Enrico Brignano presenta il suo nuovo spettacolo «Innamorato perso»

Il comico romano parla del tour nei Palasport e del suo Natale da papà: «Ogni volta proviamo a raccontare una storia e io, per essere trasgressivo, stavolta ho scelto di parlare dell’innamoramento»

Enrico Brignano è nato a Roma nel quartiere Dragona. Cresciuto all’Accademia per giovani comici di Gigi Proietti, ha debuttato in tv nel 1992 a «La sai l’ultima?»
20 Dicembre 2018 alle 08:50

Un abbronzatissimo Enrico Brignano ci accoglie nello studio dei suoi produttori teatrali, a due passi dalle mura vaticane.

Lo so, glielo domandano in tanti: perché la vediamo poco in tv?
«Che cosa posso fare io, oggi, in televisione? Non certo una “Isola”, dove ti fanno patire la fame... Dovrei fare un’isola che non c’è. Un’isola felice e magari nemmeno in Honduras, ma in Sardegna. Così come non vorrei fare trasmissioni solo sul canto. Ce ne sono troppe. Così quando spiego che, eccetto qualche fiction, non ci sono molti spazi per me, mi dicono: “C’ha ragione, fa bene a non andare!”».

Ha ragione. Fa bene a non andare.
«Però non è neppure tanto vero. Ogni tanto, come la Madonna, faccio le mie apparizioni. Però far ridere in tv è sempre più difficile. Prima, anche su temi seri, si poteva ironizzare. Oggi è impossibile. Ci sono le associazioni».

Le associazioni?
«Sì. Se parli male del Perù c’è l’Associazione amici del Perù che ti chiama e protesta. Non puoi dire che gallina vecchia fa buon brodo che l’Associazione del brodo ti chiama e chiarisce che “Noi nel nostro brodo non usiamo mai galline vecchie”.  A volte chiamano le stesse galline per dirti: “Lei non sa quante galline giovani ci sono nel brodo. Si vergogni!”».

Meglio il teatro allora.
«Lì va benissimo. Tutti chiedono: “Quando vieni nella mia città?”. Perché a differenza del cinema, dove si esce in 500 sale, lì esco in copia unica, ci devo essere personalmente. Allora l’unico modo per sopperire a questo è fare più repliche possibili o, come faremo con il nuovo spettacolo, provare ad andare nei Palasport. Una bella sfida per un commediante».

Spettacolo dal titolo impegnativo: «Innamorato perso».
«Ogni volta proviamo a raccontare una storia e io, per essere trasgressivo, stavolta ho scelto di parlare dell’innamoramento. Nel mezzo del cammino di mia vita faccio un po’ i conti anche da un punto di vista sentimentale».

Donne bellissime dicono di amare l’uomo che le fa ridere. Conferma?
«Mah, è vero fino a un certo punto. Io ho sempre fatto ridere perché era l’unica alternativa al bel fisico. Quelle un po’ insicure trovavano in me una sorta di dottor Kildare, poi però appena erano “pronte” sceglievano sempre il solito belloccio, quello difficile da capire, anche perché a volte faticava coi congiuntivi, il tormentato che magari le maltrattava pure. Stuzzicava in loro la sindrome della crocerossina. Io no, ero quello risolto».

Ok, mito sfatato.
«Le belle donne controllano anche le carte di credito. È più facile ridere su uno yacht in Costa Smeralda, sorseggiando champagne, che leggendo una cartella esattoriale alla festa del carciofo. Se sei alla mercé degli strozzini e della Guardia dI Finanza e il tuo migliore amico è Equitalia è difficile essere grandi rimorchiatori».

Come ha conquistato la sua Flora?
«Sul palcoscenico. Lavoravamo insieme e certi giorni non riuscivamo a provare a causa delle gran risate che ci facevamo. Non credo negli ultimi anni di avere riso così di gusto».

Meno male, a volte voi comici siete così seriosi...
«Per fortuna. Altrimenti sarebbe tremendo. Anche i vecchi comici, Aldo Fabrizi, Totò, Walter Chiari, erano seri. Mica si facevano fotografare come noi coi selfie, con i fan che se mettono piccoli piccoli e tu vieni cor testone. Poi te dicono: “Però, sei ingrassato!”. Io il buonumore lo comunico sul palco, poi ho bisogno di ricaricarmi in famiglia, un luogo dove non devo sempre dare il massimo o fare la battuta».

Chi è il comico che la fa più ridere?
«Mia figlia Martina. La  mia compagna ci rimane male: “Che fai, ridi di nostra figlia?” Io rido di lei, con lei, per lei...».

Eccolo l’innamorato perso. Papà ansioso?
«Nooo! In fondo Martina è una sorvegliata speciale, a casa ci sono telecamere ovunque. Sa, la notte si muove, potrebbe cadere. E poi un figlio è un investimento. Portarlo alla maggiore età costa circa 270 mila euro. Perciò quando un figlio ti dice che non mette il casco tu rispondi: “Cosa? Ne metti due!”».

Che papà sarà ?
«Tenterò di spiegarle che la felicità e il benessere non passano attraverso ciò che hai, anche se paradossalmente è difficile capirlo quando le cose le hai. E che bisogna meritarsi tutto con grande sacrificio».

Ora ha quasi due anni. Questo sarà il primo Natale che si godrà.
«Sì, il primo in cui smonta il presepe. Capirà che Babbo Natale è una persona buona, o penserà che ti porta un regalo e si porta via tutto il resto?».

Le date del tour

«Innamorato perso» partirà da Foligno il 21 dicembre. Quindi ci saranno sei date a Roma (dal 28 al 31 dicembre e 4-5 gennaio), due a Milano (17 e 18/1) e ancora Torino (23/1), Firenze (28-29/1), Casalecchio di Reno (2/2), Perugia (14/2), Brescia (16 e 17/2), Padova (8-10/3), Rimini (20/3), Ancona (23/3), Napoli (26/3), Montecatini (31/3), Acireale (13/4) e Bari (18/4).

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