«Scatolette colorate, carni rosa congelate, c’è di tutto intorno a me, ma lei non c’è, no» cantava Lucio Battisti in “Supermarket”. Era il 1971 e quella degli italiani con i supermercati era una storia d’amore che durava da 14 anni: da quando, a Milano nel 1957, era nato il primo grande magazzino gastronomico.
Quel “Supermarket” aveva un logo disegnato dal grafico svizzero Max Huber: la “S” allungata che oggi ci è molto familiare come Esselunga. A seguire arrivarono Pam (“Più a meno”) nel 1958, Conad (“Consorzio nazionale dettaglianti”) nel 1962, Coop (“Cooperativa di consumatori”) nel 1967 e via via altre catene.
Oggi ci sono 27 mila esercizi commerciali da esplorare a caccia di novità. In media, su 100 euro di spesa 32 se ne vanno in offerte, magari adocchiate su uno dei 12 miliardi di volantini stampati ogni anno. E il 74% dei clienti ha una carta fedeltà. Ma perché il “super” ci piace tanto?
Il libro “Il grande carrello” di Fabio Ciconte e Stefano Liberti (Laterza, 15 euro) mette in guardia sulle strategie usate dalla Grande distribuzione organizzata (Gdo), per indurci a spendere. Noi lo abbiamo chiesto a quattro personaggi famosi, che ci svelano le loro abitudini di spesa e i prodotti a cui non riescono a rinunciare.
5 identikit dei clienti-tipo vi riconoscete?
IL CACCIATORE Un vero segugio di volantini, si sposta da una catena all’altra a caccia di offerte. Ha molto tempo e pochi soldi per fare la spesa.
IL PRAGMATICO Va dritto al sodo: non perde tempo, compra in base al prezzo e alle caratteristiche del prodotto. Tipicamente è fedele a un punto vendita.
IL PRUDENTE Ha come faro il risparmio, ma ama essere rassicurato: si rivolge al banco e spesso diffida dei nuovi prodotti.
L'ESPERTO Non gli sfugge nulla! Controlla sempre le etichette e il rapporto qualità-prezzo. Sceglie spesso i prodotti a marchio del supermercato.
IL BRAND FAN Attratto da belle confezioni, dai colori e dalle marche pubblicizzate in tv, quando fa la spesa vuole divertirsi e sentirsi appagato.
Trappole: le corsie sono piene di insidie da riconoscere
Le promozioni tra isole e testate di gondola Il supermercato è come una città divisa in quartieri, piazze e vie ad alto scorrimento che seguono una segnaletica precisa: ci sono i “punti caldi”, aree dove i consumatori transitano e si fermano di più, in cui è più facile trovare prodotti nuovi e costosi, e i “punti freddi”, poco illuminati e più trascurati, che sono come zone periferiche. Lungo le corsie notiamo spesso degli “stopper”, i cartellini perpendicolari al senso di marcia della clientela, che sono come i dossi in strada, quindi sono messi lì apposta per far rallentare e attrarre l’attenzione. Gli scaffali terminali delle corsie, per la loro forma, si chiamano “testate di gondola” e sono i più visibili, quelli dove troviamo in genere vendite promozionali. Un mondo a parte sono le cosiddette “isole”, cioè spazi di varie metrature con particolari allestimenti scenografici (carri, torri...) dove vengono esposti diversi prodotti a tema in offerta (salumeria, dolciumi...) o un solo prodotto monomarca da lanciare come novità sul mercato o in sconto.
Perché il sale non si trova mai? Il sale, ma anche lo zucchero, oppure il pane confezionato. Gira gira, non si riesce mai a trovarli. Dopo aver tanto cercato, ci arrendiamo: bisogna chiedere ai commessi. E, guarda caso, stanno sempre nelle zone più nascoste, negli scaffali in basso. Meglio chiedere subito e comprarli per primi, allora. Perché questa è la tipica strategia dei supermercati per costringerci a vagare con il carrello all’interno del punto vendita anche nelle corsie che in genere non frequentiamo, in modo che possiamo incappare in acquisti non previsti.
La tentazione dei “prodotti-civetta” Fateci caso: nei volantini dei supermercati tra i prodotti sottocosto o in offerta 3x2 troviamo spesso il tonno in scatola, la passata di pomodoro e la pasta. Sono i cosiddetti “prodotti-civetta“: quelli di prima necessità, proposti a un prezzo conveniente per costringerci a entrare in un supermercato. Una volta dentro, però, cadremo in altre tentazioni... Tanti prodotti sono organizzati per suggerire “occasioni d’uso”: accanto ai pelati troviamo gli spaghetti, accanto alle trofie, il pesto. Il risultato è che riempiamo la dispensa più del dovuto e il frigo di prodotti pronti di cui non avremmo avuto bisogno.
I costi nascosti delle insalate in busta Il lattughino a 0,99 euro, gli spinaci a 1,99. A quelle cifre, sottolineate con tanto di bollino rosso nella confezione, le verdure in busta sembrano davvero super-convenienti. Ma per capire che è una trappola bisogna controllare il prezzo al chilo: le insalate già lavate e da condire sono in realtà molto care perché vengono a costare sui 10 euro al chilo, 7-8 volte tanto rispetto al prodotto sfuso. Anche sull’origano ci sono differenze astronomiche: si passa da 1,5 euro al chilo di quello sfuso fino a 30 euro al chilo di quello confezionato. Ancora peggio va per il caffè, che sfuso costa sui 10 euro al chilo, mentre in cialde arriva a oltre 50 euro al chilo.
5 consigli per non spendere di più
Mai a stomaco vuoto! Quando siete a dieta, ma anche per risparmiare, andate a fare la spesa dopo aver mangiato. A pancia piena si riduce la tentazione di acquistare costosi snack.
Niente cibi pronti. Gli spinaci filanti da scaldare? Costano sempre più di quelli da cuocere spargendovi su il grana.
Fate la lista. Non stilarla e non rispettarla porta a fare acquisti impulsivi. Così si compra più di quanto si ha bisogno e si finisce per sprecare cibo non consumato.
Occhio al peso. Controllate il peso netto o sgocciolato dell’alimento, perché spesso si può essere tratti in inganno dalle dimensioni delle confezioni.
Riutilizzate le borse e i sacchetti. Anziché spendere per i sacchetti di plastica, portate con voi borse di tela resistenti, o riutilizzate gli shopper di carta che altrimenti si accumulano sempre in casa.
Carlo Conti: «Faccio doppia scorta di tovaglioli»
«Ho una vera e propria passione per la spesa, mi piace andarmene in giro con il carrello tra le corsie dei supermercati» racconta Carlo Conti, ora in onda con “La Corrida” su Raiuno il venerdì sera. «Sono attratto da ogni prodotto nuovo che fa da calamita: lo devo prendere e provare!».
Le piace fare la spesa soprattutto da solo? «Come capita: a volte da solo, a volte con mia moglie Francesca e mio figlio Matteo. Vivendo tra Roma e Firenze sono un “pendolare” della spesa e quindi la faccio un po’ qua e un po’ là».
Va “a occhio” su cosa comprare? «Un minimo di lista c’è. Anzi, io che non sono quasi per niente tecnologico ho imparato a farla sul telefonino, così depenno le voci man mano che metto le cose nel carrello».
Compra soltanto quello che le serve? «No, come tutti magari dimentico proprio la cosa per cui ero entrato, quella detta a voce, al volo. E poi, avendo due case, ho i doppioni. Ci sono cose che compro a prescindere: o per fare scorta o perché non si sa mai».
Per esempio? «I tovaglioli di carta, i fazzoletti, la carta igienica».
Compra prodotti bio? «Il pollo e la carne, sì. Nella speranza che siano davvero bio. E le verdure, anche se quando posso mangio quelle dell’orto di casa mia, a Firenze, dove coltivo pomodori e zucchini».
Latte e formaggi, come li sceglie? «Sto attento. Come mi ha insegnato mia madre, scarto i primi, quelli più avanti, più in vista. Prendo quelli dietro, più nascosti che sono più freschi e quindi scadono dopo».
Il prodotto che la induce sempre in tentazione? «Le patatine nei sacchetti e gli altri snack salati, tipo le gallette di mais. Non riesco a resistere: come dicevo, mi tentano tutte le ultime novità».
E quando arriva alla cassa che cosa succede? «Che se c’è mio figlio con me, è chiaro che la caramellina o l’ovetto di cioccolato ci scappa per forza».
Orietta Berti: «Alle casse mi perdo in chiacchiere»
La vediamo in tv da Fabio Fazio la domenica sera a “Che tempo che fa”, dove spesso racconta le sue avventure domestiche: i biscotti fatti in casa, le collezioni... Ora scopriamo se Orietta Berti va matta anche per la spesa.
Orietta, le piace andare al supermercato? «Del supermercato mi piace la scelta vasta per ogni prodotto, che accomoda tutti i gusti. A volte però confonde. Quindi vado anche dai piccoli commercianti che conosco da tanti anni».
Quando fa la spesa? La mattina presto, la sera, il weekend... «Tendenzialmente il pomeriggio. Faccio una “spesona” settimanale e poi, per quello che manca di fresco, anche una giornaliera. Ora che ci penso, talvolta esageriamo. Però in casa nostra non si butta via mai niente!».
Scrive su una lavagnetta in cucina cosa manca? «Sì, segno ciò che manca ma poi l’acquisto supera sempre qualsiasi lista».
Si porta da casa i sacchetti o le borse per i surgelati? «Sempre: io e mio marito Osvaldo teniamo le borse ecologiche in macchina».
Prima di comprare, legge le offerte sui volantini? «No, perché quando ci sono gli sconti sono sempre bene in vista al supermercato».
Quindi si fa conquistare dal 3x2? «A volte, ma in genere sono più attenta alle raccolte punti e uso i buoni sconto che trovo negli scontrini».
Controlla anche le etichette? «Controllo soprattutto la scadenza e la provenienza degli alimenti».
Si fida di determinati marchi, o sceglie di volta in volta? «Ho dei marchi di fiducia, che scelgo da sempre per qualità e gusto».
Prodotti della sua terra? «Immancabili. Non posso fare a meno del Parmigiano Reggiano delle Vacche Rosse».
Altre tentazioni? «Qualche dolcetto, anche se sono in dieta da una vita».
Li compra mentre è in coda alle casse? «No, lì spesso mi perdo in chiacchiere» (ride).
Barbara Palombelli: «Io non compro mai i surgelati»
Visto che tra “Forum” su Canale 5 e “Lo sportello di Forum” su Rete 4 è in onda dal lunedì al sabato, Barbara Palombelli fa la spesa di domenica.
Un momento di tranquillità tutto per sé? «Vado a fare la spesa con mio marito (Francesco Rutelli, ndr) e poi me la consegnano il lunedì a casa, nei cartoni».
Una “spesona” settimanale? «Vado ogni due settimane. Adesso a casa siamo solo in due. Un tempo era una spesona... Ora un carrello pieno, prima anche due».
Fa una lista? «Sempre, senza sarei persa».
Poi la rispetta? «Aumento sempre un pochino».
Aggiunge i surgelati alla fine? «No, non li compro».
Cambia spesso supermercato o è affezionata a un punto vendita preciso? «Ne ho due: un supermercato per le ordinazioni e un minimarket per piccoli acquisti quotidiani e la salumeria. Ho anche un fruttivendolo fantastico, è una bottega di quartiere a cui sono fedele da 22 anni. Solo ad agosto, quando chiude, compro frutta e verdura al supermercato».
Ha una carta fedeltà? «Sì, è intestata alla mia colf ucraina, che è bravissima in concorsi e premi».
Prende certi marchi sulla fiducia o preferisce scegliere di volta in volta? «Sono abitudinaria».
I piatti pronti la tentano? «Mai».
Conserva i buoni sconto degli scontrini per utilizzarli la volta successiva? «No».
Di che cosa fa sempre scorta? «Di acqua minerale. Ho sempre provviste per un anno. Ma in generale ho tre porzioni, confezioni, scatole, bottiglie... di tutto a casa, come fossi sempre io stessa una dispensa. I figli fanno la spesa a casa mia, io sono il loro supermercato preferito. Mi piace riempirli di cose quando vengono a trovarmi».
Il prodotto a cui non resiste? «L’ultima barretta dietetica».
Gigi D'Alessio: «Voglio solo pasta di grani italiani»
Per il cantautore napoletano coach di “The Voice of Italy” la spesa «è un rituale organizzato che si ripete costante da tanti anni». Gigi D’Alessio è abitudinario in molte cose della vita. «Per esempio, tengo ordinatissimi gli armadi: mi piace sistemare pantaloni, camicie e magliette per colore» svela. E al metodo D’Alessio non sfuggono neanche gli acquisti per il frigo e la dispensa.
Fa la spesa sempre negli stessi posti, quindi? «Sì, io sono affezionatissimo ai miei punti vendita che rimangono gli stessi perché mi piace rapportarmi alle persone e lasciarmi consigliare».
La prima cosa che guarda nei prodotti sugli scaffali? «Faccio molta attenzione a quello che metto nel carrello, alla qualità e alla genuinità prima di tutto».
C’è qualcosa che compra sempre in abbondanza, anche se non c’era nella lista? «In casa non mancano mai provviste di vario genere, soprattutto chili e chili di pasta».
Come dev’essere? Corta, lunga o magari integrale? «La compro rigorosamente di grano italiano. Essenziale, perché si può sempre improvvisare una spaghettata al pomodoro con gli amici, per esempio».
Tendenzialmente lei è un tipo da spesa “a chilometro zero”? «Sì. Anche il frigorifero mi piace vederlo sempre pieno di prodotti semplici, frutta e verdura di stagione innanzitutto. E che consentano di togliersi lo sfizio di un piatto di cui può venire voglia anche all’ultimo minuto».
Chi “guida” il carrello: lei o la sua compagna Anna Tatangelo? «Mi piace scegliere sempre in prima persona ciò che mangiamo in casa».
Esigenze particolari? «Il pesce lo ordino due volte alla settimana, quando so che è arrivato quello appena pescato e non scelgo mai “a scatola chiusa”».
Per fare prima compra mai cose da spadellare al volo? «No, io non sono uno da piatti pronti, mi piace trovare i prodotti più freschi e in base a quelli decidere il menu più adatto».
Il presentatore è a casa a Firenze con la moglie e il figlio: «Quando tutto finirà voglio correre al mare». «Penso a chi sta male e a chi lotta per combattere il virus. So di essere un privilegiato, ho anche un giardino e tre galline!»