Alessandro Benetton si racconta in “Traiettoria”, la sua autobiografia

Dalla Formula 1 allo sci, l'imprenditore racconta la sua vita

12 Maggio 2022 alle 08:17

È un imprenditore. Ma anche un personaggio dello sport e dei social, seguito soprattutto dai giovani. Ora Alessandro Benetton si racconta in “La traiettoria” (Mondadori, 396 pagine, 22 euro).

Perché ha scritto questo libro? E perché proprio ora?
«Lo spunto mi è venuto quando ho festeggiato 50 anni. È stata una delle poche volte in cui mi sono guardato indietro. E ho pensato che il racconto di quello che ho appreso lungo la strada, tra esperienze, intuizioni e anche errori, sarebbe potuto essere utile agli altri».

Lei è considerato un po’ un “ribelle”: di fatto, a soli 28 anni, ha lasciato l’azienda di famiglia per creare la sua società 21 Invest. Perché?
«Sono prima di tutto Alessandro, non “un Benetton”. Tutti si aspettavano che mi dedicassi all’azienda di famiglia, ma io volevo trovare la mia strada. Anzi, la mia traiettoria: da qui il titolo del libro. Oggi 21 Invest è una società europea con sedi in Italia, Francia e Polonia. Ci occupiamo di aiutare piccole e medie imprese a modernizzarsi e crescere. Aiuto gli altri a trovare la loro traiettoria».

Per il pubblico lei è anche un uomo di sport: come presidente della fondazione Cortina 2021 ha organizzato i Mondiali di sci.
«A Cortina ho visto l’effetto “palla di neve”: il mio compito era far crescere l’entusiasmo. È stata anche la prima grande manifestazione sportiva dopo l’inizio della pandemia: un esempio perfetto di come le difficoltà possono spronarci a cercare soluzioni nuove».

Come presidente di Benetton Formula 1, invece, ha vinto un Mondiale costruttori nel 1995. Cosa ricorda di più di quel periodo?
«Difficile scegliere... ma di certo il primo incontro con Michael Schumacher è stato emozionante. Mi impressionò il suo senso della disciplina. Mi disse: “Per fare la curva più veloce devi guardare più lontano possibile”. Guardare lontano: vale anche nella vita».

In Formula 1 ha incontrato anche Flavio Briatore, che poi è diventato un personaggio della tv a tutto tondo. E lei? Lo farebbe un reality?
«Oh no, non li seguo molto (ride). In tv guardo soprattutto film e serie, specie ciò che mi suggeriscono i miei figli. Loro mi prendono in giro perché mi commuovo. Però, in effetti, un programma che raccontasse davvero bene il mondo della finanza sarebbe interessante. Non ce ne sono molti. Ricordo Gordon Gekko in “Wall Street”: divertente ma, diciamo la verità, parecchio esagerato».

Adesso però ci dice i film che la fanno piangere.
«“Il campione” di Zeffirelli. E “Will Hunting - Genio ribelle” con Matt Damon. Guarda caso, è la storia di un ragazzo che decide di non fare quello che tutti si aspettano da lui».

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