Al Teatro dell'Opera, dal 22 ottobre al 6 gennaio 2018, un percorso visivo che racconta i 60 anni di carriera di un artista per il quale la stampa ha coniato ben 586 aggettivi
Quaranta monitor, uno per ogni spettacolo che Paolo Poli ha fatto suo grazie a una viscerale passione per il teatro, a una personalità originale e trascinante, a una vasta cultura che alimentava in continuazione, a un talento versatile accompagnato da un'ironia tagliente ma mai cattiva e da una acuta lucidità di analisi dei suoi tempi. Un percorso visivo che racconta tutto l'estro, l'inesauribile capacità di trasformarsi e di rinnovare i linguaggi espressivi del grande attore, sul palco per oltre 60 anni.
La mostra dedicata a Paolo Poli, scomparso nel 2016, è un omaggio della sua città, Firenze, ed è allestita nel foyer del Teatro Dell'Opera.
Realizzata in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, il Comune e il Maggio Musicale Fiorentino, si può visitare da domenica 22 ottobre al 6 gennaio 2018: non è solo l'album dei ricordi, ma una riproposizione completa della sua arte e del suo universo teatrale attraverso video, cimeli, bozzetti, locandine, poster.
In esposizione, le fotografie di scena di tutti gli spettacoli, da quelli degli esordi a Genova nei primi anni '50 all'ultimo Gli Aquiloni nel 2014 e le scenografie più rappresentative (realizzate da Lele Luzzati e Lorenzo Tornabuoni) calate dall'alto nell'ingresso del foyer. Per l'occasione sono stati contati e catalogati gli aggettivi con cui la stampa ha descritto Poli. 586, si possono leggere tutti. E poi la sua voce: indimenticabili le letture, interpretazioni personalizzate de I Promessi Sposi, de Le Sorelle Materassi ma anche de L'Artusi e del Kamasutra e di tanti altri classici. La si potrà riascoltare in apposite postazioni dotate di cuffie.
La mostra è curata dal critico Rodolfo di Giammarco e dal compositore Andrea Farri, nipote di Poli.