usanza di far loro regali assurdi, come un pesce di carta.
Nel mondo si festeggia così
L’inizio della primavera è festa nazionale in vari Paesi, tra cui Giappone e India. Qui il ritorno dei fiori è celebrato dipingendosi il volto di colori: è il rito dello Holi. Ma la cerimonia più suggestiva e misteriosa avviene nel sito Maya di Chichén Itzá, in Messico, dove nel giorno dell’equinozio le ombre del tempio di Kukulkan disegnano un grande serpente piumato.
L’involtino primavera
Poteva mancare la cucina? Il tipico piatto cinese si chiama così perché, dai tempi della dinastia Jin (265-420 d.C.), veniva consumato nel giorno dell’equinozio. Il che era considerato di buon augurio
Il trionfo di Botticelli
Un dipinto simboleggia meglio di ogni altro la stagione: è la «Primavera» del Botticelli, realizzata nel 1482 e conservata agli Uffizi di Firenze. Qui la stagione si incarna nel personaggio di Flora, bionda fanciulla dalla veste ricoperta di boccioli e simbolicamente incinta, perché in procinto di generare i fiori che copriranno il mondo.
Occhio all’ora legale!
Dopo l’equinozio le ore di sole cominciano a superare quelle di buio. A rendere ancora più evidente il fenomeno ci penserà l’ora legale, che quest’anno scatta nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo. Alle due le lancette dell’orologio dovranno essere spostate in avanti di 60 minuti. Così facendo, anche il tramonto arriverà più tardi. Il prezzo da pagare per avere un’ora di luce in più? Dormire tutti un’ora in meno.
Le frasi celebri di poeti, filosofi ed eroi
Gandhi (statista) «Un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre... Ma non può fermare la primavera»
Garibaldi (patriota) «Come tutto divien bello al sole della gioventù e della primavera»
Leopardi (poeta, in «Il passero solitario») «...Primavera dintorno Brilla nell’aria, e per li campi esulta, Sì ch’a mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti; Gli altri augelli contenti, a gara insieme Per lo libero ciel fan mille giri...»
Aristotele (filosofo) «Una rondine non fa primavera»