La vita quotidiana nel 1934, quando sono nate Sophia, Ornella, Gino e Brigitte

90 anni fa: 4 compleanni eccezionali ci riportano all'anno che ci ha “regalato” la Loren, la Vanoni, Paoli e la Bardot

Milano e Roma negli Anni 30
3 Ottobre 2024 alle 08:10

Cosa mai sarà successo nel 1934, in particolare a settembre? Coincidenza: nel giro di dieci giorni sono nati Sophia Loren (il 20), Ornella Vanoni (il 22), Gino Paoli (il 23) e Brigitte Bardot (il 28). Mentre assistevamo alle feste per i loro compleanni, ci è venuta la curiosità di sapere come si vivesse allora. E se è venuta anche a voi, leggete qua.

Quanti eravamo

La popolazione in Italia era di 42 milioni di abitanti (oggi sono 59) e la durata media della vita superava di poco i 55 anni (oggi è di 83).

I grandi eventi

C’è il fascismo. Proprio nel marzo 1934 si tengono le elezioni che Benito Mussolini vince con il 99.85% dei voti... anche perché non sono ammessi avversari. In estate l’Italia allenata da Vittorio Pozzo vince a Roma i suoi primi Mondiali di calcio: Giuseppe Meazza diventa l’idolo sportivo della nazione. L’8 novembre, invece, Luigi Pirandello riceve il Premio Nobel per la Letteratura. L’anno si chiude in modo cupo: l’incidente di Ual Ual, in dicembre, segna l’inizio dell’invasione dell’Etiopia.

A tavola

Metà dei guadagni delle famiglie serve per sfamarsi (oggi invece la quota è calata al 20%). Domina la pastasciutta, alla faccia degli artisti Futuristi secondo cui “la pasta è da rammolliti”. Ma si affacciano nuovi alimenti: dalle colonie arrivano le banane, prima praticamente sconosciute, e il governo spinge per rendere più popolare il riso, comune solo al nord. Si “spinge” anche sul pesce: a Milano nascerà il primo mercato ittico dell’entroterra. Un chilo di pane costa 1,5 lire, come il riso; la pasta 2, il manzo 7 e il caffè 30. Poi polenta, verdure, zuppe, carne solo la domenica. Il libro di cucina più noto del tempo dice tutto già nel titolo: “Vivere bene in tempi difficili”.

Le case

Nelle città le comodità del riscaldamento, della luce elettrica e dell’acqua corrente sono già diffuse; nei nuovi appartamenti, anche popolari, è ormai normale trovare il bagno privato. Molto più dura la vita in campagna, dove spesso l’unico riscaldamento è il camino, il bagno è in cortile e al posto dei rubinetti si usa... il pozzo.

Il lavoro

L’11 ottobre 1934 vengono introdotti gli assegni familiari: è un progresso. Ma l’Italia è ancora un Paese agricolo che tenta di diventare industriale. Rispetto all’inizio del secolo, però, le condizioni economiche sono migliorate. Il salario di un operaio è di circa 500 lire, mentre un impiegato può arrivare a 800.

Auto e moto

Il Paese si sta motorizzando: circolano 200 mila vetture private. La più diffusa è la Fiat Balilla, ma a Torino stanno già mettendo a punto la 500 “Topolino”, che sarà lanciata sul mercato entro due anni. Molto diffusi motocicli e ciclomotori, il cui numero raggiunge quasi quello delle auto. Le biciclette però sono molte di più: 4 milioni.

I vestiti

Il look ideale dell’uomo? Viso rasato, corpo atletico, abiti semplici, niente fronzoli. Vanno molto di moda gli stivali. La donna dev’essere “florida” e “materna”. Sconsigliato il trucco, considerato roba da ballerine e dive del cinema.

A scuola (e fuori)

Sui banchi l’enfasi è tutta sulla grande tradizione italiana e sui fasti dell’Impero romano. È in questo periodo che lo sport diventa un fenomeno di massa: ogni sabato i ragazzi si devono esibire in volteggi e persino in salti attraverso cerchi di fuoco, mentre le ragazze si esercitano con cerchi, clave, corsa e salto. A 6 anni un bambino diventa “figlio della lupa”, a 8 “balilla” e a 14 “avanguardista”. Le ragazze sono “giovani italiane”. L’obbligo scolastico è abbastanza rispettato ma non troppo: va a scuola l’87% dei bambini.

Cultura

La fama del “vate” Gabriele D’Annunzio domina ancora la scena letteraria, anche se sono già noti i poeti Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale. Luigi Pirandello è l’autore di teatro più famoso del mondo, tanto che vola in America per assistere i divi di Hollywood che mettono in scena i suoi lavori. Gli scrittori Dino Buzzati e Alberto Moravia sono agli esordi.

Cinema e radio

La televisione non esiste ancora. In compenso i cinema sono in continuo aumento, anche se mancano ancora tre anni alla fondazione di Cinecittà. Sul grande schermo spopolano Isa Miranda in “La signora di tutti” e un giovane Vittorio De Sica (reduce dal successo di “Gli uomini, che mascalzoni...” in cui cantava “Parlami d’amore Mariù”). La concorrenza arriva dai varietà, che si riempiono per Ettore Petrolini e Macario. I veri idoli degli italiani però sono i cantanti, resi onnipresenti dalla radio: la hit dell’anno è “Violino tzigano”, incisa da Elsa Merlini e poi da una caterva di altri interpreti (all’epoca era uso che ogni casa discografica affidasse lo stesso pezzo al suo cantante di punta). Dominano ancora le dolci melodie di Carlo Buti, detto “la voce d’oro”, che presto canterà “Fiorin Fiorello”. Ma già cominciano a farsi strada gli eroi della prossima moda: lo “swing” di Alberto Rabagliati, Natalino Otto e del Trio Lescano.

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