Ecco come funzionerà il vaccino contro il Covid-19

Finalmente è arrivato il rimedio al terribile virus. Ma è sicuro? Possono farlo tutti? Quando?

Il vaccino prodotto da BioNTech e Pfizer, dal nome commerciale Comirnaty
7 Gennaio 2021 alle 08:57

Dopo il “Vax Day” del 27 dicembre, il 2021 si apre con la speranza che la campagna vaccinale possa mettere fine alla pandemia da coronavirus. Ma adesso le domande, pratiche e concrete, che ci facciamo sul vaccino sono tante. Sgombriamo il campo da tutti i dubbi con l’aiuto dell’immunologo clinico Francesco Le Foche, autore con Giancarlo Dotto del libro “Sì, andrà tutto bene. Ecco perché il Covid-19 sarà sconfitto” (Piemme).

Come agisce il vaccino?
«Il vaccino prodotto da BioNTech e Pfizer, dal nome commerciale Comirnaty, previene la malattia da coronavirus. È un vaccino ad Rna (molecola di acido ribonucleico, ndr) “messaggero”, una tecnica innovativa e molto sofisticata: un sottile “filetto” di Rna, attraverso dei lipidi (grassi), porta all’organismo un messaggio con le istruzioni per produrre la cosiddetta proteina Spike, che è la chiave d’accesso del virus nelle cellule. A questo punto, però, il nostro sistema immunitario la riconosce, la aggredisce e si sensibilizza alla protezione di anticorpi che, se entriamo in contatto con il virus, lo neutralizzano».

Modifica il nostro Dna?
«No, non diventiamo “ogm”: il messaggio non entra nel nucleo delle cellule, non trasforma il Dna, ma resta nella zona periferica, nel citoplasma».

È sicuro?
«Sì: oltre il 70 per cento degli studi riguarda proprio la sicurezza del vaccino. E non bisogna pensare che i tempi siano stati troppo rapidi. Le ricerche sulle tecnologie a Rna messaggero, infatti, sono iniziate molti anni fa per le terapie oncologiche. La prima intuizione l’ha avuta la biochimica ungherese Katalin Karikó, che ha una vita affascinante. Ha lasciato l’Ungheria negli Anni 80, quando c’era ancora il Muro di Berlino, vendendo la sua auto al mercato nero e nascondendo i soldi nell’orsacchiotto della figlia. Da lì è andata negli Stati Uniti per continuare le sue ricerche e oggi lavora alla BioNTech».

Che cosa c’è dentro?
«Oltre all’Rna veicolato da lipidi, nulla di pericoloso, solo normali eccipienti. Per esempio, potassio, sodio, saccarosio e acqua per preparazioni iniettabili».

Da che età può essere somministrato e in che modo?
«Il vaccino può essere somministrato a partire dai 16 anni in due iniezioni nel muscolo deltoide, nella parte superiore del braccio. Servono due dosi, a distanza di tre settimane (21 giorni) l’una dall’altra: l’immunità inizia dopo una settimana dalla seconda dose».

Ha reazioni avverse?
«Nella maggior parte dei casi nessuna. Qualcuno può provare un senso di bruciore nel posto dell’inoculazione. E il giorno dopo dolore al braccio, un po’ di stanchezza, qualche linea di febbre. Più attenzione deve fare chi ha già avuto gravi allergie ai farmaci e porta sempre con sé una fiala con l’adrenalina e il cortisone: deve comunicarlo subito al medico che somministrerà il vaccino».

I soggetti allergici possono stare tranquilli?
«Sì: non c’è problema se si hanno allergie inalatorie: alle polveri, alle graminacee, al pelo del gatto…».

Come si fa a capire se il vaccino ha funzionato?
«Dopo circa dieci giorni dalla seconda dose, si può fare un test sierologico per dosare gli anticorpi Igg e vedere se la risposta immunitaria si è attivata».

È efficace contro la “variante inglese” del virus?
«Assolutamente sì. Ma non chiamiamola variante “inglese”, perché questa variazione non esiste solo in Inghilterra, è stata “osservata” in un laboratorio inglese e circola un po’ ovunque».

Quanto dura l’immunità?
«Non lo sappiamo con certezza, perché il periodo di osservazione è stato di pochi mesi e il virus è nuovo, ma la conoscenza di altri tipi di coronavirus ci porta a pensare che l’immunità possa durare almeno 9, 12 mesi».

Le persone vaccinate possono essere contagiose?
«È molto improbabile, ma non possiamo valutarlo subito. L’azienda Moderna ha fatto qualche studio in proposito, Pfizer no. In ogni caso, è bene continuare a osservare le norme di sicurezza che abbiamo imparato a conoscere: mascherina, lavaggio frequente delle mani, distanziamento».

Chi ha già avuto il Covid-19 può vaccinarsi?
«Sì. Con il medico si può valutare, in base a una presenza significativa di anticorpi Igg, se fare eventualmente solo una dose come una sorta di “richiamo”».

E le persone con malattie croniche, diabete, tumori, malattie cardiovascolari?
«Devono! Sono proprio loro le categorie più a rischio, in caso di contagio».

Le donne in gravidanza o che stanno allattando?
«Se hanno delle “comorbidità”, cioè sono obese, ipertese o diabetiche, il vaccino è fortemente consigliato, perché ammalarsi comporta grossi rischi. Sulle donne incinte non ci sono studi, ce ne sono solo su animali gravidi, ma è molto improbabile che il vaccino possa dare problemi al feto o durante l’allattamento. Bisogna valutare l’opportunità caso per caso, con il proprio ginecologo e il medico curante».

Chi ha malattie autoimmuni o immunodeficienze?
«Chi ha malattie autoimmuni (come l’artrite reumatoide, la sindrome di Sjögren o il lupus eritematoso) può vaccinarsi senza controindicazioni. Nel caso degli agammaglobulinemici, che non possono produrre anticorpi, invece, il vaccino non funzionerebbe. Loro potrebbero sottoporsi a terapia con anticorpi monoclonali come prevenzione per avere la cosiddetta immunità “passiva” valida per sei mesi».

Chi somministrerà il vaccino?
«I medici dei centri vaccinali pubblici. Nei primi mesi del 2021 avremo anche altri vaccini e saremo chiamati in base a priorità e tempi stabiliti».

Il vaccino sarà gratuito per sempre? Si potrà fare a pagamento?
«Sarà gratis ed è essenziale che lo sia perché è un servizio pubblico di priorità assoluta. Non ci si potrà vaccinare privatamente e a pagamento».

Protegge solo la persona vaccinata o anche i familiari?
«Solo la persona vaccinata, ma mette in moto una certa tranquillità in famiglia, perché è molto improbabile che il vaccinato possa contagiare. Nei prossimi mesi sarà fondamentale raggiungere l’obiettivo della cosiddetta “immunità di gregge”, vaccinando il 70 per cento della popolazione per proteggere tutta la comunità e chi il vaccino non può farlo».

Le tappe previste in Italia

Gennaio - Marzo - 10,2 milioni di dosi
Priorità a soggetti fragili e ospedali: saranno vaccinati gli operatori sanitari, ospiti e personale delle residenze per anziani e gli over 80.

Aprile - Giugno - 12,8 milioni di dosi
Si vaccineranno le persone tra i 60 e i 79 anni, quelle con patologie croniche (cardiopatici e diabetici) e personale scolastico.

Luglio - Settembre - 14,8 milioni di dosi
Si prosegue a vaccinare gli insegnanti e lavoratori in servizi essenziali e settori a rischio (come carceri, forze dell’ordine).

Ottobre - Dicembre altre dosi in arrivo
Entro la fine del 2021 si conta di vaccinare tutte le altre categorie, con l’obiettivo di coprire il 60-70% della popolazione.


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