È morto Corso Salani, il protagonista di «Il muro di gomma». Aveva 48 anni

Si svolgeranno sabato 19 giugno a Firenze, alle 11 nella chiesa Santa Lucia, i funerali del regista e attore Corso Salani, morto ieri sera per un malore improvviso mentre passeggiava sul lungomare di Ostia con la moglie Margherita. Nato a Firenze nel 1961 e poi trasferitosi a Roma per lavorare nel cinema, il protagonista del film «Il muro di gomma» (’91) era molto legato al capoluogo toscano in cui vivono la mamma e tre fratelli...

17 Giugno 2010 alle 16:06

Si svolgeranno sabato 19 giugno a Firenze, alle 11 nella chiesa Santa Lucia, i funerali del regista e attore Corso Salani, morto ieri sera per un malore improvviso mentre passeggiava sul lungomare di Ostia con la moglie Margherita. Nato a Firenze nel 1961 e poi trasferitosi a Roma per lavorare nel cinema, il protagonista del film «Il muro di gomma» (’91) era molto legato al capoluogo toscano in cui vivono la mamma e tre fratelli. «Oltre alla famiglia» spiega il fratello Guelfo all’Ansa «Corso tornava spesso e volentieri a Firenze perché aveva molti amici».

Qui Salani ha mosso i primi passi nel cinema, frequentando l‘Istituto di Scienze Cinematografiche diretto da Fabrizio Guarducci e di cui era presidente Tinto Brass. Aveva avuto come maestro di sceneggiatura il professore universitario Mario Garribba che ricorda Corso come «un ragazzo che aveva dimostrato subito di avere grandi numeri». Nel 1984 ha girato «Guerra», uno dei primi videoclip dei Litfiba con Piero Pelù di cui era molto amico.

«Era una persona che trasmetteva pace e serenità» ricorda Federico Bondi, regista del suo ultimo film da attore, «Mar Nero». «Quando entrava sul set, per quelle poche scene che ha girato, dimostrava la naturalezza di un attore spontaneo». Salani stava lavorando ad un progetto dal titolo «I casi della vita» prodotto dalla Kairos Film di Francesco Pamphili e sostenuto da Enel. «Fino a ieri» racconta Pamphili «siamo stati insieme sul set e Corso aveva il suo solito sorriso, la sua solita spontaneità e una voglia di lavorare che trasmetteva a tutti»

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