Ecco come pulire la casa, i consigli dell’esperto ai tempi del coronavirus

Valerio Rossi Albertini è un fisico e chimico del CNR. L’abbiamo visto a "La vita in diretta" elargire consigli su come pulire la casa ai tempi del Covid-19

Valerio Rossi Albertini
24 Aprile 2020 alle 17:26

Lo vediamo spesso in programmi come “La vita in diretta” o “#Cartabianca”, dove elargisce consigli sulle pulizie ai tempi del Covid-19. Valerio Rossi Albertini è infatti un fisico-chimico del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e ha appena pubblicato per Longanesi l’ebook “Conosci il tuo nemico. Cos’è, da dove viene e cosa ci insegna il coronavirus”, 3,99 euro (i proventi delle vendite saranno devoluti al Policlinico di Modena). Quindi nessuno meglio di lui può darci qualche consiglio di igiene domestica, partendo però da una distinzione. Quella tra la pulizia dei pavimenti e ripiani piastrellati e quella degli altri piani di appoggio o oggetti in materiali diversi dalla ceramica: «Il metallo si pulisce con l’alcol mentre per gli altri materiali si usano prodotti specifici (è scritto sull’etichetta) che vanno acquistati al supermercato perché non si possono fare in casa».

Come pulire ripiani e pavimenti di ceramica?
«Con prodotti a base di cloro. Il più diffuso è la varechina (o candeggina), efficace e molto economica. Si tratta di una soluzione che solitamente contiene il 5% di ipoclorito di sodio».

Come si usa la varechina?
«Non va mai adoperata pura: è irritante per la pelle e per le mucose, ed è aggressiva verso altri materiali che non siano ceramici. Va quindi diluita in acqua nella proporzione di 1 a 50. Per semplificare, due cucchiai scarsi in un litro d’acqua. Visto che perde il suo potere disinfettante in fretta, usatela subito dopo averla diluita, perché il cloro viene rilasciato velocemente. Va stesa e lasciata agire. Poi aprite la finestra, chiudete la porta e allontanatevi dalla stanza. Rientrate dopo mezz’ora e risciacquate».

Quante volte va fatto?
«In questo periodo di emergenza basta usare la candeggina ogni due o tre giorni. I virus non fluttuano nell’aria. È molto difficile portarli dentro casa, ma nel caso si temesse che la borsa della spesa possa essere un veicolo per il virus (ma dovrebbe essere stata a contatto con una superficie dove un malato abbia appena tossito o starnutito), basta pulire con la candeggina per terra, dove avete appoggiato le buste».

La spesa è pericolosa?
«È assai improbabile che ci si possa infettare così. Per scrupolo basta mettere a mollo prodotti come frutta e verdura in acqua con un goccio di varechina. Per tutto il resto si usa l’alcol etilico. Va bene sia quello alimentare che quello denaturato. Fate una miscela con ¾ di alcol, ¼ di acqua e un goccio di acqua ossigenata. La soluzione, versata in un nebulizzatore, è perfetta per disinfettare qualunque prodotto, superficie e tessuto che non tolleri la varechina. Funziona anche al posto del gel igienizzante per le mani».

E le scarpe e i vestiti?
«Il pericolo c’è solo se si passeggia dove ha appena tossito un malato. I virus non resistono molto all’esterno e sulla strada vengono eliminati dagli agenti atmosferici (sole, pioggia), stiamo parlando quindi di situazioni estreme. Non ci sono casi documentati di persone che si siano ammalate per il contatto con una superficie. Le scarpe andrebbero tolte sempre prima di entrare in casa, è un’ottima abitudine. Per quanto riguarda gli abiti, se qualcuno vi ha starnutito addosso o li avete strusciati su una superficie contaminata, vanno presi con i guanti e lavati in lavatrice a una temperatura alta, così si disinfettano da germi e virus. Oppure va benissimo il vapore (anche quello del ferro da stiro) che “cuoce” i virus. Il vapore va bene anche sui pavimenti, per chi ha la scopa a vapore».

In casa va usato il gel igienizzante?
«No, le mani vanno lavate quando si tocca qualcosa che si sospetta sia contaminato. Se non siamo usciti non c’è possibilità che ci siano virus in giro. Anzi, lavarle troppo spesso sta diventando un problema perché togliendo lo strato protettivo di grasso, si screpolano e infettano più facilmente».

Quale sapone usare?
«Basta il sapone normale. Nel caso del Covid è particolarmente efficace perché è una particella che ha una superficie grassa che viene sciolta dal sapone. Quindi il sapone disattiva proprio il virus, non lo porta soltanto via. L’importante è lavarsi bene le mani: fra le dita, i polpastrelli, il pollice e la sua attaccatura fino al polso. Ci vogliono circa 40 secondi».

Mascherine: ecco l’uso corretto
«Intanto non vanno usate in modo improprio per non sprecarle. Non servono se si fa una passeggiata da soli (in alcune Regioni è sempre obbligatorio metterle, ndr). Anzi, indossandole sempre, anche in macchina, si rischia di narcotizzarsi perché si respira l’anidride carbonica che si emette espirando. La mascherine chirurgiche sono monouso. Andrebbero buttate una volta usate perché possono diventare un trappola per i virus che qui sopravvivono più a lungo grazie all’umidità e al calore prodotti dal nostro fiato. La mascherina non si deve maneggiare, toccare o abbassare quando la si ha addosso e va sfilata da dietro, non dobbiamo mai toccare l’esterno con le mani o peggio con la faccia. In ogni caso, non appoggiatela mai in casa. Diventa pericolosa più delle scarpe perché la via aerea del contagio è la più diretta. Indossiamola nei luoghi chiusi in cui incontriamo persone che non conosciamo, come supermercati o uffici postali, perché le goccioline hanno una notevole persistenza nell’aria, se non c’è sufficiente ventilazione».

Come riutilizzare una mascherina chirurgica?
«Va sanificata con la soluzione di alcol, acqua e acqua ossigenata. La si spruzza con un erogatore che la nebulizzi finemente, facendola penetrare nel profondo delle fibre, sia all’esterno che all’interno. In alternativa, mettiamola sotto il coperchio di un contenitore in cui versiamo un po’ d’alcol. Chiudiamo la scatola e lasciamo agire i vapori qualche ora, prima di riaprirla e poi usarla di nuovo».

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