Angelo Duro: «Vi racconto il mio piano B»

Prima attore, poi per sei anni inviato nella squadra de «Le iene» (era, tra gli altri, «il cantante senza pubblico»). Ma adesso è arrivato il momento di confrontarsi con la scrittura e, allo stesso tempo, di tornare alla prima passione, il teatro

Angelo Duro dal 2009 al 2015 è stato a «Le iene»
20 Dicembre 2018 alle 10:15

Prima attore, poi per sei anni inviato nella squadra de «Le iene» (era, tra gli altri, «il cantante senza pubblico»). Ma adesso per Angelo Duro è arrivato il momento di confrontarsi con la scrittura e, allo stesso tempo, di tornare alla prima passione, il teatro. Cominciamo dalla prima. Il 20 novembre è uscito il suo primo romanzo intitolato «Il piano B» (edito da Mondadori, 282 pagine,  ? 15,90). Il protagonista è Angelo, un orfano che iniziamo a seguire da bambino e poi vediamo crescere.

In un passaggio il protagonista della storia  risponde alla sua psicoterapeuta facendo un gestaccio. Che poi è la copertina del libro...
«È un simbolo che può sembrare un po' banale o troppo forte, ma in fin dei conti è il concetto di tutto il libro. Diciamo che è un modo di comunicare di cui si capisce il senso durante la lettura. Ovviamente non posso rivelarvi troppo: bisogna arrivare fino alle fine».

L'Angelo del romanzo è un ragazzo irrequieto e insofferente. L'Angelo scrittore, invece, è uno che si arrabbia tanto?
«Il protagonista è una persona che si arrabbia e basta, senza un motivo, un tipo negativo. E io non lo sono. Piuttosto, gioco su ciò che mi ha fatto male nella vita. Trovo che arrabbiarsi per le cose brutte che si sono subite sia, in qualche modo, una forma di riscatto».

Che cos'è per te il «piano B» che dà il titolo al libro?
«Tutti noi abbiamo un  ?piano A?, ma raggiungerlo è estremamente difficile e spesso è necessario ricorrere a compromessi. Il ?piano B? invece è ciò che ti aiuta a risolvere i problemi, la cosa che ti fa stare bene».

Avere una strada di riserva è un'opportunità o una necessità?
«Inconsapevolmente un ?piano B? ce l'abbiamo tutti. Anche se spesso ci suona come qualcosa di debole, perché le alternative nella percezione comune sono da perdenti».

Un po' ti manca la tv?
«Per nulla. Non penso alla carriera in funzione di quanto devo fatturare. Faccio solo le cose che mi piacciono. Vado dove mi chiamano solo se ritengo giusto andare. Per cui, per ora, ci sono la scrittura e il teatro».

A proposito di teatro, stai portando in giro per l'Italia il tuo spettacolo.
«Sì, un'ora e mezzo in cui sono solo io con un microfono e una luce a spiegare il motivo perché la vita mi ha portato a essere così. Non c'è nemmeno la musica, ma  ha un ritmo pazzesco. Tutto è nato da alcuni video che ho pubblicato su Facebook».

E poi cosa è successo?
«Sono andato a propormi nei teatri e abbiamo visto che c'era tanto interesse. Anche senza fare promozione abbiamo riempito teatri come il Brancaccio di Roma, dove tornerò il 21 febbraio. E da lì abbiamo avviato una vera e propria tournée. Ora farò ancora due date: il 15 dicembre a Cesena e il 21 a Napoli, al teatro Bellini. Poi ricomincerò nel 2019 (sul sito www.angeloduro.it trovate tutti gli appuntamenti, ndr)».

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